Letteratura

Testi che riguardano la letteratura

Un Sms, una storia. Di Natale. Ovvero, come fare gli auguri in 160 caratteri.

Il mio Babbo Natale di plastica ha scalato ormai la casa. Dice che vuole attaccarsi alla slitta di quello vero per vedere la felicità del mondo.

Auguri.

Kikko

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I libri che regalerei a Natale (ma anche in altre occasioni): Il Barone Rampante e Lezioni Americane, di Italo Calvino

Nel frignometro dei libri di Natale ho fatto una colpevole omissione: manca il baroncino Cosimo Piovasco di Rondò, noto ai più come "Il Barone Ramparte ". Discendente di quella giocosa schiatta di personaggi che erano "I nostri antenati", di Italo Calvino", il ragazzo credo sia uno dei più bei personaggi mai inventati da uno scrittore.

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I libri che metterei sotto l'albero di Natale (che non ho fatto ma prima o poi mi deciderò a rifarlo). Parte prima.

Il Natale è tempo di decisioni. Fondamentali: cosa regalo a parenti, amici, conoscenti ecc ecc? Di solito, aspetto gli ultimi giorni, quando ormai sono tutti in preda alla frenesia del "mi manca il regalo per questo, quello e quell'altro ancora, cavolo, e non so cosa regalare". Io invece sono solo drammaticamente in ritardo con l'idea guida che accompagnerà i miei regali, rigorosamente mono tono. "Quest'anno faccio l'etnico": e giù set da colazione equo solidale nel senso di cibo e oggetti dal terzo mondo. Oppure cesti "cibi da aziende locali biologicamente compatibili", oppure libri.

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Anche da Rimini una favola verso il Kosovo

Fra gli autori del libro "Le fiabe di Gramos", nato nel mondo della blogosfera e da poco acquistabile on-line, c'è anche una riminese. Si tratta della giornalista Maria Cristina Muccioli, che da sei mesi scrive sul blog www.cristella.it e che quando veste i panni di Regina Cristella ama scrivere e raccontare fiabe ai più piccoli.

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Del gironzolare tra le connessioni: ovvero, Pamuk, i blog e le occasioni del blogday.

Se c'è una cosa che mi intriga è scoprire chi mi legge. Mi gasa un casino. Per curiosità, per conoscerli, per dargli una forma. Davvero, mica solo per vanità (“vanità, vanità, tutto è vanità”). Del resto, si scrive per essere letti. Sennò è onanismo. Perché si scrive per esser letti?! Ecco un motivo:

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