Santa Klaus si è dimesso

I fratelli B., presi uno alla volta, sono persone simpatiche. Il piccolo è un compagnone, un po' lulone, con miccia o benzina sempre pronte per scatenare o rinfocolare la polemica. Pure il grande è così, però non è lulone. Insieme, sono micidiali. Entrambi sono agenti di commercio, e anche bravi, soprattutto se lanciano un'idea in compagnia per il LORO divertimento. Se la palleggiano tessendo una rete di discorsi che avvolge prima gli astanti, poi la vittima di turno. Un paio di Natali fa, quella vittima ero io. “Kikko, ci manca il Babbo Natale. Vieni tu?" “Daiiii, i bambini ci sgamano subito, ce ne serve uno nuovo, vieni... Ti diverti.“ E giù descrizioni di torme di bambini in festa, che si affannano intorno al vecchio barbuto, felicità a pacchetti che si spande tra figli, nipotame e grida, nonne con gli occhi lucidi. Ahaaa il clima natalizio, che bene al cuore. Non mi fido, tiro un po' il freno a mano: “Non ho neanche il vestito, dove lo trovo”. Niente, spingono decisi: “Ci pensiamo noi, te devi solo venire dopo cena, verso le dieci a casa di nostra madre e basta. Non ti preoccupare”. Ma non l'ho fatto nemmeno per mio fratello... “E fai bene, ti riconoscerebbero subito e addio sorpresa. I nostri invece, sono più piccoli”. “Dai, pensa ai bambini, è bellissimo, vedrai che festa ti faranno...”. Ok, cedo.

Quel Natale era freddissimo, un gelo. All'ora convenuta, arrivo alla casa e il duo mi viene incontro: costume, barba e cappello in mano. Spogliatoio, la tromba delle scale. “Fai piano, che ci sentono...” mentre rimbombano salve di urla. Il vestito è il classico Coca cola, in plasticone puzzolente, largo, da mettere sopra i vestiti, la barba è quanto di meno curata si potesse trovare, il cappello è il cappello. Mentre infilo i pantaloni, i due registi spiegano il copione, ampiamente testato: “Ti facciamo entrare di nascosto, imbocchi la camera e da lì il terrazzo, che gira intorno fino alla sala. Quando sei pronto, dai una botta alla finestra, ti veniamo ad aprire”. L'altro: “Una botta forte, hee!? Mi raccomando... Fortissima, i bambini si devono spaventare. Entri, gli dici due pataccate, poi cominci a tirare fuori i regali dal sacco e li distribuisci...” Ok. L'uno: “Aspetta... Noi facciamo in un modo un po' particolare, ogni regalo devi dire da parte di chi viene... Dalla nonna Zeta, dal nonno Ypsilon, la zia Gamma... capito?” Ehh seee, non mi ricordo i nomi dei vostri figli, figuriamoci il vostro parentado... Ma quanti sono i bambini? L'altro: “Dieci, dodici”. Ma va là, smollo il sacco e vado.... L'uno: “Noo, scherzi? Va fatto bene... Te (pausa) non ti preoccupare... - e suona il secondo campanello d'allarme – Su ogni pacchetto c'è scritto chi fa il regalo e chi lo riceve... E' tutto a posto, stai tranquillo”. E l'altro: “vedrai che bello, i bambini ti salteranno addosso, una festa incredibile...”. Sputacchio i peli della barba e li guardo un po' preoccupato, ma ormai sono agghindato... Passiamo al primo piano, dove c'è un sacco enorme che mi aspetta ed arriviamo alla porta di casa. Il grande B. entra in avanscoperta, si assicura che tutto fili liscio e poi fa capolino: “Andiamo”. Col piccolo B. imbocco la camera da letto, terrazzo, giro panoramico, porta-finestra: in posizione.

Dentro, la scena è perfetta: mega famiglia a scaglioni di tre generazioni, addobbi natalizi ovunque, candele e il camino acceso, il tutto preso pari pari da Casa vogue. Un lavorone, degno di uno scenografo di Hollywood. Bambini e adulti che scherzano, X che stappa una bottiglia di spumante con la sciabola, il suo numero da party preferito, una selva di cristalli che brillano alle fiammelle: Natale in famiglia, come nelle migliori tradizioni. “Sei pronto? Io torno in sala, quando mi vedi, dai una botta enorme alla finestra. Si devono spaventare. Fai casino, scatarra, vedi tu... Io vengo ad aprirti e cominci a distribuire i regali. Mi raccomando: la voce. Bassa, che questi sono abilissimi, ti sgamano subito...”. Guardo da dietro le tende: i piccoli sono indemoniati, corrono intorno al tavolo, allo stato brado, sotto lo sguardo commosso delle nonne, mentre madri e padri chiacchierano bevendo. Una baraonda, ma very very Christmas. Ed entro in scena io. BAM BAM BAM. Dentro il vociare si attenua. Il grande B. lancia l'amo: “Cosa è stato?” Piccola pausa e di nuovo BAM BAM BAM. Silenzio. I bambini sgranano gli occhi verso la finestra. Vociare basso, mentre il piccolo dei B. mi introduce, aprendo la finestra: “E' Babbo Nataleeee”. “Ho - ho – ho, Buon Natale, Buon Natale... “ faccio con la voce più bassa a disposizione. Funziona: niente pomodori, qualche hoooo sorpreso e, dopo un po', i bambini iniziano a far ressa. Il più piccolo si catapulta dentro il sacco. Il servizio d'ordine della famiglia è impeccabile. B. junior mi piazza vicino al caminetto, il grande fa da scudo umano e spinge indietro i bambini, insieme a mamme e papà liberi. Le nonne, si sciolgono.

Si comincia con i regali, “Questo è della nonna Giorgia per il piccolo Faustino”. Una corsa e il pacchetto è già strappato via di mano, carta in mille pezzi. Fuori uno, dentro l'altro: "Ho – ho – ho, questo da parte della zia Martina alla piccola Eufemia”... E giù altre urla, coriandoli che volano, mentre la moltitudine si fa sempre più sotto. Un assedio. Il servizio d'ordine si fa di nebbia, le pesti mi spingono da tutte le parti, appena scandisco le prime sillabe di un nome il pacchetto mi viene brutalmente strappato di mano. Carta e fiocchi volano via, i bambini urlano, papà e mamme li gasano. Le nonne, in un cantone, piangono. Io sudo. E sputacchio peli di barba. Al decimo pacchetto guardo il sacco: l'ho appena intaccato. Una piccola miss Marple mi sta squadrando con aria indagatoria, mentre gli altri incalzano. Per uno che se ne va, gli altri assaltano il grisbì. La barba mi fa andare di traverso le parole, alcune gocce mi scendono in un occhio. Brucia. Capisco in che tragedia mi hanno spinto i due. Li cerco. Uno, il grande, compiace il figlio per l'avverarsi dei suoi sogni, il piccolo enorme Suv o qualcosa del genere. L'altro... Dov'è l'altro? Fa la spola tra i divani per raccattare la carta e i fiocchi e li mette nel camino. Dietro di me. Un fuoco enorme. “Ho ho ho – (pss, non mettere la carta nel fuoco)... questo lo porta nonna Abelarda (psss n-o-n m-e-t-t-e-r-e l-a c-a-r-t-a n-e-l f-u-o-c-o!!) per il piccolo Mar..” Straaap, il regalo è già sparito. “Faccio un po' d'ordine... Non è bello il fuoco?!” sorride B. junior. E butta altra carta. Mi rendo conto della trappola: il fuoco e i bambini. Miss Marple arriva vicino alla soluzione, urla che il viso è familiare ma non si ricorda il nome. Mi salva il regalo del nonno, fugge urlando con la sua bambolotta che fa la pupù maleodorante. B. junior continua ad attizzare il rogo, il grande ride come un matto, gli occhi bruciano, i bambini mi spingono verso le fiamme. Accellero di brutto: niente Ho ho ho, scandisco nome e lancio i doni. Li finisco mentre il costume si sta sciogliendo. Nessuno mi bada più. Guadagno la finestra e scappo via, al fresco della sera.

Mi raggiungono i due marpioni, per recuperare il vestito. Il grande gongola: “Beeello, complimenti, il più bel Babbo Natale che ricordi...” E il piccolo: “Hee, ti sei divertito? Hai visto che belli i bambini, com'erano felici?” Lo fulmino: “Bastardo, mi hai arrostito”. “Non l'ho fatto apposta, dai. Facevo solo un po' d'ordine”. “Haaa, bella performance. Il mio grande era gasatissimo, bravissimo... - fa l'altro – Però... Posso dirtelo? Per essere perfetto dovevi andare un po' meno veloce...”.

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Commenti

Splendida istantanea, di una splendida serata. Una serata di tanto tempo fa ricolorata con i tuoi pennelli. Con i tuoi colori. Leggerti è stato come vedere un immagine attraverso la fiamma di una candela. E Mariangela non sa che un giorno i bimbi cresceranno. Quei bimbi. Quelle meravigliose, innocenti, terribili, piccole... B.!

I bambini sono pericolosissimi, delle vere armi letali. Quando li si vede a manina di un adulto, tutto pensano che sia un gesto di protezione nei confronti del bimbo. Ma quando mai! é il mondo che deve essere protetto da quelle piccole pesti!!
Comunque è un racconto veramente carino! Mi è piaciuto un sacco!