Piccole Sysop crescono

La mia "boetta" rossa ha lanciato tre squilli, poi è ammutolita. Lascio il mio riordino domenicale sperando nella risposta ad un sms lanciato nell'etere poco prima, come una bottiglia in mare. Ma non è così, ed il display mi restituisce un 393, sconosciuto alla rubrica e alla mia memoria. Richiamo: per dovere - anche se è domenica - se ha sbagliato non risponde ed è morta lì. Invece "Ciao, sono Luana, come stai?" mi fa una giovane voce, che non aggiunge nulla all'anonimia del numero. Ha sbagliato, e aggiungo un poco di identità - kikko - per aiutarla nella conferma.

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Una cartolina dal passato

V. ha preso la via dell’Egitto. Una vacanza verso il sole, al termine di una stagione piovosa che più lamentosa, qui, non si può. Cairo, ovvero Giza, come avrei dovuto ricordarmi organizzando il mio ultimo lavoro oltre il fiume. E invece me l’ha dovuto ricordare lei, mentre pianificavo - si fa per dire – un paio di pagine. Un po’ di panico, inutile dacché ci sono ancora dietro, un sorriso compiaciuto – un viaggio è sempre un viaggio, cavolo – e un lampo d’empatia: “Mi fai un favore?” le chiedo, conoscendo già la sua giovane disponibilità.

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Prima contare, poi pubblicare

Circe

Ho ritrattato un post, che terminava con una domanda, trattenuta lì da qualche scrupolo, o superIo come direbbe Franco, al termine di una vigorosa infuriata. E mentre Circe mi versava la sua pozione - un chianti, abbandonato morbidamente nel bicchiere, come il suo sguardo e le sue dita inanellate da una moneta antica – trovavo nel suo piano americano e nelle ancor più accomodanti movenze la risposta: sì, ho peccato. D’ira. Un peccato capitale. Il peggiore, perché si potrebbe tranquillamente superare, o evitare di scontare, se solo ricordassi la più elementare delle cose: contare.

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Cento di questi Giordano

Giordano Gentilini

Giordano oggi compie ottant'anni. Da qualche giorno uno stuolo di amici, amiche, compagni, si sta mobilitando per festeggiarlo degnamente. Non il traguardo, invidiabile certamente, ma lui, la sua discreta presenza e storia, il suo – scusate il termine politico – percorso, il suo valore.

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Questo Franco non me lo ha detto

Copertina de Questo Franco non me l'ha detto, Leporello 1, Raffaelli editore Rimini

Trasloco. Casa nuova, nuovi muri, nuovi odori: estranei, di legno bruciato, di nicotina, di panni abbandonati. Di umani umori. Muri bianchi ormai opachi, colorati di nerofumo, di rosso, di grigie ragnatele, di schizzi spessi di bianco lì, tra il pavimento e la coltellata. Muri polverosi di chi lasciava la casa dietro di sé.

E buchi, buchi irregolari di trapano, un po' obliqui, un po' ovali, piccoli crateri di chiodi, screpolature, anfratti d'intonaco anch'essi tana, ricovero, alcova d'insetti.

Trasloco, casa nuova: nuovi odori: i miei.

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