I libri che regalerei a Natale (ma anche in altre occasioni): Il Barone Rampante e Lezioni Americane, di Italo Calvino

Nel frignometro dei libri di Natale ho fatto una colpevole omissione: manca il baroncino Cosimo Piovasco di Rondò, noto ai più come "Il Barone Ramparte ". Discendente di quella giocosa schiatta di personaggi che erano "I nostri antenati", di Italo Calvino", il ragazzo credo sia uno dei più bei personaggi mai inventati da uno scrittore. Sono partigiano, lo so, Calvino lo metto in tutte le salse e in tutte le salse egli è, come padre fondatore della nostra cultura contemporanea. Lo trovo accanto a Vittorini, lo sfoglio quando ancora - dopo ore e ore e pagine consumate - riascolto Le Lezioni americane e vi trovo, liquidata in due righe, la premonizione che il software un giorno prenderà il potere sull'hardware. Era il 1984, quando ancora della guerra tra Bill Gates e Ibm, combattuta sviluppando Windows, nessuno, credo, poteva avere sentore. Ma lui ne parla già, discorrendo di letteratura e valori da traghettare dal millennio passato a quello attuale. E con le Lezioni, sono già due i libri di Calvino che consiglio come amorosa strenna per queste feste natalizie.

Le date di genesi sono ben lontane dal 2007, eppure resto fedele al tema di questa rassegnina d'amatore di provincia di buone e avide letture, perché – di nuovo – in questo anno ne ho scorso le pagine. Venandole di qualche commosso segno soprattutto quelle dedicate al baroncino immaginario, che sale un giorno su un albero per distaccarsi dalla terra e da lì, percorrendo tutta la Vallombrosa, attraversa consapevolmente Ancien Regime, epopea napoleonica, restaurazione, filosofie, turbe adolescenziali e maturi amori, vivendo tutto a pochi passi dal terreno, non per questo alieno all'umanità. Anzi. Sciogliendomi nella scena finale quando, ingobbito e malato da una vita all'addiaccio, l'ormai vecchio baroncino non si rassegna a tornare tra gli uomini, nemmeno per la sua eterna dimora. Sceglie di restare caparbiamente fedele ad una vita di distacco, semplicemente scomparendo, con un guizzo, in cielo. Seguono singhiozzi.

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Commenti

Ho riscoperto Calvino anch'io, recentemente. Oltre al Barone Rampante, ho riletto con gusto Marcovaldo. Pure lui attuale, sottoproletariato che ritorna nei "nuovi poveri".
E poi Marcovaldo per me ha la faccia di Nanni Loy, quando in Tv mandavano dei telefilm di buona qualità (più di 30 anni fa! "os-cia cum a sò vecia!")... e non queste schifezze di reality, le interviste a vedove-orfani-condannati-sospettati che sarebbero da denuncia (le interviste) e giochi a premio che offendono l'intelligenza di chi sta a guardare.
Anch'io ho sempre regalato libri. I miei nipoti poco studiosi, ormai adulti, mi rimproverano ancora: "Aiuto, arriva la zia dei libri!"

Os-cia te, cosa vai a tirare fuori dalla memoria... Nanni Loy.
Anche le mie nipoti hanno trovato da ridire sui libri, ma di regalare le Winx, Ginx o come cavolo si chiamano, o Hello Kitty o tutte quelle altre pataccate lì, non me la sento. Che lo facciano altri. Eccheccavolo

Ciao Kikko, concordo con te sul "Barone rampante" splendido libro "volatile"degno del capitolo sulla leggerezza di "lezioni americane". A proposito delle "Lezioni" approfitto delle festività ( siamo tutti un po' più buoni) per rinnovare - questa volta pubblicamente- le mie scuse( che falso!) per l'involontario furto da me perpetrato ai tuoi danni riguardante il suddetto libro: ricordi, solo dopo alcuni anni dal prestito e dopo che tu avevi provveduto a ricomprarne una copia -pensavi di averlo smarrito - ti ho rivelato che era ancora in mio possesso. Giuro ( che faccia da c.!) che non l'ho fatto apposta ma se posso dare un consiglio a te e a chi mi conosce .... non prestatemi libri, film, dischi. Non ne posso garantire la restituzione - non che io non voglia farlo - ma il demone che coabita in me mi impedisce con un abile trucco di compiere quell'atto giusto e doveroso: trasforma nella mia mente ogni prestito in donazione così da non lasciarmi alcun rimorso di coscienza per la mancata restituzione ... come posso sentirmi in colpa per non aver ridato un oggetto che è diventato mio...no?

Ciao Kikko. Buone cose.

P.S. Anch'io - anni fa- sono stato vittima della sottrazione di un paio di Calvini: Il Barone rampante e il Visconte dimezzato...Che sia un virus che si scatena in presenza di quell'autore?

Ogni tanto cerco un libro e non lo trovo. Qualche volta penso che l'ho perduto in un trasloco, lasciato da qualche parte, oppure che l'ho lasciato in carico a Lei. E invariabilmente, lo ricompro. Poi ogni tanto scappa fuori un amico e mi dice: sai, ce l'ho io quel libro. Ma sono rari, gli amici e con buona memoria. Ancor più rari gli autodafé pubblici come i tuoi Stefano.

Vabbé, per sgravarti la coscienza, mi accontenterò di un cielo di nuvole come le sai fare solo tu. Magari piccolo come la copertina delle Lezioni.

Ps. Vero che anche io ho una bella faccia da c.!?

Spesso è in requisito determinante per ottenere le cose - la faccia da c. -... e se ci aggiungi una buona dose di simpatia ...alé! il gioco è fatto! ... perciò non disperare, se non sarà Babbo Natale magari sarà la Befana ad accontentarti. Ciao Kikko.