La mia piccola maratonina gialla conclusa con “Maigret e la giovane morta”

A giugno Adelphi ha lanciato una promozione: sconto sui testi di Georges Simenon. Cento titoli, tra la saga di Maigret e i "romanzi - romanzi", come li chiamava il belga. E i miei librai di fiducia, Mirco e Giorgia, hanno rimpinguato la chiazza gialla sullo scaffale, la fila di dorsi dedicati a Maigret, ampiamente saccheggiata. Ne avevo letti poco più di una trentina, e l'occasione - il rinnovo del parco titoli ormai doppi - era troppo ghiotta. Ho preso il cataloghino promozionale, una penna, e ho segnato i titoli letti, confrontandoli uno ad uno: quei patacca dell'Adelphi hanno ordinato per titolo, mica per numero d'uscita... Poi, a salve di 4 o 5 volumetti alla volta, ho segnato i nuovi acquisti. L'altro ieri gli ultimi cinque. Oggi ho concluso Maigret e la giovane morta (Maigret et la jeune morte, 1954). Struggente la ragazzina, alla deriva per Parigi, la cui sfortunata storia si è conclusa sul selciato. E da lì è stata ricostruita attraverso le indagini. Bellissimo. Un bel modo per finire i 59 romanzi pubblicati da Adelphi in italiano sul commissario, dei 79 che Simenon ha scritto. E cominciare a leggere quelli ancora da tradurre. O in altre edizioni.

Georges Simenon, Maigret e la giovane morta (Maigret et la jeune morte, 1954), Adelphi 2005.

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