Cultura, saperi, spazi e libertà: lettera aperta alla città per il Laboratorio Paz. E non solo.

Cara Rimini,
la chiusura del Laboratorio Paz, per la seconda volta, rappresenta una perdita per il tessuto culturale cittadino. Nella prima esperienza, il Laboratorio Paz ha utilizzato una scuola disabitata, espulsa dalla produzione di saperi, restituendola alla vita culturale con strumenti e metodi diversi dai consueti, ma non per questo con inferiore dignità. Ciononostante, l'Amministrazione comunale ha preferito interrompere, con una scelta discutibile e miope, questo esperimento urbano di socializzazione, impoverendo il tessuto creativo della città e riportando quel luogo nello stato di abbandono in cui si trovava. Una scelta politica che ha schiuso gli eventi che si sono susseguiti.

Questa volta la chiusura del Laboratorio Paz impiantato nell'ex stabilimento Granarolo, è ancora più grave, per un duplice motivo:

perché l'esperimento è stato portato su temi che interrogano la nostra stessa cittadinanza, con sempre più pressante esigenza ma senza risposte esaustive: il lavoro, il riutilizzo degli spazi urbani in una chiave armonica e rispettosa dell'ambiente, il contrasto alla speculazione edilizia, la necessità di socializzazione nelle aree periferiche di Rimini. E, quindi, ha rivelato l'urgenza, la necessità e i limiti amministrativi di trovare nuove e più esaurienti risposte a questi temi;

perché i promotori del Laboratorio, pur elaborando temi e proposte culturali e politiche non violente, socializzanti, aperte alle collaborazioni, sono stati colpiti da provvedimenti di ordine pubblico eccessivi. Sono stati trattati come soggetti pericolosi per l'ordine pubblico. Noi rigettiamo questo status para-terroristico, critichiamo i provvedimenti presi nei loro confronti, rimettendo al centro dell'attenzione della cittadinanza la valenza culturale delle loro proposte, la volontà di promuovere nuove formule sociali, il dinamismo, lo sforzo di coinvolgimento degli attori impegnati in una crescita culturale e sociale cittadina, il valore democratico del loro agire.

La loro unica colpa è di promuovere formule "dal basso" di creazione dei saperi e della cittadinanza in una città che ha sempre palesato la manifesta insufficienza di spazi di utilizzo pubblici e che non ha mai varato politiche efficaci e condivise per colmare una esigenza conclamata da associazioni culturali e sociali. A tutt'oggi gli spazi per mostre, aggregativi, culturali pubblici sono pochissimi e insufficienti. Nonostante la città e chi l'Amministra sappia perfettamente che il patrimonio immobiliare cittadino sia accessibile solo a costi elevatissimi, anche solo per le normali esigenze abitative. I pochi esperimenti culturali creati sul territorio da anni fanno i conti con questa realtà, strozzati tra la rendita immobiliare e l'incapacità pubblica di fare fronte ad esigenze condivise del mondo dell'associazionismo culturale e sociale. L'impegno del Laboratorio Paz, pur con metodi "non ortodossi", è sintomatico di questo stato. Anche per questo siamo solidali con le loro esigenze e necessità di fare cultura, di agire nel sociale ugualmente.

Rimini è una città ricca di immobili, di rendite, ma povera di dinamicità culturale. E anche se ne fosse ricca, non una voce può diventare inutile o subire l'ostracismo, se la città ha caro il suo sviluppo, il valore democratico e sociale delle idee, del pensiero, dell'agire a favore di una comunità migliore, se la città ha voglia di trovare delle risposte di cittadinanza sempre più inclusive. Mai come ora necessarie.

Enrico Rotelli, giornalista; Leonardo Montecchi, psichiatra; Franco Pozzi, pittore, Stefano Mina, pittore; Luca Mandolesi, archeologo; Ennio Grassi, consulente scientifico ministero Esteri; Marco Rinaldi, sindacalista; Samuele Grassi, grafico, editore; Motus, associazione culturale; Valerio Evangelisti, scrittore; Roberto Paci Dalò, regista; Nicola Valentino, ricercatore; Paolo Picone /aka Peak, musicista; Aquietbump, label; Claudio Buosi, fotografo; Alessandro Maggio, fotografo; Aldo Becca, produttore indipendente; Luca Tognacci, tecnico luci, Michele Marziani, scrittore; Massimo Roccaforte, editore; Fabio Mina, musicista; Samantha Turci, scenografa; Massimo Celli, animatore sociale; Marcello Ceccarelli, amministratore coop. Harissa e oste; Francesco Latini, cuoco, Daniele Maggioli, cantautore e oste; Alfio Fiori, cooperatore; Mauro Perrone, artigiano falegname; fratelli Broche, associazione culturale; Ass. Psyconauti - Antiprò Movement – Produttori; Werther Albertazzi - Art Director – Bologna; Marilena Conti, grafico; Sandrone Dazieri, scrittore; Associazione Rifiuti zero, Rimini; Assalti Frontali, Roma; Fabrizio Favale, coreografo; Giacomo Pacassoni, medico; Alessandro Balducci; Daniele di Stefano, insegnante; Jadel Andreetto (Kai Zen J), scrittore; Michele Ercole, impiegato; Danilo Sgherri, operaio; Gli Orsi, gruppo musicale; • mOs • Federico Moschetti, studente/dj; Valentina Bilancini, impiegata; Cristian Conti, sistemista informatico; Stefania Mosconi, operatrice della formazione professionale per l'inclusione sociale; Fabio Fiori, insegnate / biologo; Alessandro Simoncini, insegnante; Marco Pini, programmatore; Sergio Valentini, ingegnere; Fabio Glauco Galli, insegnante e ricercatore; Pietrina Careddu, Visual; Davide Brace, musicicsta/produttore indipendente; Tafuzzy Records, etichetta indipendente; Maria Grazia Castellari.studentessa; Marianna Castellari,studentessa; Valeria Chioma, studentessa; Margaux Hylton,studentessa; Vera Bessone, giornalista;

Nota: E' possibile aderire all'iniziativa aggiungendo il proprio nome, cognome e professione attraverso un commento alla lettera.

Eventuali interventi più articolati, di discussione o dissenso, possono essere postati in calce a questo articolo. Grazie.

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Commenti

inserisci Fabio Mina, musicista

cari amici, non conosco bene le iniziative duì cui si parla nella lettera e anzi ne ho sempre sentito parlare, male, sulle testate giornalistiche locali. Concordo pienamente con quanto espresso a riguardo della povertà culturale della nostra, spero amata, città; povertà che si esprime a tanti livelli e in tanti modi (situazione sale cinematografiche, teatro Galli, mancanza di spazi di libera espressione...). Penso però che invece che chiudersi in spazi occupati in maniera più o meno legale, sia doveroso "apririsi" alla società civile e provare a occupare gli spazi pubblici normalmente frequentati come piazze, vie, giardini e sopratutto a riempire gli spazi lasciati vuoti dalla politica, impegnandosi in prima persona per rilanciare la cultura nella nostra città. Spero che questa voce un pò fuori dal coro possa contribuire ad un dibattito sereno e costruttivo.

Io che ho seguito in questi anni la questione Paz posso testimoniare che nessuno si è mai chiuso in spazi occupati.Le attività organizzate al Paz sono sempre state molteplici, gratuite ed aperte a tutti.Ho partecipato anch'io ad alcune.
La sede "ex Granarolo" non l'ho vista,non ho fatto in tempo, ma lo stabile occupato precendentemente era un mezzo rudere in campagna inutilizzato da anni e restaurato dai ragazzi.
Il vuoto lasciato dalla politica credo si riesca piu a colmare con una realtà cosi che con un centro giovani controllato dal comune,espressione proprio di quella classe politica che il vuoto ci ha lasciato.

Marilena Conti, grafica

questa città è morta. chi ha cercato di risurfare l'onda del mare è stato criminalizzato. Il Paz per quello che ho potuto vedere è un'interessantissimo laboratorio di gente normale, di persone coraggiose. Vorrei essere così anch'io. E mi vergogno ora più che mai di non aver fatto abbastanza. Paz libero!

Non possiamo che condividere la criticità del sistema culturale riminese ma daltronde una città che si impegna solo a cementificare, quale futuro può offrire ai cittadini al di là del soldo?
Le future generazioni dovranno accontentarsi di passare da un centro commerciale all'altro, mangiando patatine fritte davanti alla televisione?
Il problema di Rimini è che non offre molto dal punto di vista culturale e nemmeno differenziato: tutti negli stessi posti ad applaudire sempre i soliti "artisti".
L'unica amara consolazione è che e la classe politica riminese non rappresenta assolutamente gli stimoli, le iniziative e gli interessi dei riminesi e che sempre di più si parla di queste carenze.
Ci auguriamo che Paolo Facciotto (che conosciamo e stimiamo) possa riconoscere oggettivamente le ragioni a quelli che definisce i "nuovi guru del PD" che di "guru" hanno ben poco se non il merito di parlare per molti.
Attendiamo una risposta!

Come dico sempre, quando sia da destra che dalla sinistra di governo arrivano voci denigratorie, significa che hai colpito nel segno. Ovvero hai scavalcato la loro "inviolabile" esclusività nel poter decidere cosa devono pensare i cittadini.

Sottoscrivo con piacere questa tua/vostra lettera aperta (ma non dovevi mandarmela prima di pubblicarla?? ;) ).

Cristian Conti, sistemista informatico

Meeerda.... avevo dato per scontato di avertela inviata. e invece no... Peddono Cri

L'amministrazione nel risolvere la questione Paz si è dimostrata sorda.
Ho letto parecchio in merito durante i giorni del primo sgombero.L'unica offerta di Ravaioli e riportata sui giornali è quella di un locale in affitto a mille e passa euro al mese piu le utenze.Una roba da duemila euro al mese.Un'offerta troppo onerosa per un posto che offre eventi culturali gratuiti e secondo me questa si puo tranquillamente chiamare offerta fasulla. Insostenibile.A meno che non avessero intenzione di aprire un ristorante,che ne so.
Ergo la volonta dell'ammnistrazione di risolvere la questione in merito non ce n'è.
Ho visto far poco anche ai cosiddetti comunisti(italiani) in consiglio.Chiacchiere durante il primo sgombero,il silenzio durante il secondo.

vorrei controfirmare l'appello per sostenere il lab.paz per quello che hanno fatto in questi anni e quello che stanno facendo, in questa citta così individualista.
marco pini - programmatore

Ho visitato il PAZ-ex granarolo quando era ankora aperto, per curiosità e perchè non mi fidavo delle solite balle dei soliti "giornalisti".
Ho trovato 1 ambiente tranquillo ed accogliente, peccato per la kiusura! Ma non si sà mai.....forza ragazzi! Qualcuno ha cercato di "spacciare" il Paz per 1 problema, quando in realtà credo ke sia 1 ricchezza per
tutto l'ambiente cittadino: Rimini deve preoccuparsi per altri gravi fenomeni non per questi ragazzi!

Aderisco a qualsiasi cosa a cui aderisce quel galantuomo di Stefano Mina. Non conosco la questione, ma sono a favore di tutti i fermenti di libertà non stupidamente anarcoidi.
Non tollero chi strappa i fiori dalle aiuole, ne chi calpesta l'erba dei bambini (a volte non tollero neanche i bambini, ma solo quando vogliono andare in bagno o chiedono la panna sul cono, quando la panna è finita); non tollero il conformismo, anche quello di chi dice "canna è bello"; non tollero gli eccessi, ma credo che il "Paz" sia ricerca non eccedente.
Francesco Di Domenico Didò
imbianchino - tranviere - scrittore umorista- napoletano(che è una dolorosa professione).

Veramente vergogna ai rappresentanti in doppio petto degli studenti. Oggi un corteo che doveva essere silenzioso perchè così voluto e deciso tra questura e i baroni della scuola. Vergogna. Il corteo con spezzone autonomo è stato isolato con la volontà di attacare l'espressione autentica di questa nuovo ondata studentesca anche a Rimini. L'ennesimo tentativo di creare scontri e fra l'altro attaccare il Paz. Ma che credono che l agente sia tutta deficente??? questa città puzza. puzza di gente che dorme. SVEGLIA!!!

Il corteo si è diviso in due tronconi,il Paz e l'università da una parte e gli studenti delle superiori che molto destrorsi non volevano neanche i cori anti gelmini.
C'è voluta la cronaca del Corriere Romagna a spiegarlo bene
http://rassegnastampa.provincia.rimini.it/ArticoliPdf/42724.pdf
A legge il Resto del Carlino, che sul Paz sta ultimanente sta arrivando quasi ai livelli de "la Voce" ,sembrava che il corteo avesse scacciato il Paz.

Dico questo perchè il grosso problema del Paz è appunto la stampa.

A parte il Corriere Romagna,gli altri due giornali sono apertamente schierati contro il centro sociale
Basta vedere l'articolo del Carlino il giorno dopo lo sgombero:"blitz della Digos liberata la Granarolo"..ma liberata da chi!!Andatevi a far benedire!
Mi hanno detto che li di fronte sono gia ritornati gli spacciatori e le puttane,forse il carlino intendeva "liberato per darlo agli abituali frequentatori",non so..

Le firme sono aumentate.Alla fine sarebbe bello pubblicare il tutto su un giornale comprando una bella pagina.Se fate una raccolta fondi do qualcosa anche io.

questo periodo è bello energizzante. la vittoria di obama, gli studenti. Bene. Non possiamo lasciare il paz solo. anzi. Pubblichiamo l'articolo con tutte le firme. Questa città dorme. Sveglia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Luca Moroni, precario(programmatore)

E' gia finito tutto?Un bella letterina alla città e poi basta di preoccuparsi per loro?

Cosa vuol dire "una bella letterina e poi basta di preoccuparsi per loro?"

Forse mi sono espresso male,non voleva assolutamente essere un critica.
Intendevo dire che è stata gia fatta una cosa importante con questa lettera.Ma è un primo passo,ovviamente non è sufficiente per dare ai ragazzi la possibilità perlomeno di aprire una trattativa con il comune per un nuovo spazio.Nessuno politico a seguito di questo appello ha detto niente i giorni successivi.Tutti zittiti da Ravaioli.La mia impressione che lui (ex Margherita quindi ex DC e quindi neppure di sinistra) ODI il centro sociale Paz con tutte le sue forze.Un odio viscerale che è palese.Lo si evice sia dai suoi proclami sul giornale,sia dalle proposte fantoccio come quella prima dello sgombero di via Montevecchio,dove aveva offerto "generosamente" uno stabile a 1200 euro piu le utenze ,ma prima erano da saldare subito i 2000 euro di bolletta Enel per i tre anni nel vecchio stabile.Quando centri giovani come la gazzella mi pare piglino 30000 euro all'anno.
La Fiori è un anno che sui giornali non dice niente.Eugenio Pari idem.Zanzini con patate.VIVIAMO A RAVAIOPOLI?
Chiamarti guru mi pare offensivo se non ridicolo,ma sicuramente sei una persona importante all'interno del PD..e quindi ti chiedo:ma che diavolo sta succedendo?Non si puo fare prorio nulla, diamine

Rimini si sta fascistizzando,e non bisogna votare destra per diventarlo.Secondo me la piu palese dimostrazione è stato quando a tre mesi dall'attentato,l'amministrazione,invece di dare una dimostrazione di essere "di sinistra" e cercare una soluzione ha ordinato lo sgombrero.Nella locale sede di Forza nuova avranno stappato champagne per aver trovato cosi autorevoli alleati nel PD e rifondazione(ma per altri motivi).E per fortuna loro a Rimini Comunisti italiani e verdi (pro paz a parole) non esistono
Invece di trovare una soluzione il sindaco ha tirato fuori un'offerta pacco,è andato sui giornali la settimana dopo dicendo "che ai giovani del Paz non va bene niente,lui aveva proposto una soluzione" e 10 giorni dopo ha mandato in via Montevecchio un' esercito,per svuotare la scuolina e farla tornare nella sua precedente situazione di abbandono.
Rimin si merita quello che ha,altrochè!E' diventata una città dove la massima espressione culturale sono le chiacchiere in piazzetta e se chiedi un aiuto per fare attività sociali,a meno che non sei di Chiesa o CONTROLLATO trovi solo porte sbarrate e a volte denunce

Grazie per quello che fai per il noi del Paz
Ho sempre pensato di essere una persona impegnata nel sociale,senza un momento libero per dedicare a me stesso..ma invece Ravaioli mi ha rivelato che sono un pidocchioso parassita e perdippiù ora pure un criminale.
E' stato rispolverato il codice Rocco per lanciare accuse gravissime e minacce di pene severissime,da ultras devastatore, da eversore.
Se dovessi demoralizzarmi per tutte le cose fatte che riconosciute l'amministrazione avrei smesso da un pezzo di fare l'attivista,ma qua si sono messi in testa di arrestare tutti.Cos'è diventata Rimini,chi abbiamo partorito come amministratori?Oggi i centri sociali,domani saranno le cooperative
grazie ancora