Inviato da Enrico Rotelli il 9 Luglio, 2008 - 18:02
C'è uno strano destino in chi, come me, ha un soprannome come Kikko. Con o senza kappa, sei perseguitato dalla pubblicità dell'omonima casa di prodotti per bambini. E quindi, da quando cominci a frequentare i luoghi pubblici, dove incontri tuoi pari, asilo, scuola, catechismo, lavoro e tutte le diavolerie sociali - inclusa la disco - il lavoro dei pubblicitari ti si riversa contro. Quasi una maledizione. "Piacere, Kikko..." "Dove c'è un bambino...", ovviamente cantilenato. Le scelte sono poche: o cancelli il soprannome - e in Romagna è un problema, te ne affibbiano un altro, magari nemmeno di tuo gusto - oppure ti armi di rassegnazione e impari a gestire gli sguardi, permeandoli. Non di odio, a che serve poi: i motti o sono per presa in giro, e la rabbia li alimenta, o sono battute di spirito innocenti, scontate ma innocenti. Ecco, negli sguardi puoi solo dire: toh, che gustosa novità questa battuta, l'ho sentita solo dalla prima elementare!!!
Inviato da Enrico Rotelli il 1 Luglio, 2008 - 19:32
Janvier, l'ispettore di Maigret, si è beccato una pallottola in piano petto, mentre sorvegliava una pensione in rue Lhomond. Faceva la posta a un rapinatore, che col complice aveva rapinato un piccolo locale notturno, la "Cigogne", in rue Campagne - Premiére, a Montparnasse, all'ora di chiusura. A volto coperto, con una pistola in pugno. Uno dei due era stato riconosciuto dall'addetta ai bagni come cliente, poco prima della rapina. Un dettaglio dei pantaloni è bastato per identificarlo e trovare la residenza, l'affittacamere in rue Lhomond.
Inviato da Enrico Rotelli il 30 Maggio, 2008 - 04:21
Allora, siamo tutti lì. Valeria con il cappellino giallo e quel tubino che è tanto aderente e scollato che sembra che debba scoppiare tutto lì sul palco da un momento all'altro. Francesco è un incrocio tra il fratonzolo godereccio del "Nome della rosa", quello finito sul rogo, e l'Abate Flauchelafleur, il precettore del baroncino Cosimo Piovasco di Rondò. Alice ha il cappellino giallo da monello girato indietro, quello che non strozza. Manca solo che dica "Signorina Margheritaaaa" e Sordi le farebbe un baffo.
Inviato da Enrico Rotelli il 30 Maggio, 2008 - 04:09
Allora, eravamo lì, al pomeriggio, il palco pronto, la sabbia tutta sparsa, la prova generale già fatta - due giorni prima perché quei cazzoni del teatro la sera prima avevano dato la disponibilità a uno spettacolo di cori, fregandosene che dovevamo fare lo spettacolo il giorno dopo e noi quindi non abbiamo potuto fare la generale il giorno prima e nemmeno allestire la scenografia e abbiamo dovuto allestirlo nel pomeriggio stesso dello spettacolo, ma vabbé, sono sgambetti da cazzoni e si sa che di cazzoni è pieno il mondo - e avevamo in programma una prova tecnica.
Inviato da Enrico Rotelli il 30 Maggio, 2008 - 04:00
Chiara ha degli occhi che mi inquietano. Cioè, ti guarda e non capisci cosa c'è dietro quelle pupille nere. Un po' come i personaggi dei quadri di Rembrandt: mamma che angoscia, quelle pupille che ti squadrano mentre le guardi. E poi sta molto zitta. E questo è inquietante. Magari è solo miope e parla solo se ha qualcosa da dire. Però mi inquieta. E poi è la regista. Anche Alberto è regista, però gigioneggia di più. E scherzando smussa gli spigoli. Ma fissa i paletti, quando vanno fissati. Chiara invece è calma ma sembra sempre sul pezzo. A me va bene, gente così. Seria.