Racconti de La casa di Kikko

Letterina di Natale

Davanti a me ho la lettera di licenziamento. Per conoscenza. Perché è indirizzata alla direzione territoriale del lavoro. La forma non è ancora raffinata nella cooperazione. Ma è solo questione di tempo, impareranno. E in fondo non ha importanza: lo sapevo. Me l'hanno detto in un colloquio. Tutti lo sapevamo. Era nell'aria. Abbiamo perso l'appalto e in genere questa è la trafila: si può passare alla coop che subentra. La Direzione Territoriale convoca il tavolo con le Parti e si definisce la trattativa. A fine mese si può scegliere.

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Un Sms, una storia. Di Natale Due. Ovvero, come fare (di nuovo) gli auguri in 160 caratteri.

L'ho rivisto il mio Babbo Natale di plastica, è tornato: scalava il balcone di una ragazza. Forse stanco di guardare la felicità. Auguri, allora.

Kikko

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Separazione consensuale

Il mio inseparabile si è separato. Da me. E sono di nuovo single. Diciamo. Lo ero anche prima, ma era piuttosto familiare tornare a casa ed essere accolto da un urlo stridulo. Un saluto, presumo. E la mattina, uscendo, sentire dalle scale un urlo stridulo. Un altro saluto, presumo. Davvero un che di familiare. Di una famiglia sull'orlo della separazione. Il mio ex inseparabile si chiama - o si chiamava, non so - Marlow. Senza la "e". Tutti lo confondevano con il detective di Chandler.

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Un Sms, una storia. Di Natale. Ovvero, come fare gli auguri in 160 caratteri.

Il mio Babbo Natale di plastica ha scalato ormai la casa. Dice che vuole attaccarsi alla slitta di quello vero per vedere la felicità del mondo.

Auguri.

Kikko

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Piccolo segretario e le "Donne della Val Trompia verso il Partito Democratico"

Piccolo segretario è nei guai. Grossi. Tutta colpa del Partito Democratico. Sì perché non basta doverlo realizzare, ci si mettono pure le “sue” donne, la cugina e la cognata. Che non si parlano. Ma fanno parte entrambe del Coordinamento valtrompiese donne democratiche di sinistra. O meglio, si parlano, ma se possono una stilettata con il ferro da calza se la darebbero volentieri. Ma vigliacca miseria mai una volta che una dia le spalle all'altra. L'ultima stilettata che si sono date riguarda il Partito democratico. C'è da crearlo.

Ricordati di santificare le feste

La liturgia è in bianco e nero, un po' seppiata dal tempo, anche se i colori che sventolano sgargianti tra i tricolore sono del grano, del ferro battuto, del sangue ricordato. Le parole sono quelle, ora e sempre: stampate, sarebbero anche loro in bianco e nero. Qualcuna claudica, rodata dal tempo, dall'emozione, le esse volano strascicate, aprono il sorriso. Esse romagnole. Suonano di campagna, di borgo affastellato, di mani callose, di biciclette, di fazzoletti al collo e cappelli di paglia. Di secolo passato. Qualcuna è più giovane, stentorea, impettita, rodata dai libri ha perso la esse, ma non suona lo stesso significato. Sono le parole del ricordo, della celebrazione: è festa, la Liberazione. PierUgo B. non c'è. Non c'è mai stato. Dice che non è la sua festa. “E' della sinistra”. Non ci verrebbe mai, non ci porterebbe i suoi figli, perché è di parte. Ti sbagli, ho provato a dirgli. Guarda indietro, con più attenzione. La Resistenza non è solo di sinistra, è antifascista. Cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici... Qualcuno ha pagato di più, qualcuno di meno, ma i loro morti li hanno avuti tutti.

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Driving away from home

Voglia di muoversi, non importa dove, ma questo sabato può essere di quelli che hanno un inizio e nessun fine. Just

Driving away from home

Thirty miles, no more

Moving away from home

Without a care.

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Dialogo sopra le automobili, gli autovelox e i treni

Domenica senza auto, a Rimini, come in molte altre città. Passo da PierUgo B., ha il computer che fa il matto e non si capisce perché, nello sconforto dei bambini che non possono giocare. E neanche io lo capisco, perciò mi arrendo e mi incammino verso la mia passeggiata. "Aspetta, prendo la bicicletta e ti accompagno, vado a prendere le pizzette per i bambini". E ci avviamo insieme, lui bici alla mano. Sul corso, incontriamo Y., suo vecchio amico e, dopo pochi convenevoli, la conversazione - giuro, è tutto vero, ho cambiato i nomi ma ve la giro pari pari - si avvia sulle auto.

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Traccia di un monologo al volo per il corso di teatro

Vado. Non vado. Vado. Non so nemmeno dove... Non vado. Certo che un ponte di tre giorni qui… Come li sbatto?!… Massì, vado. Veneto… le ville del Palladio… E' una vita che le voglio vedere… Piove al nord. Troppo.

Napoli. Ho anche la scusa, comprare le camicie. Massì, una bella cavalcata in autostrada, le Marche, l'Abruzzo…

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Santa Klaus si è dimesso

I fratelli B., presi uno alla volta, sono persone simpatiche. Il piccolo è un compagnone, un po' lulone, con miccia o benzina sempre pronte per scatenare o rinfocolare la polemica. Pure il grande è così, però non è lulone. Insieme, sono micidiali. Entrambi sono agenti di commercio, e anche bravi, soprattutto se lanciano un'idea in compagnia per il LORO divertimento. Se la palleggiano tessendo una rete di discorsi che avvolge prima gli astanti, poi la vittima di turno. Un paio di Natali fa, quella vittima ero io. “Kikko, ci manca il Babbo Natale.

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