Piccolo segretario e le "Donne della Val Trompia verso il Partito Democratico"
Piccolo segretario è nei guai. Grossi. Tutta colpa del Partito Democratico. Sì perché non basta doverlo realizzare, ci si mettono pure le “sue” donne, la cugina e la cognata. Che non si parlano. Ma fanno parte entrambe del Coordinamento valtrompiese donne democratiche di sinistra. O meglio, si parlano, ma se possono una stilettata con il ferro da calza se la darebbero volentieri. Ma vigliacca miseria mai una volta che una dia le spalle all'altra. L'ultima stilettata che si sono date riguarda il Partito democratico. C'è da crearlo. Solo che tutte e due vogliono essere le alfiere del nuovo movimento. E lo tempestano di telefonate. E Piccolo segretario, che non vuol fare favoritismi, ascolta paziente. E quando non ne può più, stacca il cellulare e si ritira nel pensatoio - che è il pollaio dietro casa - e comincia a dar da mangiare alle galline, sospirando tra un “pio pio pio pio” e l'altro. Ma mentre si rilassa come può, in Val Trompia ferve la politica.
Pensa che ti pensa sulle iniziative per fregare la rivale, la cugina di Piccolo segretario ha un'idea fulminante. Stila un bel documento e invita un po' di amiche: quelle del the delle cinque al “Circolo valtrompiese di carità femminile”, del quale lei è l'altro membro, il gruppo “Donne per la liberazione dei mufloni albini”, quelle del “Dissetiamo il terzo e il quarto mondo con una goccia di solidarietà” e la consigliera delegata alle Pari Opportunità del consiglio di frazione di Belvedere in Val Trompia. Insomma, c'erano tutte e 5. Legge il documento “Donne Ds per un partito democratico fatto da Donne” e le invita caldamente ad aderire, perché “questo processo generativo è fondamentale per la democrazia italiana, sarà il forcipe (brivido tra le 4 astanti) che farà rinascere le donne ma prive dal giogo del potere maschile, prendiamo anche qui il ruolo che ci spetta nella democrazia valtrompiese, bla bla, bla bla. Insomma, firmate qui”.
“Ma dobbiamo firmare come donne o come rappresentanti delle nostre associazioni?”
“Io pensavo come donne per non coinvolgere le vostre associate...”
“Mah, sai, se firmiamo noi bene, se firmiamo come associazione magari suona meglio... Eppoi, scusa, lo sai che siamo le uniche iscritte, no?!”.
“No, dai, firmate come donne Democratiche. E' un documento politico...”.
“Ah, ok. Ma le altre”?
“Le altre chi, scusa”?
“Le altre donne del coordinamento...”
“He, le ho avvertite della riunione ma non potevano esserci... Le facciamo firmare dopo, tanto non scappano mica...”.
E giù le 4 firme.
“Perfetto. Adesso lo stampo per benino, e lo mando ai giornali”.
Nello stesso tempo, al circolo Val Trompia Chess club, la cognata di Piccolo segretario è riunita con le amiche per presentargli il documento “Donne Ds per il Partito Democratico delle donne”. Oltre a lei, presidente - segretario e scacchista emerita, c'è l'altro membro del Valtrompia Chess club, Martina Busolenghi, l'assessora alla Pari opportunità della Comunità montana Teresa Guidomai, la presidentessa del circolo “Aiutiamo i nostri vecchi a non sentire la vecchiaia”, che guardava in tralice l'altra convenuta, la presidentessa del gruppo “Anziani attivi per una terza età”. Non erano proprio amiche, per via delle associazioni, ma in qualità di donne Ds mettevano da parte le loro rivalità e discutevano di cose comuni, riservandosi le stilettate con i ferri da calza quando dovevano proporre i progetti per gli anziani al Comune di Mondello Valtrompiese. Insomma, la cognata di Piccolo segretario è soddisfatta per l'en-plein: ci sono tutte cinque.
“Care amiche – esordisce - ho stilato questo documento che vi invito a sottoscrivere. Perché dobbiamo prendere anche qui il ruolo che ci spetta nella democrazia valtrompiese, questo processo generativo è fondamentale per la democrazia italiana, sarà il forcipe (brivido tra le 4 astanti) che farà rinascere le donne ma prive dal giogo del potere maschile, bla bla, bla bla. Insomma, firmate qui”.
“Ma dobbiamo firmare come donne o come rappresentanti delle nostre associazioni?”
“Io pensavo come donne per non coinvolgere le vostre associate...”
“Mah, sai, se firmiamo noi bene, se firmiamo come associazione magari suona meglio... Eppoi, scusa, lo sai che siamo le uniche iscritte, no?!”.
“No, dai, firmate come donne Ds. E' un documento politico...”.
“Ah, ok. Ma le altre”?
“Le altre chi, scusa”?
“Le altre donne del coordinamento...”.
“He, le ho avvertite della riunione ma non potevano esserci... Le facciamo firmare dopo, tanto non scappano mica...”.
E giù le 4 firme.
“Perfetto. Adesso lo stampo per benino, e lo mando ai giornali”.
La mattina dopo, l'Eco della Valtrompia, titola così: “Il manifesto delle donne Ds per il partito democratico”. Sottotitolo: “Scegliete voi lettori quale preferite”. Si perché il caporedattore – corrispondente locale ha una relazione semiclandestina con la cugina di Piccolo segretario. Nello stesso tempo “intervista”, ogni tanto, la cognata di Piccolo segretario, al motel “Verdi cime della Valtrompia”. E a entrambe, in due occasioni diverse, aveva assicurato massima copertura stampa. Poi, vedendosi arrivare lo stesso documento, ha pensato: “per ora facciamo così, poi domani vedremo”. E ha staccato il cellulare. Arrivato come al solito in redazione alle 11 precise, giungono anche gli squilli che aspettava: al cellulare e al telefono.
Caporedattore: “Pronto”.
Cellulare = Allora?!
Telefono = Allora?!
Cap. = Allora cosa?
Cel. = Cos'era quel titolo, he?! E quell'articolo!?
Tel. = Cos'era quel titolo, he?! E quell'articolo!?
Cap. = Cipollina, mi hai inviato il comunicato e l'ho pubblicato...
Cel. = Non fare il finto tonto, hai pubblicato il mio documento e pure quello dell'altra... Stronzo.
Tel. = Non fare il finto tonto, hai pubblicato il mio documento e pure quello dell'altra... Stronzo.
Cap. = Non fare così, dai.... Cosa dovevo fare, Mi sono arrivati tutti e due, non posso fare preferenze, no?! Ho un ruolo da rispettare, obbiettività... E poi erano uguali, tutte e due di donne Ds, cinque firme sotto uno, cinque sotto l'altro...
Cel. = Non erano uguali, nel mio c'era il richiamo a Veltroni...
Tel. = Non erano uguali, nel mio c'era il richiamo a Veltroni...
Cap. = Guarda che c'era anche nell'altro...
Cel. = Io ho scritto che la Val Trompia deve avere un'impronta più rosa se vuole crescere...
Tel. = Io ho scritto che la Val Trompia deve avere un'impronta più rosa se vuole crescere...
Cap. = C'era anche nell'altro...
Cel. = Eppoi quel documento che hai pubblicato non era uguale al mio. Me lo ricordo, ho fatto il collage dal discorso di Vel.... Va beh, insomma, era diverso.
Tel. = Eppoi quel documento che hai pubblicato non era uguale al mio. Me lo ricordo, ho fatto il collage dal discorso di Vel.... Va beh, insomma, era diverso.
Cap. = Ti giuro, erano uguali, solo i capoversi erano disposti in maniera diversa. Così li ho rimescolati un po' con word, ma – morissi qui - non ho cambiato una virgola. Sono stato salomonico.
Cel. = Salomonico un ca**o. Io lo so perché, ti vedi ancora con quella. Ma stavolta non te la cavi con i fiori, i cioccolatini e l'intervista. Stai fresco.
Tel. = Salomonico un ca**o. Io lo so perché, ti vedi ancora con quella. Ma stavolta non te la cavi con i fiori, i cioccolatini e l'intervista. Stai fresco.
Cap. = Ma no, dai, non dire così, sai che sei l'unica. Ormai questa cosa l'ho sistemata, la sento solo per la professione.
Cel. = Te a me non ci pensi, non pensi alla mia carriera e non credi che quella (parola irripetibile) porterà il partito alla rovina. E non mi vuoi aiutare. Sei uno stronzo, un insensibile, un irresponsabile. Non mi ami più.
Tel. = Te a me non ci pensi, non pensi alla mia carriera e non credi che quella (parola irripetibile) porterà il partito alla rovina. E non mi vuoi aiutare. Sei uno stronzo, un insensibile, un irresponsabile. Non mi ami più.
Cap. = Ma no, dai, non dire così cipollina, ma se non faccio altro che pensarti. Sei tu che non mi pensi: se l'Ordine venisse a sapere che ti favorisco sul giornale mi radierebbero. E addio articoli. Anche i tuoi... Cosa potevo fare? Niente, dai...
Cel. = Stronzo, non farti più vedere.
Tel. = Stronzo, non farti più vedere.
Cap. = Cipollina, dai... Mettiti nei miei panni, su. Cipollina...
Cel. = (respiro pesante)
Tel. = (respiro pesante)
Cap. = Dai cipollina, non fare il broncio. Senti, ti do anche un consiglio. Perché non fai il blog? He? Così scrivi tutto quel che vuoi.
Cel. = Il bloog? Cos'è?
Tel. = Il bloog? Cos'è?
Cap. = Massì, quei siti che poi ci scrivi le tue iniziative. La gente lo visita e legge quel che fai...
Cel. = E chi ci capisce niente di siti... E poi chissà quanto costa...
Tel. = E chi ci capisce niente di siti... E poi chissà quanto costa...
Cap. = Ma no, si aprono con facilità e non costano nulla... Non conosci nessuno che ti può aiutare?
Cel. = Perché, te non sei capace?
Tel. = Perché, te non sei capace?
Cap. = Cipollina, io ho da fare con il giornale... Non ce la farei... Cipollina...
Cel. = (Silenzio)
Tel. = (Silenzio)
Cap. = Ti giuro, alla prossima iniziativa che fai ti do massima copertura. Ti do l'apertura di pagina e ci metto un'intervista lunghissima... Dai, non mi fare il broncio... Cipollina?!
Cel. = Davvero mi dedichi una pagina?
Tel. = Davvero mi dedichi una pagina?
Cap. = Giuro. Ti ho mai mentito?!
Cel. = (Sospiro)
Tel. = (Sospiro)
Cap. = Sei ancora lì?!
Cel. = Si. Però sei stato stronzo.
Tel. = Si. Però sei stato stronzo.
Cap. = Te l'ho detto, mi è arrivato anche il suo comunicato, che potevo fare?
Cel. = Davvero non la vedi più?
Tel. = Davvero non la vedi più?
Cap. = Ma chi?
Cel. = Come chi?! Quella. Stronzo.
Tel. = Come chi?! Quella. Stronzo.
Cap. = Ma stai scherzando? La sento solo per lavoro. Ci sei solo tu per me.
Cel. = E mi farai una pagina intera?
Tel. = E mi farai una pagina intera?
Cap. = Come l'altra volta, sempre che non ci sia qualche incidente, he?
Cel. = Con l'intervista?
Tel. = Con l'intervista?
Cap. = Con l'intervista.
Cel. = Quando la facciamo?
Tel. = Quando la facciamo?
Cap. = Beh, la prossima volta che ci vediamo....
Cel. = Mmmm... Vedremo... Ciao.
Tel. = Mmmm... Vedremo... Ciao.
Cap. = Ciao cipollina
Cel. = Click!
Tel. = Click!
Uffff, me la sono cavata anche stavolta...”.
(Continua)
Nota anti-dietrologia L'autore avverte che il racconto è frutto della sua (poca) fantasia eventualmente malata. Ogni riferimento a persone o fatti avvenuti è puramente casuale. Soprattutto sottolinea che, pur essendo un militante maschio, anche segretamente si duole delle quote rosa perché sarebbe bello che non ce ne fosse bisogno. Quindi, a scanso di equivoci, non soffre di misoginia ma del bisogno, tutto onanistico, di farsi quattro risate sulla politica (di entrambi i sessi), sperando di condividerle. Magari sta diventando un po' misantropo, ma questo è un altro discorso.
Commenti
Cristella (non verificato)
10 Settembre, 2007 - 19:40
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Ah, quante "interviste" ho
Ah, quante "interviste" ho fatto negli ultimi anni... Uehi, Kikko, ma dopo questo post (mitico!), chi gliela racconta più, a mio marito, che erano ... solo "interviste"? E se votassimo la Rosy?
Enrico Rotelli
10 Settembre, 2007 - 19:56
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Te no fargli leggere niente
Te no fargli leggere niente me tu marid e tci in pien. Per la Rosy: spiacente, ho firmato per Veltroni, ma alla "pasionaria" un pensierino (no per un'intervista, he?!) ce l'ho fatto...