Quel che resta sono solo vetri e petardi scoppiati

Manifestazione Forza Nuova a Rimini - foto Corriere Romagna

Se il risultato della contestazione alla manifestazione di Forza Nuova è stato un po' di gazzarra e due vetri rotti di un'auto dei carabinieri, credo che l'Anpi abbia fatto bene ad andare a “lustrare le targhe” (come ha più o meno scritto qualcuno), in tutt'altra parte della città. Perché ha segnato diverse misure sulle distanze che possono occorrere oggi tra fascisti e antifascisti e tra metodi che accomunano o distinguono i primi dai secondi.

Forza nuova è andata, comunque la si voglia vedere, ad una conta. Con un'azione dimostrativa su scala regionale e nazionale. Sul peso che ha a Rimini abbiamo già avuto prove evidenti della sua inconsistenza, così come della soglia di attenzione che raccoglie. Sono pochi e non riescono ad andare oltre la stanca litania di teorie ormai rese opaline dalla storia. Non parliamo della loro capacità organizzativa: qualche volantino e un tentativo maldestro finito in giudicato. Una minaccia risibile, insomma: il mascellone, se potesse, li avrebbe già rispediti tra i balilla. La manifestazione di ieri, anche se “organizzata” su scala regionale, non ha superato di molto quelle precedenti. E sì che siamo la terra natia del mascellone. Una ventina di agenti in tenuta antisomossa la dice lunga sulla reale preoccupazione che ha destato il numero dei militanti neri e dei loro contestatori. Il bilancio delle vittime, qualche petardo scoppiato e due vetri rotti, sintetizza il portato degli ideali che li animano. Evitare il terreno di “confronto” con gli uni e gli altri, andando altrove quindi, è stata la summa della filosofia cittadina: quando sei in strada, non parlare con i patacca, chi ti guarda da lontano non capisce la differenza.

Anche andare al parco Cervi ha significato in qualche modo andare alla conta. Intanto per chi si riconosce nell'eredità lasciata dagli antifascisti, quelli scomparsi o con i radi capelli bianchi che l'antifascismo l'hanno vissuto sulla propria pelle. Che, per chi non lo ricordasse, si riassume nella Carta Costituzionale. Ma ha significato anche andare alla conta di chi non sceglie un metodo: quello dei fascisti. E decide di non porsi né allo stesso livello né sulla medesima prospettiva, temporale e politica. Né, tantomeno, prestarsi ad un gioco delle parti che, alla fine, non paga. Ai monumenti di Morri la somma di chi ha ribadito la propria appartenenza mostra un saldo positivo che doppia i manifestanti e i loro interlocutori. E pur senza clamore, soffoca gli echi ormai sordi di parole d'ordine stantie. Non è poco. Anzi, è abbastanza per riflettere su come, almeno a Rimini e provincia, coltivare in futuro il terreno della cultura democratica.

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