Capire la città: «La vita agra» di Luciano Bianciardi
No, per intendere la città, per cogliere al disotto della sua tesa tetraggine il vecchio cuore di cui molti favoleggiano, occorreva - adesso lo capivo - fare la vita grigia dei sui grigi abitatori, essere come loro, soffrire come loro. Far vita di quartiere, come suol dirsi, e magari anche vita di sezione, purché capocellula sia non il tosacani parigino, ma il fiero imbianchino che t'ha pitturato la camera, e compagni il garzone del lattaio, il vigile urbano, la massaia, il giornalista che ha una stanza nella pensione vicino alla tua, purché cellula e sezione coincidano con il tuo mondo quotidiano.
Luciano Bianciardi, La vita agra, 1962 Rizzoli