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Steso sul lettino sto e osservo un social network che troppo coglierò (scusa Guido Gozzano)

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 28 Agosto, 2014 - 11:44

Ieri un gruppo di persone che condividono un progetto di social network, tra le quali io, hanno dato corpo alle loro identità digitali: chi con una birra, chi con uno spritz, chi con un bicchiere di vino. Dal flusso di byte più o meno abituale si è passati a un inusuale (per chi non si è mai conosciuto al di fuori degli universini Facebook o Instagram) flusso di informazioni reali: nomi, cognomi, professioni, desideri, aspettative, puntualizzazioni, anche contrasti. Un embrione di setting - per paragonarla alla psicoanalisi di gruppo - intorno agli hastag che dovrebbero catalizzare le narrazioni sui social media su un soggetto comune. Temo che detta così sia di un'astrusità inusitata. E questo è già un primo esito della riunione, al quale, purtroppo, non mi sottraggo come responsabile. Ma, oltre alla piacevole ed eterogenea compagnia, l'incontro è stato utile per costringermi a toccare terra dai social network e tentare di guardarli con un po' di sano distacco e un pizzico di pragmatismo. Diciamo allora che questo post, in termini di “psicoanalisi”, è un po' il proseguimento del setting.

A me, Enrico Rotelli, cosa servono i social network? Cosa rappresenta l'inarrestabile flusso di opinioni, massime, immagini, video, commenti che quotidianamente scorro - e alimento con più o meno saccente supponenza – più volte al giorno su Facebook e, in misura molto minore, su LinkedIn? Dovrei dire “poco”. Perché il mio media di riferimento sul web è Il sito, qualunque esso sia. I social network sono solo dei vettori di contenuti che hanno una loro casa ben definita, modellata intono a me o ai miei committenti. Per questo dovrei essere presente e alimentare i vari profili creati e gestiti sulle piattaforme social di uso comune in Italia. Detto questo, mi sono fiondato su Analytics per vedere esattamente che peso reale hanno in questa politica (apparentemente) distaccata. Su enricorotelli.it l'apporto social è del 23% dall'inizio dell'anno, molto dopo i motori di ricerca. Facebook la fa da padrona – ho un bacino d'utenza di circa 1400 “amici” - ma devo dire che mi aspettavo qualcosa di più da LinkedIn, trattandosi di un sito di taglio professionale. Certamente sconto il fatto di non aver investito abbastanza sulla piattaforma, in termini di contatti e di contenuti. Sul blog La casa di Kikko l'apporto invece è del 70%, pazzesco per come considero i social network. Sul sito aziendale invece non arriviamo nemmeno al 2%, scontando probabilmente il fatto che è un sito dedicato al B2b. Ma non ne sono poi così sicuro: l'area social è giovane e va implementata ancora a dovere.

Tutta qui la psicanalisi? No. L'incontro e la successiva riflessione hanno reso evidente che l'investimento sui social , in particolare Facebook, è purtroppo molto più sostenuto. Nei fatti l'impegno che profondo nell'immagine social non è “solo” di renderla aderente alla mia realtà (ovvero il mio media di riferimento), mio malgrado mi adopero per farla diventare essa stessa una realtà parallela, se non esclusiva. Una bizzarra fagocitatrice di energie che mi restituisce certo lettori, ma a un prezzo – emotivo e di coinvolgimento – spropositato. E che assorbe creatività dilapidandola nel giro di pochissime ore, se non minuti, oscurandola nelle timeline dei miei lettori sotto una valanga di altre massime, link, immagini. E tutto questo in modo quasi inconscio. Il gioco vale la candela? Fino a un certo punto. Se, come dice Google, the content is the king, l'obolo che do al re è infinitesimale rispetto a quello donato ai suoi vassalli (Facebook, LinkedIn). E quel che mi restituiscono, per quanto sia elevato in valori percentuali, è sicuramente poco in valori assoluti, perché l'energia assorbita – tanta – resta confinata in social chiusi e autoreferenti. E sopratutto – maledetta pigrizia - non si trasforma in contenuti con la C maiuscola.

(L'anima del poeta mi perdonerà se ho abusato nel titolo di alcune sue strofe)

Media: Social networkFacebookLinkedIn

Facility management, on line il video illustrativo dei servizi Customer Relationship Management (Crm) e amministrativi

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 14 Luglio, 2014 - 13:08
Facility Management: Customer Relationship Management e servizi amministrativi Target Sinergie Video of Facility Management: Customer Relationship Management e servizi amministrativi Target Sinergie

In un minuto i servizi Target Sinergie di Facility Management per le imprese: è on line il nuovo video che racconta il lavoro amministrativo e di Customer Relationship Management, narrato attraverso le parole e i volti di chi ogni giorno opera per i nostri clienti. Da me ideato, scritto e prodotto come responsabile dell'ufficio Comunicazione, il video è stato diretto, girato e montato da  Mattia Metalli. L'ambientazione è negli uffici Target Sinergie del settore Facility Management, a Rimini, con la collaborazione del responsabile operativo Tommaso Pirozzi e dell’operatrice Elisa Baschetti, insieme ai colleghi che si sono messi a disposizione per spiegare il loro complesso lavoro di tutti i giorni attraverso le immagini.

Il tempo è tiranno, ma in un minuto se ne possono dire di cose. E Tommaso Pirozzi ha raccontato il ruolo che gioca Target Sinergie nel mercato dei servizi di Facility Management: “un punto di riferimento per le aziende che scelgono di esternalizzare la gestione delle pratiche amministrative e le relazioni con la propria clientela”. E nello stesso tempo le peculiarità dell’azienda: “una delle poche realtà in grado di gestire per conto terzi sia la le pratiche amministrative sia i rapporti con il pubblico. Una capacità che non si inventa, ma si costruisce con la formazione costante del personale, sotto il profilo amministrativo, informatico e relazionale, e la selezione dei profili più adatti alle singole mansioni”.

Committenti: Target Sinergie

Come convivere felicemente con i social network in azienda e magari rimediare pure qualche cliente

Ci sono aziende che guardano con diffidenza i social network: roba per perdere tempo, secondo qualcuno. Io sono invece tra quelli che crede che i social network – massì, facciamo un po' di nomi: Facebook, LinkedIn, Youtube, Twitter - possano essere un buon alleato in azienda, sopratutto se l'azienda è sociale, come una cooperativa. Sono alleati preziosi per farla conoscere, diffonderne i contenuti sociali, i servizi che offre e per coltivare la collaborazione tra colleghi. Più altri mille risvolti che per brevità fatico a enucleare. Ci crediamo così tanto in azienda – In Opera e Target Sinergie - che la (giusta) partecipazione dei dipendenti non solo l'auspichiamo e la incoraggiamo, ma l'abbiamo inserita in un progetto di Responsabilità sociale di impresa che ha partecipato al premio Sodalitas 2014.

Se vogliamo far conoscere la nostra attività, sociale e aziendale, non ci sono scappatoie: tocca essere presenti dove le persone si muovono – il web - e dove si incontrano. E le persone, oggi, si incontrano sui social network. Può sembrare una banalità, ma è una banalità che al nostro sito, per esempio, frutta su base annua circa il 2% di visitatori. Tradotto in numeri sono poche centinaia, ma oltre il 57% sono nuove visite, percentuale sopra la media degli altri canali di ingresso, motori di ricerca compresi. Questi ultimi veicoleranno grosse quantità di visitatori, ma i social network ti danno quel qualcosa che Google e Yahoo non possono darti: la fidelizzazione del lettore. Quella te la possono dare le pagine aziendali di Facebook e di LinkedIn.

Sito e social network sono due realtà che viaggiano parallele: alimentandosi a vicenda. Il sito si propaga attraverso i secondi. I social network, non generando contenuti propri – ad eccezione di youtube - vivono e crescono con i contenuti del sito. Se il sito è statico e non offre contenuti multimediali – immagini, video - è inutile perdere tempo sui social network. Ma se il sito produce notizie – nuovi clienti, servizi offerti, progetti avviati, risultati raggiunti – queste possono essere propagate con facilità. Facebook in questo senso è utile, con semplicità si possono contattare i consumatori e veicolare contenuti sociali di cui gli utenti sono ghiotti. Per una realtà aziendale legata al B2B, come la nostra, LinkedIn invece è il social più interessante. E' un'utenza professionale, fortemente interessata a cercare contatti e opportunità, a conoscere realtà aziendali e servizi. L'identità dell'impresa, oltre che del singolo, è fondamentale per catturare attenzione, catalizzare interesse e fidelizzare un pubblico. E infatti, il lettore che da lì raggiunge il sito (85% di nuove visite sul nostro), non si ferma alla pagina di ingresso, visita più pagine e più a lungo di qualsiasi altro canale di ingresso.

Che ruolo hanno i dipendenti? Fondamentale. Sono loro il motore dei social, i propagatori delle informazioni. Su Facebook, ad esempio, oltre alla pagina aziendale abbiamo creato un gruppo per i dipendenti, nel quale condividono gli interessi fuori e dentro il lavoro. Promuovono il volontariato, i momenti di socializzazione aziendale, le immagini del lavoro e del loro tempo libero, cementando così i rapporti ben oltre l'orario d'ufficio o di cantiere. Non solo. Ogni dipendente ha, attraverso i social, una propria rete. Quando condivide una notizia dell'azienda – e più lo riguardano direttamente, più le condivide – amplifica la diffusione della notizia, anche solo a livello di titolo e di immagine. Su LinkedIn la relazione azienda – dipendente è molto più stringente che su Facebook: è immediata e fondamentale. Sul profilo professionale appare il logo dell'azienda – se esiste la pagina aziendale – e quindi ogni dipendente può essere un testimonial per l'azienda, un vettore di contenuti e magari creare followers (iscritti). Insomma, se ben utilizzati, forse i social network in azienda non sono esattamente una perdita di tempo.

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Tra ginnastica e shopping, una festa dello sport senza età: la veterana svizzera Prinska Roncato racconta il Festival del Sole over “anta”

La grande festa di uno sport che non ha età: questo è il Festival del Sole di Riccione, in programma fino al 4 luglio. E infatti, tra gli oltre 4500 atleti che affollano la cittadina romagnola non è curioso o infrequente incontrare, tra stuoli di ragazze e ragazzi dai fisici scolpiti, signore che portano con atletica scioltezza un'età che ha inaugurato gli “anta” da qualche primavera. Come il gruppo delle Gymjazz di Winterthur, Svizzera, graziose signore che tranquillamente contendono il palco e gli applausi alle teen agers di tutto il mondo con simpatia e performance. «La nostra idea è che è uno sport per tutti» spiega Prinska Roncato, team leader del Gymjazz, da una vita nello sport: se si spulciano le immagini di Monaco 1972, la si può riconoscere mentre porta la bandiera della delegazione elvetica alla sfilata di apertura. «Ho studiato sport 100 anni fa – scherza raccontando la sua vita nella ginnastica, sfociata in una palestra che tutt'ora gestisce, dove alterna lo sport alla terapia. - Alcune donne del gruppo che partecipa al Festival del Sole sono con me da più 35 anni. Siamo in quindici e veniamo fin dalla prima edizione, nel 1989. Facciamo una ginnastica certo coreografica, ma anche adatta a donne da cinquanta a 78 anni, questa è l'età della più grande. E devo dire non si vede – dice con tono civettuolo – ha un bel fisico. Una volta eravamo mamme giovani, dopo mamme e adesso tante sono nonne».

«L'idea che muove il gruppo è preparare una coreografia un po' più esatta di quello che è il lavoro in palestra – spiega Prinska - coordinarsi meglio, essere come una famiglia, studiare qualcosa insieme per divertire il pubblico». Ma non c'è solo l'esibizione, nella trasferta riccionese, «Per noi è anche fare le ferie a Riccione, stare in un piccolo bello hotel – dice nel suo italiano dal forte accento tedesco - la spiaggia e andare a fare shopping: scarpe, borse e cinture. Per me invece è interessante che cosa fanno gli altri partecipanti, mi interessa osservare questi maestri della Danimarca, della Finlandia, mi interessa come lavorano. Quando pratichi una professione per tanti anni è sempre bello conoscere altre persone e coreografie, perché è cambiata tanto la ginnastica negli ultimi 40 anni».

E poi c'è l'aspetto ludico, che corona il Festival dopo “l'orario di lavoro” di un atleta: la sfilata e la festa di apertura, il gran gala di chiusura. E gli after party, delle feste in spiaggia alcune delle quali dedicati ai giovani under 18, dove non vengono serviti alcoolici e che durano dalle 21 all'una, per gli over 18 invece con un orario un po' più prolungato. «Facciamo sempre la sfilata – dice Prinska Roncato - per me quelle cose sono importanti, partecipare alle feste dello sport e della ginnastica in particolare, è bello. Anzi, quando posso vado a quelle organizzate in tutta Europa. Ma ai beach party no, non andiamo, quelli vanno bene per i ragazzi. Noi preferiamo berci un drink nel nostro bar piccolino sul viale Dante, vicino all'hotel, dove possiamo mostrare le nostre borsette nuove».

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Al Festival del Sole la ginnastica supera le barriere e la disabilità: in scena il frutto del lavoro di ragazzi ed educatori, fuori dal palco i valori dello sport

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 29 Giugno, 2014 - 12:42

Che la ginnastica – in tutte le sue forme – sia uno sport per tutti è assodato. Ed anche quest'anno, sui palchi del Festival del Sole, saranno quattro i gruppi che dimostreranno che è una pratica aperta anche alla disabilità. Alcuni sono esordienti, come l'Aias di Bologna, la Federazione Sammarinese Sport Speciali e il Centro 21 di Riccione, mentre Giovani x i Giovani - Forza e Coraggio di Milano hanno già strappato applausi ad atleti che da tutto il mondo si misurano a passi di corpo libero e aerobica, acrogym e acrobatica, ginnastica ritmica e artistica, danza classica e moderna, hip-hop e funky.

«Per noi è la prima volta – dice Cristina Campagnoli, team leader dell'Aias Bologna Onlus – abbiamo iniziato un corso di movimento creativo perché molti dei nostri ragazzi sono in carrozzina. L'insegnante è riuscita a fargli fare dei movimenti, quando addirittura alcuni di loro erano completamente immobili. E così abbiamo deciso di partecipare». Un anno di preparazione per l'esibizione, lunedì 30 giugno all'arena Giardini il debutto sul palco: «E' già un grande risultato, perché i ragazzi potranno mostrare il frutto del loro lavoro a persone sconosciute: una grande emozione, al di là del piccolo o del grande movimento che ciascuno di loro riesce a fare».

Gusto e divertimento nella partecipazione che vanno bel oltre gli atleti e la performance. «Per le famiglie dei ragazzi è una grande soddisfazione - continua Cristina - perché i ragazzi fanno uno sport come gli altri, hanno voglia di mostrare i risultati raggiunti e perché continueranno. I ragazzi hanno una disabilità che nasce da incidenti stradali o congenita, sei sono sulla carrozzina r due invece camminano. Ma il risultato non è aver allestito una coreografia, è che la disabilità è stata superata. Quest'esperienza fa andare il loro pensiero oltre ogni barriera».

Con un numero ispirato a un film cult degli anni 80, tornano al Festival del Sole i ragazzi del gruppo Giovani x i Giovani - Forza e Coraggio, di Milano, nome composito che unisce da 11 anni in un progetto l'associazione che si occupa di disabilità intellettiva e relazionale e la Forza e coraggio, una delle più antiche società sportive italiane, datata 1870. «Il nostro è un progetto dalla diverse finalità – spiega Virna Duca, tecnico nazionale della Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva e Relazionale (Fisdir) – le principali sono preparare i ragazzi per gare nazionali e internazionali di ginnastica artistica e, da qualche anno, li alleniamo per portarli in contesti integrati, dove ci sono anche atleti normodotati. Per loro è utile fare queste esperienze: non c'è classifica, non ci sono giudici».

«Insomma, oltre all'agonismo che praticano altrove, qui c'è l'esperienza allargata di relazione con altri appassionati. - continua Virna Duca - I ragazzi partecipano a qualcosa di integrato e non dedicato solo a loro. E poi c'è un contesto di socializzazione importante, perché i gruppi dall'estero socializzano molto. A Riccione, due anni fa, gli atleti degli altri gruppi erano molto partecipi, facevano le foto con i nostri ragazzi dopo l'esibizione e durante eventi come i beach party. Ai quali i nostri ragazzi vanno volentieri, quando il programma non è troppo pesante. Quest'anno vedremo il calendario cosa ci permette: lunedì siamo all'arena Roma alle 21, martedì all'arena Ceccarini ore 18, mercoledì all'Arena sud alle 20. Ma la cosa più bella per i nostri ragazzi è stato partecipare al gran gala finale: il palco di viale Ceccarini è stato il più emozionante, con un grande pubblico».

Comunicato stampa scritto per: Festival del SoleLuoghi: RiccioneEventi: Festival del Sole

Tutti i colori del mondo della ginnastica si esibiscono al Festival del Sole: dal 29 giugno al 4 luglio 4500 atleti non professionisti “invadono” Riccione: 5 arene e un villaggio per una passione senza età e barriere.

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 26 Giugno, 2014 - 17:40

Amare lo sport, voglia di confrontarsi con altri appassionati e desiderare di esibirsi di fronte a un pubblico per divertirlo: questi semplici ingredienti moltiplicati per 4500 atleti da tutto il mondo, e di tutte le età, animeranno Riccione dal 29 giugno al 4 luglio. E' la coreografica ricetta del Festival del Sole, la grande manifestazione biennale di ginnastica (e di tutte le sue acrobatiche declinazioni) che quest'anno schiude la sua 12a edizione. E che si confermerà la più grande esibizione ginnica internazionale del Mediterraneo, polarizzando non solo la passione di atleti di tutto il mondo – dal Sud Corea all'Europa, passando per Israele - ma anche l'impegno dell'Unicef, del Coni, della Fisac, della Uisp, dell'European Gym Festivals della Riviera Green Passion, enti patrocinatori insieme alla Regione Emilia Romagna, la Provincia di Rimini, il Comune di Riccione. Oltre al patrocinio, organizzazioni sportive amatoriali e federali, scuole di danza e di ginnastica, saranno impegnate in una serie di eventi collaterali che anticipano e concludono il Festival.

L'anticipo sportivo del Festival del Sole è a cura della Lega nazionale Le Ginnastiche dell’Unione Italia Sport Per Tutti (UISP): sabato 28 e domenica 29 giugno avranno infatti luogo la fase semifinale e finale del progetto B-SIDE_Experience, all'arena Ceccarini (davanti al Palazzo del Turismo). Giusto in tempo per la grande sfilata di apertura del Festival del Sole, in programma domenica alle 21: una coreografica parata che coinvolge gli atleti di tutto il mondo che sfilando testimonieranno il saluto dello sport e dei valori che rappresenta all'ospitale città, confluendo in piazzale Roma per la Cerimonia di apertura.

E' il grande “via alle danze”: da quel momento in poi cinque arene in altrettante piazze riccionesi a ridosso delle spiagge ospiteranno un susseguirsi di esibizioni, gratuite, per un totale di circa 150 ore, oltre alle sedute di allenamento durante il giorno. Corpo libero e aerobica, acrogym e acrobatica, ginnastica ritmica e artistica, danza classica e moderna, hip-hop e funky; queste sono solo alcune delle discipline rappresentate al Festival del Sole, dove non ci sono limiti d’età o di livello tecnico per essere presenti. E il 4 luglio, per il tradizionale Galà di chiusura, l'evento che fa confluire idealmente il Festival del Sole nello spirito della Notte Rosa: l'esibizione della ballerina professionista Annarosa Petri e l’etoile mondiale Raffaele Paganini di Welldance, la disciplina da loro inventata e presentata al grande pubblico attraverso una prova ufficiale del Grande Fratello 13. Sul centralissimo palco di piazzale Roma coinvolgeranno il pubblico in un allenamento aperto del nuovo metodo per mettersi in forma danzando.

La grande novità di questa edizione sarà il Festival Village, che sarà situato all’interno del parco “Papa Giovanni Paolo II”, in centro città davanti alla stazione. All'ombra del parco, dalle 9 alle 19, gli atleti potranno riposare o prendere parte ai numerosi workshop di ginnastica e danza che verranno tenuti. Oltre naturalmente a trovare stand gastronomici, WiFi gratuito e ovviamente gli stand del Festival del Sole e di Firma Eventi. I nostri amici di Blume Gran Canaria e World Gymnaestrada Helsinki saranno presenti per promuovere le loro manifestazioni.

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«Mio nonno fava i matoni...» Benzi Fratelli, una storia edilizia riminese rinnovata nel web

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 11 Giugno, 2014 - 17:40

«Mio nonno fava i mattoni, mio padre fava i matoni...» ve la ricordate la filastrocca che Calzinaz recitava nel film di Federico Fellini, Amarcord? La recitava a un Benzi, il padre di Titta, capomastro, nella narrazione fantasiosa del regista riminese. Come in tutte le sue storie un fondo di verità c'è, una verità che nell'edilizia riminese c'era e c'è ancora. Paolo Benzi, titolare della Benzi Fratelli (e amico fraterno) è discendente di questa storia riminese di edilizia. E con lui ho condiviso la gestazione del suo nuovo sito, benzifratelli.it - da poche ore on line - e del suo primo strumento web, entrambi realizzati da Immagina come grafica e sistema.

BenziFratelli.it ha perso il www, ma continua a parlare della sua azienda commerciale di tecnologie edili di Rimini. In un modo diverso, più contemporaneo, con Paolo che, da apprendista stregone, si fa carico di studiare il sistema di gestione dei contenuti – Wordpress – ma anche insieme a me la linea editoriale per continuare a essere un punto di riferimento sul web per i colleghi agenti di commercio e i concorrenti. Il vecchio sito infatti, ha fatto il suo dovere sui motori di ricerca e verso i clienti, nuovi e acquisti. Ma era tempo di avere uno strumento più duttile, aperto alla multimedialità, più versatile sul fronte dei motori di ricerca della condivisione sui social network e dell'offerta informativa verso i clienti che da tutta Italia lo contattano. Insomma, un sito vetrina che assista più puntualmente un agente di commercio nel suo lavoro quotidiano di ricerca, gestione e assistenza ad una vasta clientela nel delicato e agguerrito campo delle tecnologie edili.

Alla parte tecnica e grafica Lorenzo Calieri e il suo team di Immagina. Alla tastiera io e Paolo, il quale, oltre che supervisore, ha alimentato la sua vecchia passione per la fotografia, maturata sui banchi del liceo Artistico, cercando e selezionando le immagini. Ora la parte più interessante, dopo una fase di start up che certamente non é finita: alimentare il sito con nuovi contenuti per rappresentare il lavoro quotidiano dell'azienda.

Ma come è nato il nuovo Benzifratelli.it? Da dei venerdì sera tra un gruppetto di amici. Paolo, suo fratello Italo, Cugio, Mapi, Mancio, Paola e me intorno ad una scrivania a fare esercizi di comunicazione. Scrivere brevi notizie, piccoli articoli, insomma le basi del comunicare per arrivare a gestire i mezzi di comunicazione di massa a disposizione di un imprenditore, un professionista o un dirigente aziendale. Qualcuno si è fermato, Paolo ha continuato quei dialoghi pasticciando su Facebook e LinkedIn e curiosando nel dietro le quinte di un sistema di gestione di contenuti di un sito contemporaneo. Del valore che poteva avere per la sua azienda era già conscio, ma è più probabile che ci abbia preso gusto. Di sicuro può dire che è il suo sito, Benzifratelli.it: l'ha progettato, pezzo per pezzo, insieme a me e Lorenzo. Son soddisfazioni.

Comunicazione: Comunicazione d'aziendaMedia: WebSocial networkFacebookLinkedIn

White Night Al Pescatore: cena di pesce e festa di chiusura della rassegna gastronomico musicale Food World Music, con il “Philly sound” di Walter Mengoni venerdì 13 giugno

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 11 Giugno, 2014 - 15:32

White night Al Pescatore di Riccione: cena di pesce e festa di chiusura della rassegna gastronomico – musicale intorno al mondo all'insegna dell'omaggio alle atmosfere spensierate dell'estate, venerdì 13 giugno. E infatti, il ristorante riccionese chiama a raccolta i suoi ospiti nel garden all'aperto, rispolverando la livrea bianca nell'abbigliamento, di rigore per le occasioni di gala estive. Gli ingredienti della serata sono la gastronomia di pesce de Al Pescatore (via Ippolito Nievo 11, a due passi da viale Ceccarini), una tradizione dal 1962, unita all'omaggio ai ritmi disco anni 70/80 con un dj, Walter Mengoni, che quegli anni li ha vissuti insieme ai protagonisti statunitensi: artisti, produttori e locali. E che terrà banco nel dopocena danzante, con la colonna sonora del “Philly sound”.

Per chi all'epoca era piccolo – e per chi non lo ricorda – il “Philly sound”.è la musica di Philadelphia (Philly, appunto) che dalla città della Pennsylvania si è sparsa in tutto il mondo diventando sinonimo di Disco Music. Walter Mengoni lavora all'epoca con molti DJs americani del periodo, attivi in locali che ancora riecheggiano tra gli amanti della musica: Studio 54, Paradise, Garage. Amico del dj Tom Moulton, con cui collabora, annovera collaborazioni con John Ceglia, Dan Pucciarelli, Robbie Leslie, Frankie Sestito, John Jellybean Benitez, Michael Fierman. Oltre a cimentarsi con la consolle, collabora con artisti di primo piano, come Kid Creole & The Coconuts, remixa 4 brani per Donna Summer, e tra poco uscirà la nuova versione della colonna sonora del film Thank God It's Friday (Grazie a Dio e' Venerdì), film cult e icona di un'epopea musicale.

Tutti gli invitati naturalmente in livrea bianca, come conviene alle atmosfere estive e di gala. Per questo il ristorante offre ai commensali uno stimolo a prestarsi al gioco: uno sconto sulla cena. Trentacinque euro se si indossa un capo bianco, 30 se i capi sono due. A seguire la cena, una serata danzante con Walter Mengoni, nella quale, of course, il bianco è di rigore. L'appuntamento con il gusto e divertimento è a partire dalle ore 21 - corredato da red carpet, photocall e caricaturista - prenotabili a info@alpescatore.net, allo 0541 410065 e su Facebook.

Comunicato stampa scritto per: Al PescatoreLuoghi: RiccioneEventi: food world music

Conto alla rovescia per il 12mo Festival del Sole di Riccione: nel padiglione Welldance Annarosa Petri e Raffaele Paganini hanno ospitato l'anteprima della manifestazione internazionale di ginnastica in programma dal 29 giugno al 4 luglio

Primi passi acrobatici per il Festival del Sole, in anteprima al Rimini Wellness: sul palcoscenico del Padiglione Welldance dei ballerini Annarosa Petri e Raffaele Paganini è iniziato il conto alla rovescia della 12 edizione dell'appuntamento internazionale di ginnastica che si tiene a Riccione, quest'anno dal 29 giugno al 4 luglio. In attesa degli oltre 4500 atleti che arriveranno nella cittadina romagnola da tutto il mondo, hanno dato un saggio delle spettacolari esibizioni il gruppo B-you, la compagnia nata in seno al Festival del Sole. Mentre nel backstage Annarosa Petri e Raffaele Paganini hanno ufficializzato la collaborazione tra la loro compagnia Welldance e la manifestazione riccionese attraverso una lezione aperta, che sarà tenuta dai maestri al Gala di chiusura del Festival, il 4 luglio, sul centralissimo palco di piazzale Roma.

Nell'occasione, è stata delineata la forma della grande kermesse di ginnastica acrobatica, che si terrà come sempre sulla spiaggia: cinque arene in altrettante piazze riccionesi saranno attrezzate per le esibizioni, gratuite, dei partecipanti, per un totale di circa 150 ore di esibizione. Corpo libero e aerobica, acrogym e acrobatica, ginnastica ritmica e artistica, danza classica e moderna, hip-hop e funky; queste sono solo alcune delle discipline rappresentate al Festival del Sole, dove non ci sono limiti d’età o livello tecnico. Basta solo amare queste discipline, avere voglia di incontrare altri appassionati e avere il desiderio di esibirsi di fronte a un pubblico. Ingredienti semplici che hanno aperto il Festival del Sole – che si tiene ogni due anni - ad un pubblico via via più numeroso e che anche in questa edizione si confermerà come la più grande rassegna internazionale del Mediterraneo.

Comunicato stampa scritto per: Festival del SoleLuoghi: RiminiRiccioneEventi: Festival del Sole

Burlesque je t'adore Al Pescatore di Riccione: venerdì 6 giugno per Food World Music la cucina francese si fonde con sofisticata ironia alla danza e al teatro della compagnia Cirque Burlesque

Piume, paillettes e gastronomia per una serata di “joie de vivre”: è Burlesque je t'adore venerdì 6 giugno Al Pescatore (via Ippolito Nievo 11, a due passi da viale Ceccarini) Riccione, per la quinta, sofisticata, tappa del giro del mondo in cucina e musica Food World Musica, che il noto locale riccionese propone ogni venerdì. Una sosta parigina per ricordare la Grandeur francese con la cucina d'oltralpe e lo spettacolo del Cirque Burlesque: pièces costruite con comicità, creatività e ironia, caratterizzate da uno stile personalissimo e di grande originalità, nel quale l'arte del Burlesque si fonde nella danza, il teatro, il circo. Un avvincente impatto scenografico che agli elementi classici dell'immaginario burlesque (ventagli di piume, paillettes, donne splendide e talentuose, costumi ricercati) unisce l'electro swing e musica selezionata.

Un giro del mondo di suoni, ma sopratutto di sapori – ha toccato il Giappone, la Spagna, il Perù, la Romagna - che proseguirà poi verso la Notte bianca finale, venerdì 13 giugno, con i menù di pesce che contraddistinguono Il Pescatore dal 1962: cena, balli e musiche all'insegna dell'estate sopraggiunta. Tutti naturalmente in livrea bianca, come conviene alle atmosfere estive e di gala, che unisce l'eleganza al vantaggio dello sconto sulla cena di 10 euro. A seguire la cena, una serata danzante con dj set a cura di Walter “Philly sound” Mengoni, nella quale, of course, il bianco è di rigore. L'appuntamento con il gusto e divertimento è a partire dalle ore 21 - corredato da red carpet, photocall e caricaturista - prenotabili a info@alpescatore.net, allo 0541 410065 e su Facebook (sconto 5 euro).

Comunicato stampa scritto per: Al PescatoreLuoghi: Riccione

La linea editoriale di un blog. Del perché darsi delle regole ben precise

Considero un blog alla stessa stregua di un giornale. Ha un'identità che si esprime attraverso i contenuti – nome, titoli, testi, immagini – ha degli argomenti prevalenti, degli orientamenti, una diffusione tra i lettori. Insomma, una volta avviato vive di vita propria. E in base a quella vita ha poi più o meno successo. Se per successo intendiamo fare il proprio sporco lavoro con dignità, gusto e un minimo di riscontro tra i lettori secondo i propri parametri. Non ha i limiti della carta, un blog, ma non ha nemmeno le potenzialità che la carta stampata offre. Insomma, credo che nel proprio piccolo – o grande – chi si appresta a creare un blog debba porsi non poche domande preliminari. Non tantissime, ma nemmeno poche.

Una certamente è fondamentale: di cosa voglio scrivere? La risposta che ci diamo è di quelle fondamentali, è il solco che delimita il nostro (futuro) fare quotidiano. O settimanale, mensile: dipende da quanto si è prolifici. E' il perimetro che ci contraddistinguerà di fronte alla Ragnatela Globale. Ma è anche la palizzata dietro la quale proteggerci per raccogliere la sicurezza necessaria per affrontare l'oggetto della nostra ricerca. O che tiene fuori gli argomenti che giammai affronteremo. Tanto più è delineato il tema generale del nostro blog, tanto più avremo argomenti da sviluppare per incontrare un pubblico più o meno di riferimento, da fidelizzare e da incontrare attraverso i commenti (quando ci sono, beninteso). E tanto più ci aiuterà a trovare idee per superare gli inevitabili blocchi di creatività che col procedere del tempo sconteremo sulla nostra strada digitale.

Abbiamo subito un infarto, la nostra vita è cambiata e vogliamo condividere l'esperienza aprendo un blog? Buona idea: si può puntare su un vasto pubblico maschile (dai 40 anni in su) e femminile (over 50), poiché è la prima causa di decessi in Europa e la quinta malattia per diffusione. Dal day after il ricovero alla dieta, dal trauma psicologico allo sport consigliato, ecco che la vostra linea editoriale è tracciata. Siamo dei consiglieri comunali e vogliamo parlare della politica del natio borgo selvaggio? Va bene, perfetto, parliamo di politica. E allora giù con i resoconti di vibrati consigli comunale, via con l'epica di un provvedimento amministrativo, colpiamo con l'arguzia una posizione avversaria, mostriamo le rabbiose ragioni di un'interrogazione fondamentale. Il terreno di gioco è chiaro, il lettore sa cosa troverà, per convenire o per rifiutare le tesi che legge – è un suo diritto – ma sa di cosa si parla e per questo ha digitato l'Url o cliccato il link.

E' chiaro che poi non possiamo pubblicare un post sul panettone che abbiamo fatto per natale con il lievito madre. A meno che il panettone non sia un tonico per il miocardio (vedi sopra), il lettore non capirebbe la proposta. Mica perché sono argomenti inconciliabili – Robert Maynard Pirsig ha scritto un libro dal titolo “Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta”, il che, diciamolo, concilia l'inconciliabile - ma perché si aspetta qualcosa da voi su un dato argomento. Quando torna sul vostro blog o entra dal motore di ricerca cerca qualcosa di interessante e originale. Se siete abili potete anche divagare, ma senza spezzare il filo narrativo che lega il vostro blog, il tema che lo permea e il vostro lettore. Spiazzarlo con qualcosa che non c'entra nulla, è più che rischioso. Per me, da lettore, è una caduta di stile.

Media: blog

Il blog. Qualche parola di introduzione.

In principio era una “Traccia sul web”. Web log, appunto. Poi contratta in “blog”. Una pagina dove segnavi dei link interessanti e al limite li commentavi. Poi però i motori di ricerca sono diventati quelli che sono. O forse lo strumento si è prestato a diventare qualcosa di più, una forma di editoria fuori dagli schemi formali dei giornali, Un modo per raccontarsi e raccontare qualcosa – qualsiasi cosa – e confrontarsi con gli altri. Ma questa evoluzione la potete conoscere meglio se consultate wikipedia (qui in italiano, una voce meno “estesa”, diciamo). Per amore di brevità, schematizzerò un po' (arbitrariamente) dividendo i blog in quelli personali e quelli tematici. Quelli personali sono dei diari, dove dentro ci si mette un po' di tutto: annotazioni, pensieri, racconti, scazzi e impressioni. E' il proprio mondo che si propone al lettore, con tutti i rischi che comporta una simile operazione. Se non scrivi in maniera interessante e coinvolgente, non è che vai molto lontano. Come ha detto Orhan Pamuk, quando gli hanno conferito il Nobel per la letteratura nel 2006, «Chi scrive parla di cose che tutti conoscono ma che non sanno ancora di conoscere. Così, scrittori e lettori, avvertono quanto tutti gli uomini hanno in comune. La grande letteratura non parla della nostra capacità di giudizio, ma della nostra abilità di metterci nei panni degli altri». Diciamo che, fatte le dovute proporzioni tra un libro di un Nobel e un blog, la chiave di successo per scrivere un diario digitale è tutta qui.

Quelli tematici invece hanno un taglio più preciso: scelgono un argomento e lo sviluppano. Attualità, politica, viaggi, cucina: non occorre essere un giornalista per crearli, basta un po' di passione e di esperienza. Poi, per avere un certo successo, è chiaro che questi ingredienti non bastano più. Occorre maturare. Occorre misurarsi con i lettori, stimolarli, esserne stimolati. Occorre documentarsi, essere aggiornati. In una parola, occorre professionalizzarsi. Per questo io vedo il blog come una forma del comunicare che offre degli spiragli interessanti anche nella comunicazione d'azienda, non solo ad alti livelli, come siamo da tempo abituati a vedere in diversi settori del mercato. Anzi, forse è un terreno d'incontro con il proprio pubblico che potrebbe diventare privilegiato, di sicuro per chi fa politica, ma anche per una piccola impresa. A patto che abbia qualcosa di interessante da proporre, beninteso.

Io percepisco il blog come un modo per comunicare un po' informale. Come vestirsi con le scarpe inglesi preferite, il completo che ti è più comodo, ma senza la cravatta. Magari togliendosi pure la giacca, se fa caldo. Ecco, un modo per fare il proprio sporco lavoro – di comunicare – ma rilassandosi un pochettino con la forma. Sempre elegante, certo, deve essere piacevole alla lettura. Precisa, si capisce, perché il rispetto per chi ti ascolta ci vuole sempre. Ma più, come dire... colloquiale. Ecco, si scende da quell'immaginario podio da conferenziere che ci si confeziona in testa quando si redige un comunicato stampa o un articolo di giornale e si dialoga con un immaginario capannello di persone – amici, colleghi, concorrenti – stretti intorno a te. Qualcosa tipo: «oggi al lavoro ho notato questa cosa che mi ha dato da pensare». E giù a stilare un post, che man mano che procede dona forma all'intuizione. E man mano che i post procedono nella pubblicazione si delinea la figura di chi pubblica, il suo lavoro, la sua personalità. Ecco, forse il blog è il luogo dove l'immagine pubblica può acquistare uno spessore, quasi fino a diventare reale.

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Come si fa ad aprire un blog? E' facile, se scegli lo strumento giusto. Le magagne arrivano dopo.

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 28 Maggio, 2014 - 21:06

«Dai, uno di questi giorni ci sentiamo che mi spieghi un po' come si fa un blog». Qualche volta capita di sentirmi rivolgere questa domanda. Magari più per anzianità di servizio (il primo post su La casa di Kikko, il mio primo blog, è del 2003), che per meriti sul campo (se li contate, i testi, sono davvero pochini). E qualche volta mi capita di proporlo, a qualche amico o amica che leggo sui social network per i loro testi arguti o divertenti, o per le competenze che hanno costruito nei più disparati campi applicativi. Sta di fatto che la lampadina appena accesa del desiderio, nell'interlocutore, comincia a calare di luminosità quando si chiede se sarà difficile da gestire. Al risposta giusta, sarebbe: «se non si va non si vede». Ma non ho voglia di incrociare uno sguardo tra l'interrogativo e il «ma sei scemo»?

La prima cosa che suggerisco è di provare. Davvero, nel campo della scrittura, «se non si va non si vede», come diceva il protagonista di Domani accadrà, bel film d'esordio dello scomparso Daniele Luchetti. Se apri un blog per diletto, per sistematizzare un desiderio di espressione che hai dentro, è solo il tempo la cartina al tornasole del tuo interesse, delle tue capacità non solo letterarie ma di confronto con la realtà dei lettori. Poi, chi ha più filo da tessere tesserà di più. Ma qui entriamo già in un altro discorso.

Un altro aspetto, non secondario, è che spesso affidiamo i nostri pensieri – ma anche le nostre azioni - ai social network, Facebook in particolare. Lì riversiamo una grande quantità di informazioni che ci riguardano. Alcune superficiali, altre invece un po' più profonde e articolate. E queste ultime, come le altre, finiscono per scomparire nella timeline quotidiana. Facebook, e i lettori di Fb, non amano i testi lunghi. E' il regno dell'effimero, delle immagini. Ma è anche un piccolo arcipelago nella Rete che ci siamo costruiti contatto dopo contatto, che difficilmente si allarga oltre gli isolotti racchiusi nel nostro orizzonte, le nostre placide acque territoriali. Un blog, o un sito, vive invece nell'oceano che comprende il nostro e tanti altri arcipelaghi, un oceano che fornisce agli utenti di Facebook notizie, link, testi, immagini. Per questo credo di non dare un cattivo consiglio a chi se la cava con le parole di alimentare con un blog e i suoi post (e quindi se stesso, in definitiva) prima l'oceano, poi di condividere con il proprio arcipelago ciò che si è pubblicato. C'è una bella differenza, no?

La seconda cosa che suggerisco è: iniziare con un servizio gratuito. Meglio se con wordpress.com. L'aspetto tecnico spaventa le persone, forse perché è un mondo sconosciuto. Meglio quindi iniziare con qualcosa di relativamente semplice. Io propongo wordpress.com perché è amichevole nell'approccio, chiaro e perché il sistema che utilizza – wordpress - nel corso degli ultimi anni è diventato anche da noi uno standard diffuso e di ottimo livello. Fino a qualche anno fa ogni azienda di produzione siti si «inventava la propria ruota»: ciascuno offriva gli stessi servizi di base ma sviluppati in solitaria. Mentre all'estero da tempo i tecnici socializzano le loro competenze in una comunità per sviluppare un unico strumento quanto più duttile possibile, che ciascuno poi personalizza. Ora che anche in Italia questa prassi si è consolidata. “Buttare sù” un sito in wordpress è relativamente semplice o relativamente economico se lo fa qualcun altro per te. E il travaso dei contenuti dal blog che hai aperto di prova su wordpress.com alla tua nuova creatura, diventa un gioco da ragazzi. Da far crescere e condividere sui social network. Come si fa a farlo crescere? Una risposta alla volta: la linea editoriale la discutiamo al prossimo post.

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Tra gastronomia e comicità la Romagna 2.0 va in scena Al Pescatore di Riccione: Roberto Casadei, Erika Maggi, Valerio Tullio e il sax di Alessandro Pagliarani al “Food world music” venerdì 30 maggio

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 28 Maggio, 2014 - 15:46

Una serata spumeggiante a base di sana tradizione romagnola e di verve comica: venerdì 30 maggio Al Pescatore di Riccione (via Ippolito Nievo 11, a due passi da viale Ceccarini) va in scena per il pubblico “Romagna 2.0 Ailoviu”. I piatti della tradizione romagnola si assaporeranno insieme alle trovate di Roberto Casadei, autore riccionese conosciuto per i sonetti "perché siam Romagnoli", che da anni con graffiante ironia traccia sul web, nei suoi libri e sui quotidiani esilaranti ritratti di vita quotidiana dei romagnoli contemporanei. Dalla “Arzdora 2.0” alla “Technomilf Riccionese”, dal Birro al Vitellone, dalla piada con la salsiccia alla sagra al mojito in spiaggia, nulla sfugge alla sua penna sbarazzina caratterizzata da uno slang "romagnoso" assolutamente irresistibile. Con lui per coinvolgere il pubblico la splendente “Mora Romagnola” Erika Maggi e l'attore “Pataca d.o.p.” Valerio Tullio: una serata in onore della Romagna e all'insegna dell'allegria, accompagnati al sax da Alessandro Pagliarani.

Romagna 2.0 è il quarto appuntamento della rassegna di musica e gastronomia Food world Music creata da Al Pescatore di Riccione. Un giro del mondo di suoni, ma sopratutto di sapori che iniziano alle ore 21 - corredati da red carpet, photocall e caricaturista - prenotabili anche a pacchetti (tre cene 100 euro, 5 cene 150) a info@alpescatore.net, allo 0541 410065 e su Facebook (sconto 5 euro esclusi i pacchetti).

Il viaggio proseguirà venerdì 6 giugno con i sapori della Grandeur francese e le danze scandite dalla sensualità e dall'ironia: è Burlesque Je t'adore la penultima proposta de Il pescatore nel suo viaggio Food world music. I sapori francesi a cena e le musiche e le danze immergono il ristorante riccionese nelle atmosfere e la gioia di vivere della Ville Lumière, fatte rivivere dall'abilità della Compagnia Cirque Burlesque che intratterrà i commensali con i numeri del sofisticato varietà.

Pescatore white night è la grande serata conclusiva di Food world music venerdì 13: cena, balli e musiche all'insegna dell'estate sopraggiunta. Tutti naturalmente in livrea bianca, come conviene alle atmosfere estive e di gala, che unisce l'eleganza al vantaggio dello sconto sulla cena di 10 euro. A seguire la cena, una serata danzante con dj set a cura di Walter “Philly sound” Mengoni, nella quale, of course, il bianco è di rigore.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni: info@alpescatore.net, 0541 410065

ComunicatiCommittenti: RotelliEventi: food world musicLuoghi: Riccione

Notte latina Al Pescatore, i ritmi del Sud America si sposano alla gastronomia multiculturale del Perù. A Riccione il 23 maggio Noche del Inca per la rassegna Food world Music

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 20 Maggio, 2014 - 16:21

Sarà un viaggio nelle fusioni culturali, in cucina come sul palco: è la Noche del Inca venerdì 23 maggio Al Pescatore di Riccione (via Ippolito Nievo 11, a due passi da viale Ceccarini). Il viaggio di Food World Music, le sei serate a tema, tocca il sud America e titilla i palati con una inusuale proposta gastronomica, la cucina peruviana, e musicale, con tre maestri sud americani riuniti nell'Ameritrio. A tavola piatti che dai raffinati sapori che risentono delle influenze dei tanti popoli che hanno abitato la nazione andina, dagli spagnoli agli schiavi africani, dei nobili francesi sfuggiti alla Rivoluzione, per arrivare ai sapori agrodolci e al riso introdotti cinesi della regione di Canton, fino ai giapponesi.

Sul palco un viaggio non meno entusiasmante: sulle note e gli strumenti latini si costeggerà il Sud America al ritmo sincopato del Valzer venezuelano, della musica etnica paraguaiana, Son e Bolero cubani, Cueca cilena, Bossa nova e Samba per il Brasile, la Zamba argentina, per arrivare alla musica afro peruviana, incontro di culture tra i ritmi andini, africani, spagnoli. Alla barra del timone musicale l'Ameritrio: Fernando “el Indio” Gonzales, Amilcar SotoRodrguez e Hernan Fassa, tre polistrumentisti che consegneranno all'ambiente l'istinto e la passione latinoamericana che i commensali rivivranno nella proposta gastronomica.

La rassegna Food World Music prosegue venerdì 30 maggio. Si torna agli echi ancestrali dei nostri padri fusi con l'evoluzione della nostra Terra: Romagna 2.0 ailoviu a Il Pescatore. Una cena tipica romagnola quella approntata per la sosta in riva all'Adriatico nel viaggio gastronomico del ristorante riccionese. Una sosta nel gusto intrattenuta della cultura ironica del romagnolo, con uno spettacolo divertente fondato sulle gag, a cura di Roberto Casadei e Valerio Tullio, ritmato dai caldi suoni del sax di Alessandro Pagliarani.

I sapori della Grandeur francese e le danze scandite dalla sensualità e dall'ironia: è Burlesque Je t'adore la penultima proposta de Il pescatore nel suo viaggio Food world music, venerdì 6 giugno. I sapori francesi a cena e le musiche e le danze immergono il ristorante riccionese nelle atmosfere e la gioia di vivere della Ville Lumière, fatte rivivere dall'abilità della Compagnia Cirque Burlesque che intratterrà i commensali con i numeri del sofisticato varietà.

Pescatore white night è la grande serata conclusiva di Food world music venerdì 13: cena, balli e musiche all'insegna dell'estate sopraggiunta. Tutti naturalmente in livrea bianca, come conviene alle atmosfere estive e di gala, che unisce l'eleganza al vantaggio dello sconto sulla cena di 10 euro. A seguire la cena, una serata danzante con dj set a cura di Walter “Philly sound” Mengoni, nella quale, of course, il bianco è di rigore.

Per tutti gli ospiti, accolti sul red carpet AL Pescatore, photocall e caricaturista. Le cene sono prenotabili anche a pacchetti (tre cene 100 euro, 5 cene 150) a info@alpescatore.net, allo 0541 410065 e su Facebook (sconto 5 euro esclusi i pacchetti).

ComunicatiCommittenti: RotelliEventi: food world musicLuoghi: Riccione

“Besame Mucho” a ritmo di Flamenco: Al Pescatore di Riccione per “Food world music”, venerdì 16 gastronomia e danze spagnole con le scuole Alquimia flamenca e Alma Gitana

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 14 Maggio, 2014 - 11:28

Il calore latino della Spagna accoglie i commensali de Al Pescatore di Riccione (via Ippolito Nievo 11, a due passi da viale Ceccarini) venerdì 16 maggio, per una cena – Besame mucho - tutta dedicata gli echi e alle passioni multiculturali della penisola iberica. Insieme alle suggestioni del raffinato menù, il ristorante si trasforma in un Tabalo spagnolo, scosso dai ritmi alteri o allegri del Flamenco, la tradizionale danza andalusa ora assunta a icona del paese, accompagnati dalla maestria della chitarra e scanditi dai ritmi delle nacchere e delle calzature dei ballerini. Una serata dove suggestioni latine, moresche e fiamminghe si fondono tra lo struggente e il vitale, grazie alle scuole di Flamenco Alquimia flamenca e Alma Gitana.

E' questa la seconda tappa di “Food world music”, sei serate di ristorazione etnica con musica e danze a tema, che propone il noto ristorante di Riccione per immergersi nel piacere delle culture più genuine di tutto il mondo. Dopo le suggestioni del Giappone, venerdì la Spagna e la cultura gitana, a seguire le Ande peruviane, la tradizione romagnola rivisitata in chiave contemporanea, poi Parigi e dei suoi spettacoli di Burlesque, fino alla Notte bianca finale, venerdì 13 giugno, con i menù di pesce che contraddistinguono Il Pescatore dal 1962. Un ciclo di serate di gusto e divertimento a partire dalle ore 21 corredate da red carpet, photocall e caricaturista. Le serate sono prenotabili anche a pacchetti (tre cene 100 euro, 5 cene 150) a info@alpescatore.net, allo 0541 410065 e su Facebook (sconto 5 euro esclusi i pacchetti).

Ecco in breve il programma completo.

Nelle sale de Il Pescatore si vola oltre l'Atlantico, per approdare nelle suggestioni delle Ande del gusto e della musica, venerdì 23 maggio, Noche del Inca. La cucina della grande catena montuosa viene servita ai tavoli, mentre risuona la musica popolare peruviana dell'Ameritrio: Fernando “el Indio” Gonzales, Amilcar SotoRodrguez e Hernan Fassa. Il trio polistrumentista consegnerà all'ambiente l'istinto e la passione latinoamericana che i commensali rivivranno nella proposta gastronomica.

Di nuovo a casa, venerdì 30 maggio, si torna agli echi ancestrali dei nostri padri fusi con l'evoluzione della nostra Terra: Romagna 2.0 ailoviu a Il Pescatore. Una cena tipica romagnola quella approntata per la sosta in riva all'Adriatico nel viaggio gastronomico del ristorante riccionese. Una sosta nel gusto intrattenuta della cultura ironica del romagnolo, con uno spettacolo divertente fondato sulle gag, a cura di Roberto Casadei e Valerio Tullio, ritmato dai caldi suoni del sax di Alessandro Pagliarani.

I sapori della Grandeur francese e le danze scandite dalla sensualità e dall'ironia: è Burlesque Je t'adore la penultima proposta de Il pescatore nel suo viaggio Food world music, venerdì 6 giugno. I sapori francesi a cena e le musiche e le danze immergono il ristorante riccionese nelle atmosfere e la gioia di vivere della Ville Lumière, fatte rivivere dall'abilità della Compagnia Cirque Burlesque che intratterrà i commensali con i numeri del sofisticato varietà.

Pescatore white night è la grande serata conclusiva di Food world music venerdì 13: cena, balli e musiche all'insegna dell'estate sopraggiunta. Tutti naturalmente in livrea bianca, come conviene alle atmosfere estive e di gala, che unisce l'eleganza al vantaggio dello sconto sulla cena di 10 euro. A seguire la cena, una serata danzante con dj set a cura di Walter “Philly sound” Mengoni, nella quale, of course, il bianco è di rigore.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni: info@alpescatore.net, 0541 410065

ComunicatiCommittenti: RotelliEventi: food world musicLuoghi: Riccione

«Non ci piace essere chiamati negazionisti» e in vacanza in Italia non veniamo. Firmato: una famiglia tedesca

Nel 2011 Berlusconi voleva fare il testimonial per l'Italia turistica. Nel 2014 c'è riuscito, ma in negativo. A farne le spese, nel suo piccolo, Marco Scarponi, un amico albergatore che a Cesenatico gestisce l'hotel Serenissima Village, investe in promozione pubblicitaria sui giornali locali della Baviera e del Baden - Wurttemberg. Come altri colleghi in Riviera Romagnola. Del resto, le spiagge romagnole non erano chiamate la “Teutonen grill”? Potete immaginare la sua sorpresa quando, all'indomani della programmata uscita pubblicitaria, la prima mail che riceve non è di prenotazione , tutt'altro. Una famiglia gli ha scritto che avrebbe anche fatto loro piacere trascorrere una vacanza in Italia ma che avrebbero declinato perché «non ci piace essere chiamati negazionisti dell'Olocausto». Il riferimento, non diretto ma neppure tanto velato, è stato alla battuta dell'ex premier Silvio Berlusconi: «per i tedeschi i lager non sono mai esistiti».

Marco mi ha girato via Facebook l'intero messaggio in tedesco. Ma il traduttore di Google non è stato precisissimo. Per cui ricorro alla traduzione che Marco ha fatto per l'Ansa: «Saremmo felici di trascorrere le vacanze nel vostro albergo e in Italia. Ma non ci piace essere chiamati negazionisti dell'Olocausto e poi trascorrere il periodo più bello dell'anno nella terra di chi dice queste cose. Fate si che le persone non dicano queste cose e trascorreremo di nuovo le vacanze nel vostro bel Paese». La vicenda, dice Marco è stata "curiosa ma è anche sintomatica. Certo i tedeschi sono molto più uniti rispetto a noi italiani, sono orgogliosi e la prendono sul personale. Però tutto questo da pensare: non si trattava di clienti abituali, hanno visto la pubblicità e si sono presi la briga di scrivere una mail».

Comunicazione: Comunicazione istituzionale

Storia del ragazzo malato di cancro, di una sottoscrizione e dei troll che si sentono ingannati

C'era una volta, e c'è ancora, un ragazzo malato terminale di cancro. Stephen Sutton, questo il nome del ragazzo, ha 19 anni e decide di lanciare una raccolta fondi - la StephenStory - a sostegno del Teenage Cancer Trust, un'associazione di assistenza ai giovani malati. Ha il suo profilo twitter e apre una sottoscrizione su justgiving.com. Ha successo. Un enorme successo: la sua storia coinvolge il pubblico britannico al punto da versare oltre 3 milioni 200 mila sterline di fondi. Mentre è in ospedale. Pochi giorni fa Stephen esce dall'ospedale. Le sue condizioni si sono aggravate e decidono di farlo tornare a casa. Sul suo profilo Facebook scrive ai suoi fan che si sente “fortunato” per la possibilità concessagli di tornare a casa. Ma. C'è sempre un ma. E c'è sempre un troll in una storia del web. Anzi, più di uno. Su twitter l'utente @Shaneobrmay081 scrive che «Lots feel duped» molti si sentono ingannati. Un'altra Sarah Hill, si chiede se è «l'unica a pensare che c'è qualcosa che non va? Mentre spero di sbagliarmi, questo mi fa sentire come se fossimo stati truffati». Stephen non si scompone e risponde ai troll via twitter:«Mi spiace di avervi deluso! Ma, sapete, io ho ancora il mio cancro ed è ancora incurabile, se questo vi fa sentire meno “ingannati”». Il troll pare abbia dovuto cancellarsi da twitter. Una messaggio giusto e puoi fare cose bellissime sul web, uno sbagliato e sei un (troll) morto.

Comunicazione: Comunicazione socialeMedia: TwitterFacebookSocial network

“Food world music”: sei venerdì di cucina etnica e musica al Pescatore di Riccione: il 9 maggio Japan Sushi dream, poi Spagna, Perù, Romagna, Francia e il galà di chiusura

Un giro del mondo di suoni, ma sopratutto di sapori: è "Food world music" al Pescatore (via Ippolito Nievo 11, a due passi da viale Ceccarini) Riccione, sei serate di ristorazione etnica - a partire da venerdì 9 maggio - immerse nella musica a tema, che propone il noto ristorante di Riccione per immergersi nel piacere delle culture più genuine di tutto il mondo. Una passeggiata nei gusti dal Giappone alla Spagna alle Ande peruviane, con una sosta nella tradizione romagnola rivisitata in chiave contemporanea, prima di valicare le Alpi e calarsi nelle suggestive notti della Ville Lumière, Parigi, e dei suoi spettacoli di Burlesque, fino alla Notte bianca finale, venerdì 13 giugno, con i menù di pesce che contraddistinguono Il Pescatore dal 1962. Un ciclo di serate di gusto e divertimento a partire dalle ore 21 - corredate da red carpet, photocall e caricaturista - prenotabili anche a pacchetti (tre cene 100 euro, 5 cene 150) a info@alpescatore.net, allo 0541 410065 e su Facebook (sconto 5 euro esclusi i pacchetti).

Il fascino e l'eleganza del Giappone inaugura Food world music al Pescatore, nella serata “Japan Sushi dream”, venerdì 9 maggio. Insieme alla degustazione della raffinata cucina del paese del Sol levante, a base di sushi e sashimi, il ristorante riccionese propone una serata di musiche e danze tipiche nei costumi tradizionali, per rivivere gli echi, i sogni e le suggestioni di una cultura millenaria e misteriosa, in uno spettacolo curato da Lailac, associazione culturale giapponese.

Il calore latino della Spagna accoglie i commensali de Il Pescatore venerdì 16 maggio, per una cena – Te quiero mucho - tutta dedicata gli echi e alle passioni multiculturali della penisola iberica. Alle suggestioni del raffinato menù spagnolo il ristorante si trasforma in un Tabalo spagnolo, scosso dai ritmi alteri o allegri del Flamenco, la tradizionale danza andalusa ora assunta a icona del paese, accompagnati dalla maestria della chitarra e scanditi dai ritmi delle nacchere e delle calzature dei ballerini. Una serata dove suggestioni latine, moresche e fiamminghe si fondono tra lo struggente e il vitale, grazie alle scuole di Flamenco Alquimia flamenca e Alma Gitana.

Nelle sale de Il Pescatore si vola oltre l'Atlantico, per approdare nelle suggestioni delle Ande del gusto e della musica, venerdì 23 maggio, Noche del Inca. La cucina della grande catena montuosa viene servita ai tavoli, mentre risuona la musica popolare peruviana dell'Ameritrio: Fernando “el Indio” Gonzales, Amilcar SotoRodrguez e Hernan Fassa. Il trio polistrumentista consegnerà all'ambiente l'istinto e la passione latinoamericana che i commensali rivivranno nella proposta gastronomica.

Di nuovo a casa, venerdì 30 maggio, si torna agli echi ancestrali dei nostri padri fusi con l'evoluzione della nostra Terra: Romagna 2.0 ailoviu a Il Pescatore. Una cena tipica romagnola quella approntata per la sosta in riva all'Adriatico nel viaggio gastronomico del ristorante riccionese. Una sosta nel gusto intrattenuta della cultura ironica del romagnolo, con uno spettacolo divertente fondato sulle gag, a cura di Roberto Casadei e Valerio Tullio, ritmato dai caldi suoni del sax di Alessandro Pagliarani.

I sapori della Grandeur francese e le danze scandite dalla sensualità e dall'ironia: è Burlesque Je t'adore la penultima proposta de Il pescatore nel suo viaggio Food world music, venerdì 6 giugno. I sapori francesi a cena e le musiche e le danze immergono il ristorante riccionese nelle atmosfere e la gioia di vivere della Ville Lumière, fatte rivivere dall'abilità della Compagnia Cirque Burlesque che intratterrà i commensali con i numeri del sofisticato varietà.

Pescatore white night è la grande serata conclusiva di Food world music venerdì 13: cena, balli e musiche all'insegna dell'estate sopraggiunta. Tutti naturalmente in livrea bianca, come conviene alle atmosfere estive e di gala, che unisce l'eleganza al vantaggio dello sconto sulla cena di 10 euro. A seguire la cena, una serata danzante con dj set a cura di Walter “Philly sound” Mengoni, nella quale, of course, il bianco è di rigore.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni: info@alpescatore.net, 0541 410065

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«Io non credo nella pubblicità»

Notizie dal mio sito: www.enricorotelli.it - 21 Aprile, 2014 - 11:40

In queste ore Marco starà armeggiando con i primi clienti del suo albergo. Apre la sua struttura nella classica “ridente località di villeggiatura” a Pasqua e continuerà fino alla fine della stagione. E in un dopopranzo domenicale mi racconta che a metà della stagione, quando la sua struttura è quasi sempre piena, incontrerà il suo collega dirimpettaio nel rito di scambiarsi le impressioni di due imprenditori del turismo. Li immagino, pallidi come immancabilmente sono pallidi gli albergatori della Riviera romagnola, al fresco dell'ombra di un pino, nel rito del suo interlocutore di indagare i segreti del mestiere: «Ma te come fai ad avere l'albergo sempre pieno»? E Marco invariabilmente gli risponde: «io faccio molta pubblicità». Al che l'altro lo guarda e replica risponde: «Io non credo nella pubblicità». A quel punto Marco lo guarda e tace. Quel che pensa alla fine degli incontri di metà estate lo dice a me e agli amici, dopo una lasagna e un carciofino pugliese: «cosa puoi dire a uno che ti replica così? Niente».

A noi che albergatori a caccia di segreti non siamo, mentre digeriamo la lasagna (e il carciofino pugliese), Marco spiega invece la sua ricetta, che considera normale. «Ogni anno io stabilisco un budget per camera e lo investo in pubblicità». Web? «Non solo. Ho il mio sito, uso i social network, certo. Ma con la crisi che c'è la pubblicità sui giornali è scesa molto e non è così costoso acquistare spazi sui giornali». Il suo lavoro invernale è tutto qui: il commerciale. Si pianifica le campagne, sceglie i mezzi di informazione – giornali locali in territori ben definiti, settimanali di grande tiratura per un pubblico ben chiaro - e quando arriva un nuovo cliente, si informa su quale mezzo lo ha portato a conoscere la sua struttura. E in base ai risultati rinnova o cambia i mezzi di informazione l'anno seguente. Il budget può essere più o meno consistente, ma da come racconta, in maniera tranquilla e lineare, senza sussulti di orgoglio, appare ben amministrato.

Ci sono anche scelte sul prodotto, ma questo non è un blog di turismo, e non mi sembra neanche giusto divulgare il mestiere di imprenditore che ha affinato in anni di lavoro e che, come racconta, fa scelte non condivise dai suoi colleghi ma apprezzate, invece, tanto dai suoi clienti quanto dalle tendenze del mercato. Non c'è bisogno di grandi particolari per farci capire l'ambiente in cui si muove: la categoria degli albergatori, dalle nostre parti, è ben conosciuta per la diffidenza e per la riottosità al cambiamento. E il siparietto con il dirimpettaio probabilmente si rinnoverà tra qualche mese con lo stesso copione: il pallido albergatore che cercherà di carpire chissà quale ricetta segreta che gli schiuda il pienone dell'albergo: «ma te come fai ad avere l'albergo sempre pieno»? Il lavoro di un inverno racchiuso in una risposta quasi banale: «faccio molta pubblicità». E la replica del diffidente: «Io non credo nella pubblicità». Auguri.

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