Vigilia di Ferragosto, a Rouen

Rouen

Il tabacco Gauloises l'ho trovato a 50 km da Parigi. E' stato come ritrovare un amico dove ti aspetti l'imponderabile, ma non lui. E l'ho lasciato in silenzio, fino alla prima destinazione, Rouen. Lo rollo all'Agorà café, prima sosta dopo una passeggiata in questa cittadina di provincia densa di sorprese. Svoltando da Notre Dame, mi imbatto in Rimini. Sissì, proprio lei, richiamata sulla vetrina e nella tenda di un negozio di calzature, proprio di fronte alla chiesa. Ah, cominciamo bene, penso. Poi, seguendo il gotico mozzafiato della cattedrale, ho peregrinato lungo le facciate delle case a falda, d'età variabile tra il '300 e il '700, schierate nel centro storico. Una quinta incredibile che incastona, al piano terra, la modernità del franchising, MacDonald compreso: travi in legno, intonaco, ardesia e saldi, questi ultimi inseriti, almeno, con gusto. Dopo l'orologio, guadagno la piazza del mercato vecchio, con la chiesa monumentale a Giovanna d'Arco, da un lato, e la teoria di brasserie e alberghi impavesati, uno, addirittura, il più antico di Francia, 1382. O era 83? Bah. Un po' fanno sorridere, se si è visto San Marino. Ma qui nulla è falso, e le ciprie turistiche vengono passate con delicatezza. All'angolo, incontro la brasserie dei fighetti di paese, l'Euro, propone cocktail e noia sostenuta - la salto a piè pari, pensando ai bar di viale Ceccarini - ma svoltato l'angolo ci sono i ristorantini, uno dedicato alle fondute, un altro ostenta orgoglioso la sua genesi, sin dal 1982, occupando un caseggiato d'epoca che finisce nel take away, intitolato ai figli del fondatore. Tutt'intorno, un viavai di giovinette, qualcuna tacchettante in tutta fretta, altre che fumano l'ultima sigaretta in crocchi fuori dai negozi: sono le commesse, che si avviano al prefestivo di Ferragosto. Aggiro i tetti del mercato - chiesa della Pulzella di Orleans e trovo, in sequenza casuale, ciò che cerco. Un taccuino nell'unico super - mini - market aperto - bello, con il foglio a righe libero, da mettere sotto agli altri a mo' di traccia, come le vecchie carte da lettere, stipate nel cassettone!! - e la brasserie, dove consumare il rito dell'aperitivo. Invitante per le due veneri annoiate, dall'apparenza autoctona, come gli altri avventori, che aspettano intrattenitori. E seggo. Vin de Pays e qualche oliva, piccante: rimpiango un po' l'aperitivo di Bubana. Ma solo per gli stuzzichini. Ritrovo il pacchetto di tabacco e le cartine, Rizla blu, piccole, e rollo la prima paglia di Gauloises dopo tanti anni - dieci, peut etre? - Ne esce una sigaretta regolare, niente tromboncino, un po' vuota agli estremi, sì, ma regolare. L'accendo e aspiro il sapore secco, denso di tabacco, di sigaro quasi. Due boccate appena e parla, parla alla papilla dei giorni trascorsi insieme, dalla lingua sale fino alla testa e rovista, rovista nella memoria e mi racconta, in pochi istanti, ricordi comuni, tanti: del militare, nel caldo di Gioia del Colle, dei viaggi in Diane, dell'Isola che non c'è, dell'Aleph, dei giorni in segregazione dell'esame, dei primi articoli al Carlino. Eri sparito dai banconi del tabaccaio, esiliato, e ti ritrovo, in viaggio, per portarmi ancora più lontano.

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Commenti

l estate sta finendo la bici e' ancora dalla stefania?

Giuro, ci pensavo questa mattina. Devo giusto buttare giù qualche chilo e, se tutto va bene, ci aspetta un autunno soleggiato. Dai, in settimana, questa, vado a fer un giro a Rivazzurra. Intanto mi sono allenato. Te?