Roberto, secondo anniversario

Roberto Rotelli

… decisi che in quella famiglia disgregata, sfasciata, lacerata, io e mio fratello dovevamo essere diversi. Decisi che non potevamo essere come i nostri genitori, dilaniati da una guerra infinita della quale eravamo ostaggi e non meri spettatori. Deposi le armi. Con un gesto unilaterale cessai ogni scontro, per quanto piccolo e naturale tra fratelli giovani. Ciò che più mi ha stupito, negli anni che seguirono, è che non ci fu bisogno di dirlo. Mio fratello mi seguì su quella strada. O la percorse con me, non ce lo siamo mai detti. So solo che nei nostri rapporti, per quanto cresciuti diversi, distanti, in ambienti, contesti, esperienze profondamente lontane, ci riconoscevamo, ci rispettavamo, ci amavamo. Quando morì, capisco ora, è morto l'ultimo legame con una famiglia così come l'avevamo conosciuta. Non potevo ricostruirla a partire dalle macerie abbandonate sul terreno, dovevo crearne una nuova. Nonostante le macerie.

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