Piada e sceicchi

Ho inaugurato un altro sito, di Massimo Pironi, l'altro ieri la conferenza stampa di presentazione, giusto l'occasione per parlare un po' del lavoro di consigliere che Massimo ha svolto in Regione Emilia - Romagna e per lanciare il nuovo media. Verifico sala, proiettore e computer, mando le convocazioni e aspetto piacevolmente l'indomani: routine, penso. No. Il preavviso me l'ha dato Marco, a invito appena spedito: “cosa veniamo a fare?”. C'è scritto nella mail, un anno di lavoro in Regione ecc. ecc., gli dico. Frega niente, non c'è notizia. Ma verrà lo stesso, come sono poi venuti gli altri. Prima le televisioni: hanno fretta, sono pochi in redazione e c'è un sacco di cose da dire su Rimini e dintorni. Nera soprattutto: quest'estate è tutta un lutto, qualche settimana fa gli annegamenti, tanti, anche due in un giorno solo. Due anziani amici, addirittura, sono affogati insieme, uno per aiutare l'altro. Mentre, pochi titoli più in là, i bagnini di salvataggio levavano alti lamenti per le multe, ricevute dai militi della capitaneria perché non portavano la maglietta rossa d'ordinanza. Ora, invece, la nera è dominata dai morti in strada: una tragedia a tre corsie. Liberiamo due tv su tre nei cinque minuti prima della conferenza, mentre intrattengo il trio della carta stampata: Marco, Mario e Paolo. Il primo aveva già borbottato il giorno prima, Mario e Paolo borbottano che vogliono un'altra notizia: facci dare una battuta sulle spiagge degli arabi. E' la moda di questi giorni: tutti e tre piazzati sul gossip dell'estate riminese, le spiagge a misura dei ricchi sceicchi, quelli che hanno i petrodollari, tanti, e che li fanno spendere a mogli e seguito nello shopping di viale Ceccarini. Dopo aver fatto i soldi vendendo l'ombra a generazioni di italiani e tedeschi, ora i bagnini puntano ad un nuovo prodotto: il sole agli arabi. Geniale. Il valore aggiunto del servizio sta nei teli, per tenere celate le donne arabe dagli occhi indiscreti dei maschi sulla spiaggia. E giù metriquadri di cronaca: sindaci e amministratori a braccia spalancate, l'imam che chiede, da anni inascoltato, più che le spiagge una moschea, il commentatore arabo del grande quotidiano nazionale la vede come una regressione nei diritti, il fascista invece preannuncia la manifestazione di protesta delle sue 7 teste rasate, con il casco integrale. Le nostre donne, romagnolamente, per un po' sono state zitte, poi hanno perso la pazienza: tutto quel casino per il burqua in Afghanistan, con guerra annessa e poi i veli ce li portiamo in spiaggia? Ma siamo matti? Per i cronisti, insomma, è la manna: la pagina si riempie, chi la dice più grossa, chi più seria, e funziona bene perché – democraticamente - tutti possono dire la loro e, alla fine, nel calderone della cronaca, non ci sono né vincitori né vinti.

Mica come il dibattito sulla piada e nutella, questione tutta politica esplosa due estati fa per mano del segretario dei Ds. La piada con la Nutella è riformista, diceva il nostro sul giornale, e vi spiego anche il perché (politicamente, s'intende), ringalluzzito dai titoli e dalle voci d'opposizione levatesi subito dopo, ad opera di poveri passatisti ancora legati all'anacronistica piada “se parsut, cla pis un po' ma tut”. Sono scorsi fiumi d'inchiostro, finché non è finita nel più politico dei modi: a colpi di manifestazioni. Il nostro ha giocato in casa, alla Festa dell'Unità di Riccione, dibattito con intervista fatta da Jo Squillo, quella delle Kandeggina Gang, “Siamo donne” e ora Tv Moda. I suoi oppositori, a Rimini, invece hanno organizzato una serata al Borgo San Giuliano, il quartiere che passa per il tempio delle tradizioni. Alla fine, è stato come sparare a uno seduto alla toilet: 5 mila a Rimini, a sostenere la piada tradizionale a colpi di ganasce, a Riccione un centinaio. Un plebiscito.

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