Non siete andati a votare? Ecchissenefrega.

Jim Carrey, Truman

Non sono preoccupato per l'astensione. Anzi, non me ne frega niente. Non credo nemmeno sia lo specchio della “cattiva” politica. Credo sia lo specchio di una cattiva società. Perché dovrei preoccuparmi di chi non vota, di chi non si interessa della cosa pubblica? Se non ha nemmeno mezz'ora da dedicare a una passeggiata al seggio vicino e a fare un segno elementare, come una croce sul simbolo, non credo sia il sintomo di una cattiva politica. E' il sintomo di un'apatia sociale. Alle elezioni delle Regionali ce n'erano di liste – e di candidati - adatti a tutti i gusti. Una destra becera, una in doppio petto, un centro conservatore, un centrosinistra così così, una sinistra variopinta, liste civiche, grillini. Credo che l'universo politico e umano sia stato ampiamente rappresentato e messo in mostra, per esprimere una preferenza su come dovrà essere governato il futuro della nostra Regione. Eppure, la maggioranza delle persone non ha trovato il tempo di scegliere. Dovrei preoccuparmi della “cattiva” politica e assolverli per la loro noncuranza? Non ci penso nemmeno: mi preoccupo della cattiva politica, che mi riguarda, il resto sono cazzi loro.

Guardiamoci, cari elettori e non elettori. E' facile, sfiliamo ogni giorno intruppati insieme. Sappiamo tutto sugli ultimi movimenti del mercato calcistico, cosa fa la nostra squadra locale, commentiamo i gol nostri e quelli avversari, conosciamo i campionati europei e i palmares delle migliori scarpette straniere. Non sono competenze che si costruiscono in un minuto: sono ore e ore di studio sulla Gazzetta, davanti alla tv, in ascolto sulla radio. Io ci ho messo una vita a non capire niente di calcio e mi stupisco ancora di quanta professionalità esprimono i miei amici, quando si sfondano di cibo a tavola come se non ci fosse domani. Eppure, sbagliamo i nomi dei politici, non sappiamo la differenza tra elezioni amministrative e politiche, siamo incapaci di andare oltre il titolo di un articolo di giornale. Quando lo leggiamo, un giornale. Eppure è la malapolitca che ci tiene lontani. Per carità, l'ignoranza? Noi non siamo ignoranti. E' vero, non parliamo l'inglese, i nostri post sono ricchi di anno senz'acca, qual è con l'apostrofo, parole sconosciute che però vanno di moda, condividiamo foto di citazione errate, false o sgrammaticate, ma questo cosa conta? Noi non siamo ignoranti e menefreghisti della nostra cosa pubblica. Noi siamo stufi di essere ingannati.

Vogliamo parlare di economia? Parliamone. Facciamo code per l'i-phone, android è una figata, povere oche che spiumano in Ungheria ma Report ha fatto una forzatura con Moncler: già siamo in crisi e smontiamo un marchio italiano? Dai, siamo speciali per farci del male... Ecco, è tutta qui l'economia che mastichiamo. Passiamo la vita a produrre soldi, a conoscere quel che passa il mercato e a comprare la cosa giusta del momento, se ci da quel plus che il marketing ci racconta. Spippoliamo su wazzap mandandoci video porno, foto orrende e link a blog di decerebrati sgrammaticati. Siamo perfette macchine per mandare avanti un sistema economico che funziona grazie a noi: produciamo, consumiamo, crepiamo. Ecco. Facciamo beneficenza, mia moglie in parrocchia, la mia compagna nell'associazione contro la violenza sulle donne, la mia amante condivide le foto dei bambini con il cancro. Ma siamo degli ignoranti sociali, profondamente ignoranti. Degli aridi sociali. E dopo una settimana a cercare di raggranellare soldi, con le palle schiacciate dal sistema, dalla moglie, dai figli, dal padrone di casa, dal capoarea, dal direttore, per carità non mi fate pensare. Non posso perdere tempo a informarmi come si vota, chi è o chi non è il candidato. Faccio prima: rubano tutti. Lasciatemi il piacere di nascondere la mia ignoranza insieme agli altri, cantando in coro la stessa litania assolutoria: son tutti uguali.

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Commenti

Ciao ho letto il tuo articolo tramite altri utenti su FB ma il luogo non è adatto per commentare, troppo pochi i caratteri e troppo distratti gli utilizzatori, rispetto il tuo sfogo forse dettato da una lettura a caldo. Ebbene sono uno di quelli che non è andato a votare pur essendo da sempre "fedele alla linea" (come vedi ho colto la citazione), ma è stata una decisione presa con le lacrime al cuore. La tua lettura, in parte veritiera, non può rappresentare nel complesso la realtà. La scelta, perché di questo si tratta vorrei sottolinearlo, non è stata priva di travaglio interiore non ho cercato di fare proseliti, così come la maggioranza di chi non si è recato alle urne avrebbe potuto cedere alle lusinghe di tribuni populisti ma non lo ha fatto, non sarebbe stato questa la vittoria della Democrazia, non sarebbe stato questo nemmeno il rispetto ai nostri padri che con le loro lotte ed i loro sacrifici hanno permesso a noi di dialogare democraticamente. Gli assenti hanno sempre torto si sa, chi ha vinto per ruolo istituzionale esulta per la vittoria ma non concordo, con chi prima di me ha commentato, che le valutazioni non verranno fatte e sul perché, almeno lo spero da inguaribile romantico. Alle persone non bastano più proclami televisivi, atteggiamenti assertivi al limite della strafottenza non ci cascano più dopo vent'anni di omuncoli dai capelli color palissandro hanno capito il meccanismo e non stanno più al gioco, non è qualunquismo ne tanto meno menefreghismo questa risulta essere una lettura semplicistica e riduttiva, non bastano nemmeno le feste che qualche giovane sindaco organizza (con tanta buona volontà e "forse" con respiro più alto tarpato come taluni suoi scatti d'ira dimostrano) ne tanto meno alibi fantasiosi, ho sentito dire che in un comune della Valconca molti erano a Roma per la proclamazione di un beato e che molti riminesi erano a san siro a vedere il derby, per far dimenticare la realtà quotidiana. La tornata era regionale ma il messaggio è chiaro: questa volta stiamo alla finestra riconquistateci non aspettiamo altro!!!!!! Ed il silenzio degli assenti appunto perchè si sono stancati di "produrre consumare e crepare" può essere assordante. Il non voto, questa volta, è stato il vero modo Democratico di rispondere solo chi è in malafede può negarlo o fare spallucce ( niente di personale) non lo si può demonizzare ma solo prenderne atto non siamo spazzatura ma una risorsa questo sì che può essere il vero stimolo per la classe politica e non "...la pace che voi volete....".
Distinti saluti,
Davide C., Rimini

Capisco i tuoi distinguo, ed è chiaro che rispondo a qualcuno che si interessa alla cosa pubblica: due o tre citazioni (compreso il volto privato di un'affabilità pubblica) sono molto eloquenti. E credo di capire anche la tua stanchezza. E' capitata anche a me: ho smesso di fare attività politica, ho anche sospeso l'annuale tesseramento al partito. Ma il voto no, io voto, dico la mia e scelgo chi candidare e dove candidare, sapendo il perché della mia scelta.
Credo sia stato chiaro l'universo che ho rappresentato, temo con una precisione volgare e micidiale. Un universo nel quale – non ho dubbi – non sei inserito ma che, purtroppo, ci appartiene e che ogni giorno ci circonda e ci soffoca. Di più, mi disgusta non meno del malaffare che quotidianamente i giornali ci raccontano. Qual che più condanno è l'ipocrisia. Un mio caro amico anni fa è arrivato a dire che «se B. ruba ma mi mette a posto l'Italia a me sta bene». E' andata come è andata, l'Italia non l'ha messa a posto, ed ora l'amico tuona contro i politici ladri. Scordandosi sistematicamente che dove ci sono corrotti ci sono corruttori. I primi li condanna, i secondi li mette su un piano di responsabilità più bassa, perché crede che la virtù sia un obbligo solo dell'agire politico. Non so se ragiona così perché, nonostante siano passati tanti anni, non riconosce la Repubblica perché nata da un precedente stato o perché tutto sommato assolve chi riesce a fare il furbo, perché a molti piacerebbe essere nei panni di lucra ai danni della cosa pubblica. Solo il suo subconscio potrà dimostrarlo. Nel frattempo io condanno lui, i suoi pari e la loro ipocrisia. Possono mentire a se stessi, ma non potranno farlo in eterno.

Ciao D. , ho letto il tuo commento molto articolato e appassionato e vorrei essere sulla tua stessa linea di pensiero, ma purtroppo così non è. Sono perfettamente convinta che una parte di elettorato ha sofferto come te nel fare la "malaugurata scelta" ed alcuni di questi li conosco, ma penso che la maggioranza stia dentro il quadretto raccontato da Kikko. Sei un romanticone se pensi che questo risultato produrrà dei cambiamenti, non lo dico perché ritengo che i politici non ci rifletteranno su, certo lo faranno, ma dal pensiero al risultato tanta acqua ce ne passa ed è difficile scardinare certe consuetudini anche provandoci seriamente. La politica è un mestiere difficile, faticoso e a volte estenuante, e comunque fatto di tanti compromessi, te lo dice chi ha vissuto e visto all'opera un segretario di partito, un consigliere e poi un assessore. Credimi bene, si sta meglio sul divano la sera con la moglie, i pargoli, il gatto e il cane. Non sono tutti corrotti e desiderosi di arricchirsi e potremmo rendercene conto se invece di stare a casa sul divano ci occupassimo tutti un po' meno di calcio e un po' di più "della cosa comune".
Milena