Ciao Venanzio

Viaggiano con la moto, in mezzo alla vita della città, fissandola per fotogrammi. E il giorno dopo scorrono le pagine dei quotidiani per vedere come quegli scatti sono stati inseriti, trattati, tagliati da cronisti troppo distratti dalle maree di parole per capire che una foto è un altro modo di raccontare. Diverso. Non una decorazione al pezzo. Nemmeno un ingombro in pagina. Un altro modo. Ma lo sanno. E che ci vuoi fare? Cronaca bianca, nera, morti, quando ci sono, incidenti, facce di politici che non cambiano - a parte uno che ha il vezzo del parrucchiere e l'archivio è ancora da aggiornare - facce di poliziotti e carabinieri in posa, al sabato il calcio, poi il basket, le inaugurazioni della fiera, sempre diverse e sempre uguali, in agosto gli spintoni del servizio d'ordine ciellino. Vita, morte e miracoli – veri o presunti – di una città. In moto, un auricolare per il cellulare, un orecchio per lo scanner, la borsa della macchina fotografica e la pazienza. Tanta. Ad aspettare l'evento, il personaggio, ad ascoltare le solite parole, a scattare il momento buono. Con gli occhi sulla città, a cercare l'angolo giusto. Venanzio Raggi ha chiuso gli obbiettivi, il suo k100 non si muoverà più su e giù per Rimini. Niente più pause al Cavour, niente più spintoni per la cronaca, più nessun istante riminese da raccontare: il suo archivio si è chiuso il giorno prima che inaugurassero al Barge la mostra dei fotografi riminesi che ha organizzato lui stesso, “Noi dietro l'obbiettivo”. Il suo epitaffio. Ora Venanzio è diventato tutt'uno con il suo lavoro: un'immagine. Di Rimini. Per ricordare.

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Commenti

Con Venanzio ci siamo incontrati, l'ultima volta, un paio di mesi fa per un'intervista da pubblicare su Rimini In Magazine. Io per le parole, lui per gli scatti. La comune passione per la moto è subito diventata argomento di conversazione con l'intervistato, lasciando me, che non vado oltre la bici elettrica, un po' emarginata. In quell'occasione spiegò di aver dovuto vendere il suo bolide "perché con le cure che sto facendo sarei un pericolo per me e per gli altri... ma appena mi metto a posto, la prima cosa che faccio... me lo ricompro..."
Ecco, mi piace immaginarlo sulla sua moto ricomprata, col suo giubbotto e le tasche gonfie di macchine e obiettivi. I capelli al vento, ricci e lunghi come "prima".
Cristella/Cristina

Ciao Venanzio anche da parte mia

Per quel che vale mi unisco a questo saluto che so vero.

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