Sabato notte a Rimini: un taxi chiamato re Mida

Domenica mattina, ore 10: solito rito della colazione con giornali, al solito angolo del bancone del solito bar in piazza. L'ordine, “cappuccino, nero, grazie” crea immediatamente nel nuovo barman una piccola assonanza: se c'è bisogno di molto caffé nel caffellatte, un motivo ci sarà. E dopo un po' il ragazzo mi spiattella che anche lui è un po' in coma. Deve aver fatto una bella scorribanda fino a poche ore prima. Io, veramente, ho fatto il sabato in casa e, purtroppo, la domenica sono in coma anche se non esco: oramai è diventato uno status dei bioritmi. Ma che gli sto a spiegare? Scambio il ruolo – di solito è il barman che per mestiere sta ad ascoltare - e raccolgo le sue rimembranze. Racconta che ha bevuto abbastanza da decidere di lasciare l'auto al porto, teatro della sua notte brava, e avviarsi a casa con altri mezzi. Bravo, molto civile – gli dico. “Sì, bravo, ma mi è costato 15 euro di taxi....”. Os-cia 15 euro, ma dove stai?!. “In piazza Tripoli”. He?! Quindici euro?! Ma è lì vicino.... “Si, 5 euro di tariffa notturna, il resto per portarmi dal porto a piazza Tripoli”. Alla faccia della civiltà e delle campagne contro le stragi del sabato sera. Sì perché dovete sapere che tra il porto e piazza Tripoli - pardon, è il vecchio nome, ora si chiama piazza Marvelli in onore di un beato locale - passano esattamente tre minuti di auto e 2 chilometri e mezzo. Non ci credete, controllate da soli cliccando sul link del sito Michelin. Se guardate bene, dice che il costo stimato per un'utilitaria è di 0,51 euro. Il resto, stando al racconto del giovane, è andato tutto al taxi. Vabbé, poteva essere tanto ubriaco da essersi sbagliato. Oppure, se era in condizioni davvero devastate gli hanno fatto un prezzo “speciale”. Controprova. Chiamo la locale cooperativa taxisti: sto organizzando

una serata in un locale nei pressi del porto, e come base ho un albergo in piazza Marvelli. Al telefono la ragazza, gentilissima, mi spiega che è vicino, vicinissimo, “guardi, saranno 8 o 9 euro. Aspetti”. Mi mette in attesa, poi dopo un po' riprende: “Non so dire esattamente, ma è vicinissimo, 8 o 9 euro. Ma le conviene andare a piedi...”. Grazie signorina, ma magari dopo abbiamo bevuto un po'...e chiudo. Il punto però è un altro. Sui giornali è in atto una campagna guerreggiata contro le stragi del sabato sera. Meritoria, anche se gioca molto sui titoli ad effetto e poco sulla sostanza. In realtà è da un po' di anni che se ne parla, anche perché, qui in Riviera – e non solo – le occasioni per il tempo libero - pub, discoteche, discobar ecc. - sono l'ingrediente principale del distretto del divertimento. E il bere è una cosa comune. Anzi, nelle discoteche, il drink, lo fanno sempre “carico”: un po' per giustificare il costo del biglietto, un po' perché sono gli avventori a volere così: c'è poco da fare. E li agevolano per farli tornare. Tant'è che a chiedere poca vodka nel proprio vodkalemon, rimedi sempre il commento divertito del vicino in fila al bar. Ma se guidi, un occhio al tasso alcoolico lo devi tenere. Mica astinenza, quel tanto che basta per stare nelle regole, per non essere un pericolo. Il rischio, altrimenti, è di finire sui giornali del lunedì: un bollettino continuo. Tanto continuo da fare l'abitudine agli strilli della civetta e al tabellino dei morti. Purtroppo. In questo parlare continuo fioriscono gli appelli a guidare con prudenza, a non mettere macchine troppo potenti sotto al c**o di ragazzi inesperti, a designare il guidatore responsabile: chi guida non beve. Per noi sono un po' una novità, la legislazione è piuttosto giovane, in Gran Bretagna e in altri paesi del nord è la normalità. Si esce in compagnia, capita di bere ma ci si organizza, o con il guidatore o con il taxi. A un matrimonio in Scozia il padre della sposa ha prenotato un pullman per riaccompagnare gli ospiti, dopo il party. In feste casalinghe, gli avventori avevano il sacco a pelo in macchina. A una festa si beve, è normale, ma si pensa anche alle possibili conseguenze, a non fare e a non farsi male. Qui, la mentalità è ancora legata al vecchio rito. Si esce, si beve, si torna a casa per le strade secondarie per evitare le pattuglie. That's all folks. Pochi i mezzi pubblici in giro, o i servizi navetta, più precisi in estate. Di chiamare un taxi si fa fatica a parlare. E ascoltando il racconto del giovane reduce del sabato sera, ci credo: 15 euro per 2 chilometri e mezzo...

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Commenti

E vedi che almeno noi astemi serviamo a qualcosa?

Quando lo rivedi (il barista) era meglio tornare a casa a piedi e purtroppo se la domenica mattina bisogna lavorare è meglio non fare tardi e fare una serata tranquilla.
Ciao

Davide, io raccolgo, non faccio il censore: nel tempo libero uno fa quel che vuole. Ciò che mi preme è: si parla di stragi del sabato sera, ma i mezzi alternativi per muoversi, accessibili e, diciamolo, a prezzi onesti e chiari, ci sono? A me pare che su questo versante siamo un po' indietro. Se poi uno ha il fisico per lo stravizio... Io, ad esempio, non più. Ciao

Hai fatto bene, non devi fare assolutamente il censore!!!
Lo sai con quello che mi è successo il Capodanno di due anni fa, sono diventato bravo (forse anche troppo, chi losa!!).
tanti saluti