L'eclissi dei diritti crea i dossier: l'ultimo allarme di Stefano Rodotà

“Eclissi dei diritti? Molte iniziative vanno proprio in questa direzione, e si sta creando un clima che li considera un ostacolo. Nell'agenda della politica la questione dei diritti precipita agli ultimi posti, sopraffatta da altri imperativi, la sicurezza e l'efficienza in primo luogo. ”. Lo dice Stefano Rodotà, giurista, già Garante della Privacy e attento studioso delle nuove frontiere della democrazia, anche in forma digitale. Il suo ultimo appello riguarda gli emendamenti presentati alla cosiddetta “lenzuolata Bersani”, in sede di commissione Industria al Senato. Per chi ascoltasse solo Grillo, gli emendamenti sono delle modifiche che i parlamentari propongono ai colleghi su un qualunque disegno di legge, in questo caso un decreto del Governo in iter di approvazione al Parlamento. Ebbene, secondo gli emendamenti presentati, le aziende non sarebbero più tenute a conservare gelosamente i dati sensibili che riguardano i loro dipendenti. E li potrebbero quindi divulgare. Qual è il rischio? Una succinta spiegazione la trovate su Adunanze digitali dove Rodotà ha depositato il suo appello, siglato insieme a Fiorello Cortiana, Carlo Formenti, Arturo Di Corinto, che si può sottoscrivere (io l'ho fatto, e questo è un invito). In forma più estesa, il ragionamento di Rodotà lo trovate su Repubblica. Intanto, nell'immediato, seleziono dal suo ragionamento il perché di questa necessaria tempestività: “Questa settimana sarà decisiva per capire gli orientamenti su un tema centrale per la libertà delle persone - la tutela dei loro dati. Si definirà il disegno di legge sulla banca dati del Dna, invocato per ragioni di sicurezza. Il Senato dirà se la libertà d'impresa esige l'esonero dal rispetto delle misure di sicurezza finora previste quando si raccolgono informazioni su ciascuno di noi. Questioni che riguardano tutti, e il modo in cui saranno risolte inciderà sul quadro delle libertà e dei diritti”.

In questi anni di guerra, sull'altare del terrorismo spesso si sono fatti passi indietro. La privacy, che è un bene non comune – nel senso che non sempre se ne coglie l'importanza – è invece preziosa. Lo hanno ricordato, in modo drammatico, le schedature della Telecom, pochi mesi fa, valanghe di dossier che hanno interessato politici, industriali, ma che potrebbero riguardare tutti noi, anche solo come consumatori, e che potrebbero essere usati contro di noi. Come cittadini, ma anche come consumatori. Non sono utopie uscite da Orwell, nella società digitale raccogliere informazioni e organizzarle in modo minuto, non è poi così difficile, se solo pensate al potere di stoccaggio e recupero delle informazioni che ha Google o un qualunque altro motore di ricerca. E' solo questione di capitali. Per questo, forse è il caso di perdere qualche minuto e leggere. Magari anche firmare. Grazie.

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Commenti

Segnalo un'altro pericolo incombente diverso di quello appena scampato, ma che ha le sue radici sempre nell'ignoranza e nell'ottusità di certo 'potere'. Come al solito si agitano gli spauracchi del terrorismo e della pornografia per provare a controllare internet: il pericolo questa volta viene dal 'nostro' commissario europeo Frattini: La "frattinizzazione" non è l'unica minaccia di G.Livraghi su Interlex

Ormai i diritti di noi persone diminuiscono sempre più. Anche la Legge che sta per emanare il Governo sul Dna per me è molto pericolosa e lede i diritti delle persone. Siamo spiati da tanti anni e abbiamo fatto sempre finta di niente.

Notizia di oggi: su Repubblica Ritirato il piano anti-privacy. Dietrofront dopo la bufera "ROMA - Stop agli attacchi alla privacy. Contro le norme che minacciano di minare alle fondamenta la tutela dei nostri dati personali, si levano gli scudi del Garante, dei sindacati e delle associazioni dei consumatori. E la politica? All'inizio sta a guardare, pochi sembrano infatti disposti a strapparsi le vesti a difesa della riservatezza dei cittadini. Poi in serata la svolta: gli emendamenti vengono ritirati. [...]Non è tutto. In commissione Industria del Senato si starebbe ora pensando di reintrodurre gli obblighi di tutela della privacy pure nelle aziende fino a 15 dipendenti". Non male, Rodotà, non male. Go on.

Ecchecaspita, per una volta che avevo firmato! ;D

Complimenti, sei una delle 5953 persone. 'Sto dietrofront è anche merito tuo Smile.

Ricordo che Lo Statuto dei Lavoratori (quello storico, degli anni Sessanta, frutto di vere e lunghe battaglie di tanti) partiva proprio con il divieto di controllare i dipendenti con video et similia... Quanta strada! Indietro, però. Forse per colpa dell'eccessiva tecnologia. Oggi con Internet ti tengono controllato minuto per minuto, con la carta fedeltà il supermercato conosce le tue abitudini (a che ora compri, in quali giorni, cosa mangi, che profumo usi...), il telepass lascia traccia del tuo viaggio... per non parlare dei telefonini! Per me Orwell aveva previsto tutto, anche la "storia riscritta"...

P.S.: Kikko, sono connessa da mezzora dopo dieci giorni di black out. Fuori di testa, quasi. Se becco qualcuno della Telecom, non so cosa potrei fargli... Appena mi calmerò, racconterò la vicenda (Orwelliana?).

Anche se in ritardo mi associo al sospiro di sollievo collettivo. Grazie a voi!