Home sweet home

Ho visitato quella che sarà la mia nuova casa. Tre stanze più salotto - ingresso - cucina, 80 metriquadri al primo piano di una vecchia casa nella Castellaccia. Muri spessi così, ingresso e finestre sulla via dell'Ospedale, quello vecchio, ora Museo della Città, che è proprio svoltato l'angolo. Un balconcino sovrasta un cortiletto interno, confino con un palazzo del '700 ed uno molto più datato, bellissimo. L'appartamento occupa metà del primo superiore di un edificio credo ottocentesco, è dietro la Provincia, a un tiro di schioppo da piazza Cavour, palazzo Garampi, la libreria Riminese, la piazzetta. E al primo sguardo non mi ha lasciato scelta, saluto anche Miramare - comoda per il lavoro, sì, ma vuoi mettere con Rimini?- e me ne torno in città, di nuovo mio baricentro. Sono entusiasta. Scrivendone comincio a cogliere qualche rimando, buttato a sparguglioni. Prima era lo studio di un avvocato che già avevo visitato, il primo studio di Piero, col quale ho diviso pianerottolo, partite a scacchi, amicizie, surf e cosa ci puoi mettere nella tua giovinezza. Uno dei pavimenti in legno delle stanze dovrebbe portare le tracce dei suoi primi casi di penalista, credo. Due incroci più in là, via Cavalieri, primo approdo di nonno Filiberto e famiglia, trasferito dalle Marche per insegnare a Rimini. Mesi dopo i Rotelli andranno nella vicina via Clodia, nome cittadino celebre, dove nonno e nonna Giulia crescevano papà Gigetto, Rita e Francesco, ragazzini a giocare in piazza Ferrari e da grandicelli nella compagnia del bar Marittimo. Dietro l'angolo il centro Maritain, sede legale e per un po' reale di Ulisse, il giornale fondato con Marcello Ceccarelli e Federico Chicchi, a 50 metri palazzo Tonini, con Ita, Paola, Pietro ed Ettore, nello stesso pianerottolo Marco e Michela, ultima bellissima casualità. Avrò tempo per esplorare dintorni e memoria, ora è per arredare, disporre, recuperare e, se mai possibile per me, riordinare, per stanza, per uso, per funzioni, per gusto, per sogni. Forse è il tempo di rileggere Georges Perec, sì, potrebbe offrirmi punti di vista e sguardi interessanti, Le cose, anche Ellis Island ci sta bene, per come esplora i luoghi, per classificarli minuziosamente e poi liberarli in un canto. Una nuova casa da comporre, recuperando il tempo e gli oggetti che l'hanno segnato, riposti, sparsi, nascosti, la cui assenza mi lascia un po' dimentico di me.

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Commenti

Quando è che mi inviti a vedere la tua nuova reggia ??? I pavimenti sono in rovere come il Louvre o Versaille ?? Ciao a presto. Pigo

La Tua casa... me l'hai fatta amare ancora prima di vederla. Contento di averTi per vicino, orgoglioso di far parte dei Tuoi ricordi, onorato di esserci nel Tuo presente. Da destra o da sinistra l'amicizia rimane un tesoro davvero simile a come ce lo hanno raccontato da bambini. Già bambini. Rivedendo nei miei figli noi una volta. Oggi in tenda contenti più di loro. Per la pioggia. Per i "botti" così belli e quindi pericolosi (o il contrario?). Per l'acqua che entra e ci inzuppa il sacco a pelo. Peccato che rimanga quel piccolo diaframma da distruggere eretto a tutela della nostra intimità. O dei nostri pudori. Ma chissà che un giorno, magari spersi nelle nebbie della città, quel diaframma così esile ma così resistente non possa essere abbattuto. Un fraterno abbraccio. Italo