Il primo voto su Kilombo: meta - sinistra, meta - aggregatori e meta – scelte. Consapevoli. (Se non avete capito il titolo...)

Dunque, c'è un aggregatore delle sinistre, Kilombo, che sembra davvero un aggregatore delle sinistre: litigano. Un casino. Se ne dicono quanto i cani. Non ho capito molto il perché, ma ormai sono alla rissa. E, si sa, in mezzo agli schiaffoni, va a capire chi ha dato il primo o il secondo: sono tutti gonfi e tumefatti. Anzi, ad andarci in mezzo, rischi di prenderne pure tu. Ma provo a capirci qualcosa. Non è per farmi gli schiaffoni degli altri (e magari prenderli).

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Il "mondo visto dal Cannocchiale" mostra due croci uncinate. Ma un ottico, per riparare le lenti, ce l'hanno?

In principio era la piattaforma blog del Riformista. Ora, tra i 29520 blog presenti sul Cannocchiale, si possono vedere anche cimeli nazisti. Ed è bagarre, tra i blogger del Canocchio. In testata, due foto di Hitler e altrettante croci uncinate sono l'introduzione ai contenuti di "nazismo.cannocchiale.it": cimeli militari delle Ss e oggettistica nazionalsocialista, porcellane comprese. Propaganda politica?

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Piccolosegretario

Ci risiamo: il tema dei costi della politica è di nuovo in auge. Cosa tagliamo? Posti in parlamento? Enti locali? Poltrone di secondo livello?

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“Un ricordo dalla Romagna da portare a casa agli amici in viaggio... insomma, dove volete”

Domenica, la voce del megafono rieccheggia nella piazza Cavour, metallica romagnolità che preannuncia una folla di sportivi pedestri, gazebo e strutture gonfiabili. E' finita la Strarimini: mezzamaratona, maratonina, camminata, è tempo di premiare il sudore dei corridori. Cieco dal sonno, la circumnavigo verso edicola e cappuccino, mettendo appena a fuoco la folla di sportivi, giusto per non sbatterci. Implacabile, la esse romagnola sovrasta tutti: “Premio al gruppo Polipodistica... Due prosiutti e un cappellino”. Standing ovation del gruppo.

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Ciao Venanzio

Viaggiano con la moto, in mezzo alla vita della città, fissandola per fotogrammi. E il giorno dopo scorrono le pagine dei quotidiani per vedere come quegli scatti sono stati inseriti, trattati, tagliati da cronisti troppo distratti dalle maree di parole per capire che una foto è un altro modo di raccontare. Diverso. Non una decorazione al pezzo. Nemmeno un ingombro in pagina. Un altro modo. Ma lo sanno. E che ci vuoi fare?

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