Inviato da Enrico Rotelli il 24 Dicembre, 2012 - 23:16
Non è che sia un Natale particolarmente brillante: fuori fa freddo ed è pure umido, c'è la crisi, le sfighe si accumulano e per chi ha quella ulteriore di essere di sinistra ci sono pure le primarie, con il loro corollario di sorrisi davanti e coltelli di dietro. Ma c'è chi sta peggio. Per cui vi auguro che almeno il Natale sia sereno. E per il resto, ma proprio tutto il resto, c'è sempre l'adagio di Rossella O'Hara: «non ci posso pensare ora. Ci penserò domani». Auguri.
Inviato da Enrico Rotelli il 8 Dicembre, 2012 - 04:15
Davanti a me ho la lettera di licenziamento. Per conoscenza. Perché è indirizzata alla direzione territoriale del lavoro. La forma non è ancora raffinata nella cooperazione. Ma è solo questione di tempo, impareranno. E in fondo non ha importanza: lo sapevo. Me l'hanno detto in un colloquio. Tutti lo sapevamo. Era nell'aria. Abbiamo perso l'appalto e in genere questa è la trafila: si può passare alla coop che subentra. La Direzione Territoriale convoca il tavolo con le Parti e si definisce la trattativa. A fine mese si può scegliere.
Inviato da Enrico Rotelli il 22 Novembre, 2012 - 23:29
Ognuno ha gli amici che si merita. I miei erano berlusconiani. Prima. Ora sono accesi renziani. Non quello di borgo Marina. Quello di Firenze. E sono certo che ci sia un nesso, nel profondo del loro Io di destra. Ultra destra. Venerdì sera, canonica decompressione post lavorativa per soli uomini. All'ordine del giorno chiacchiere che, curiosamente, concedono poco al calcio e quasi tutto alla politica. Donne: niente. Son tutti sposati da anni, meno se ne parla e meglio è.
Inviato da Enrico Rotelli il 16 Ottobre, 2012 - 12:48
Tutti gli anni, tra la fine di settembre e queste ore, un tarlo microscopico comincia a rodere un angolo di cuore, là dove si intersecano desiderio, amor proprio e l'arteria che va alla ragione. C'è una piccola cicatrice che il tarlo va a intaccare: quando lasciai il breve impegno dell'università. Scienze Politiche, indirizzo internazionale. Che a sentirla così suona chissà cosa, anziché poca. Il tarlo allora se ne stette buono, aveva comunque di che essere contento, perché il mio diplomino, abbandonato per le scorribande giovanili nel lavoro, l'avevo preso.