Rubare ai predicatori porta all'inferno?
«Tutto quello che Westlake ha scritto celandosi sotto falsa identità è buono, il resto è ancora meglio. Se non avete tutto, andate dal vostro libraio, compulsate i cataloghi, ordinate, leggete. Nient'altro» E' Jean-Patrick Manchette al termine delle pagine dedicate al creatore del personaggio Parker, nel suo "Le ombre inquiete". Perché Richard Stark è lo pseudonimo di Donald Westlake, usato per raccontare le storie del rapinatore di professione Parker. E dopo questo primo approccio con "Comeback. Colpo su colpo" - divertente, avvincente, convincente - credo seguirò i precetti del maestro francese: Westlake - Stark diventerà una delle traiettorie di lettura noir dei prossimi mesi (semmai fregasse a qualcuno oltre a me).
Manchette dice anche che gli scritti su Parker giungono quando il «giallo ha smesso di essere la letteratura morale dei nostri tempi». Non so. Mi è piaciuto però il mondo dei predicatori che Parker e soci decidono di assaltare, spinti dai soldi, tanti, che vengono raccolti nelle sedute di religione collettiva negli stadi. Piace il modo in cui lo fanno, da professionisti, come si ingarbuglia e si dipana la vicenda, tra colleghi inaffidabili, ragazzi che si improvvisano rapinatori, poliziotti troppo zelanti e il panorama sociale che ne esce. Westlake - Stark tratteggia mondi diversi ma il meglio non è sempre dalla parte della legge.
E a proposito di lettura "sociale": «Non era andata così. Era stata una concatenazione di errori, da ogni parte. Lo sbaglio di Ralph era stato di non credere che i suoi amici avrebbero fatto sul serio del male a sua sorella. Quanto a Woody e Zack, la cui conoscenza del mondo derivava solo dai film e dalla tv, non erano al corrente che, nella vita reale, se a una persona si mette ripetutamente la testa sott'acqua in una vasca da bagno, si finisce per l'ammazzarla». Ripensando a un fatto recente di cronaca nera a Rimini, sono parole che fanno riflettere.