Come una goccia di petrolio nel mare
Sono tre giorni che il mio pc ha gravi problemi: non parte. Parte solo e soltanto grazie a un live cd (un sistema operativo in un cd che fa funzionare la macchina). Succede. Potrei maledire openSuse - linux (colpa sua). Potrei incazzarmi per averlo aggiornato (tutte le volte c'è una magagna che spunta). E invece... Non mi affaccendo più di tanto sui forum. Non accorro al suo capezzale smanettando in file di configurazione. Aspetto pazientemente i consigli di chi ne sa più di me, che arrivano puntuali alla mattina, per metterli in pratica solo alla sera, quando ho tempo e con molta calma. Insomma, mi trovo a godermi una pausa relativa nella relazione morbosa con il mio personal computer. Troppo morbosa. continuo ad aspettarmi troppo da lui. Continuo ad aspettarmi troppo dalla Rete, dai social media. E' come se da questo strumento dovesse giungere qualcosa o qualcuno di messianico, capace di rivoluzionare davvero la mia vita. Percepisco l'ansia di aggiornare i sistemi, aggiornare le pagine che visito, aggiornare gli stati che incessantemente migliaia di amici, conoscenti, semiconoscenti e sconosciuti vomitano nel più feroce frullatore di umani umori mai inventato. Più percepisco e alimento l'ansia, la simultaneità e l'ubiquità digitali e più le energie precipitano e le parole sfuggono. Si spandono come una goccia di petrolio su un mare piatto, che ammanta di colore la sua tossicità.