Segnali di fumo

L'avevo scacciata - sì, scacciata - 5 anni e mezzo fa, allontanata brutalmente un giorno di primavera, aprile o maggio poteva essere, non ricordo. Senza tante parole - una magari: basta - cancellata come un file non più utile, inappellabilmente esiliata dai miei desideri. Un po' poco per quell'appassionato legame che per anni ho vissuto. E che ogni tanto ricordavo, con distacco, magari parlando d'altro. Dolce e saporosa, mai renitente alle mie labbra, rilassante consolatrice di momenti bui come di splendide serate, compagna di solitarie zingarate o di etiliche nottate, si è dimostrata altrettanto abile nel sottrarsi a questo amore soffocato. E paziente, distante ma pronta, in attesa della mia ricaduta, conscia di essere insostituibile per me. Ma i suoi segnali, dio com'erano presenti, li vedevo ovunque, tutt'intorno a me. Ero riuscito ad allontanare quasi ogni cosa di lei, insensibile al desiderio che poteva riaccendermi quando la vedevo in giro, a zonzo con i suoi innumerevoli amanti, appartata nello scanto di un bar, a passeggio sotto gli occhi di tutti oppure in bella mostra, docile accessorio portato con eleganza in spiaggia. Dopo l'abbandono, avevo ingrossato le fila dei suoi più acerrimi detrattori - nociva, punto - rabbioso al suo ricordo e ancor di più alla sua presenza - chi c'era c'era, umile o potente, vicino a me non poteva stare - deciso a non cadere mai più nel suo tossico amore. Ed ora, invece, è tornata brillare tra le mie ormai gialle dita, dolce, invasiva, costosa, permanente compagna di non so bene cosa.

Argomenti: