Effetto notte

Serata trendy, quella di pochi giorni fa: sono andato a ballare al XXXX. In versione “ufficiale”: i pr, per una ricorrenza del locale, dovevano rimediare un po' di personaggi: politici, giornalisti... insomma, qualcosa che suona più o meno come le “categorie a rischio” di qualche anno fa. Gente che, per definizione, dovrebbe dare il tocco della mondanità, da piazzare ai tavoli come i pochi decori che connotano le serate a tema, sù, nell'olimpo del privée. Hanno arruolato anche me – no comment sul blasone - piazzandomi accanto ad un rappresentante di una formazione politica giovanile. Ho messo la mia bella divisina ufficiale versione serale, depurata dalla cravatta - il gessato, la camicia bianca (stirata al volo, of course), le scarpine inglesi: un figurino (quasi) - approprinquandomi alla divoratio del culatello, come antipasto, ravioloni al pomodoro e mozzarella, filetto (così ha detto il giovinetto che con l'ascella urlante poi ci ha porto i piatti). Il quale invece si è rivelato un arrosto ripieno, nemmeno troppo tenero, su un letto di pasticcio di patate. Miracoli del catering poco organizzato, presumo. Vino della casa compreso nell'offerta, ma ho optato per una bottiglia - si pagava a parte - che già al secondo sorso dava l'asprigno dell'idrolitina. E che, avendolo comprato, assolveva col prezzo la mia coscienza dallo scrocco. Insomma, una bella finzione scivolata via in modo piacevole, perché in buona compagnia. Il tavolo dava sulla grande vetrata, a picco su pista e palco, con la cantante di jazz in prima serata che scaldava gli animi, tutti in trepidante attesa del buffet. Chissà cosa suonava, dietro la trasparenza che ci proteggeva. Sotto di noi, un nugolo di bagliori: un gruppetto di ninfe e tritoni si riempivano di immagini con minuscole fotocamere, tutti abbracciati e sorridenti in una posa infinita, ricordi digitali in attesa del buffet. Che è giunto poco dopo, mentre la cantante continuava le sue melodie, questa volta a coprire la calca immane e lo sciabordare delle fauci. La serata è andata avanti con i festeggiamenti, svuotate le portate si è fatta avanti una torta enorme, seguita da qualche star della tv, tra le quali un mascellone che i miei colleghi di pasteggio hanno anche indicato, ma chissà chi era, perso tra le note di una musica noiosa, che a quel punto saliva anche dalle casse del privée. Esaurito il rito mondano, tra il vino scadente e i tour alla terrazza per fumare, restava solo il succo della serata: vistose scollature, qualche tattoo stereotipato, camicie nere e catenine, tacchi, stivali. Uno sfilare infinito, prima del sipario.

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