Chi va al Mulino si infarina

Ho iniziato un seminario sull'attore - narratore. Lo tiene Gianluca Reggiani, al Mulino di Amleto, Rimini, un attore che conosco da anni e del quale ricordo in particolare un allestimento,la Tempesta. Era sulla spiaggia di Miramare, tra il mare e la colonia Bolognese, erosa dagli elementi. Bella serata. Mi andava di rinfrescare un po' la memoria sulle tecniche di recitazione, quelle poche ed elementari che avevo appreso: muoversi sulla scena recitando davanti ad un piccolo pubblico, gestire la voce, i movimenti. Credo faccia parte della stessa terapia per cui ho aperto il blog: cercare le parole per raccontare storie. Di nuovo. In più, e qui c'è un nuovo gusto, tocca inventarle al volo, davanti a sconosciuti. Anzi, sconosciute per lo più, che a loro volta narrano di sé stesse. Gianluca divide in gruppi e da il tema, una storia di delusione ("non drammatica, mi raccomando, niente morti"), una storia di soddisfazione, ci si siede in circolo e via. E iniziano a raccontare. Ricordi, spesso. Di bambina febbricitante, a scontare la malattia in un enorme letto di un'enorme stanza, e sul soffitto un puttino, che anziché allietarla la fissava insistente da duecento anni, dandole l'angoscia. Oppure delusioni sul lavoro, un licenziamento tanto incombente da dare la febbre nell'attesa, la prima stagione in montagna. Il primo esame all'università, con il gusto liberatorio dell'aver superato la prova annacquato da un inopportuno apprezzamento del professore. Oppure un incontro inaspettato, in spiaggia, due sguardi che si incrociano e, nel sorriso, la stessa smorfia: il naso che si arriccia in modo buffo e che le unisce, lei in giro per la città e la cagnetta ormai non più randagia.

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