Inviato da Enrico Rotelli il 15 Novembre, 2006 - 17:37
La casa di Kikko ha doppiato da qualche giorno le 10 mila pagine lette, da quando ho messo il contatore Shinistat. Cioè due anni fa, giorno più giorno meno. E ho superato i 5 mila ospiti. Intanto grazie. E benvenuti nella Casa di Kikko. Quando ho "tirato su" questo edificio non mi aspettavo nemmeno di scrivere qualcosa, ed ora assito ad un curioso andirivieni su queste pagine: 53 visitatori negli ultimi giorni, oggi sono a quota 100 e veleggio verso previsioni di 128. Bah, mi sveglierò tutto sudato....
Inviato da Enrico Rotelli il 8 Novembre, 2006 - 09:52
Bi bip, bi bip: il nokia squilla e mi preannuncia con un sms che "Ci sono messaggi per te!". Capperi, con il punto esclamativo, addirittura. E quanti saranno mai? Però, devo telefonare dal mio telefono fisso "all'89-987-87-14 e seguire la voce guidata. Info e costi di iscrizione su www.promo-sms.net". Guardo il mittente, è un numero strano, quanto il messaggio, +20100.
Inviato da Enrico Rotelli il 26 Settembre, 2006 - 10:11
"Questa è una festa", ha esclamato Alf, l'operatore di Teleromagna, finita la conferenza stampa. Sì, un po' lo è stata il mio debutto ad un incontro coi colleghi. Il primo, dopo anni, che non convocavo io, ma ero convocato. Mi sono trovato tra loro, taccuino e poi "gelato" in mano, a prendere le dichiarazioni del presidente sui voli dalla Germania, accolto da Marchino, media man di casa. Un po' sudato, un po' straniato, mi ha fatto piacere sentire il calore del benvenuto e qualche battuta - "Dai, con Teleromagna" - dopo che l'occhio cadeva sul microfono.
Inviato da Enrico Rotelli il 23 Luglio, 2006 - 14:00
Avrò avuto 13, 14 anni la prima volta che l'ho sentito, portato nell'etere da un deejay Rai, chissà chi, durante un programma che suonava una nuova musica da Londra, il reggae bianco. Io manco sapevo cosa fosse il reggae, Bob Marley forse faceva capolino sulla vespa di qualche fricchettone riminese, forse no, ed io stavo aggrappato alla radio ascoltando tutto quello che aveva dei ritmi strani, lontani “dalle note languide / di tutti quei cantanti / con le facce da bambino / e con i loro cuori infranti” (come diceva Finardi).