Ricordati di santificare le feste
La liturgia è in bianco e nero, un po' seppiata dal tempo, anche se i colori che sventolano sgargianti tra i tricolore sono del grano, del ferro battuto, del sangue ricordato. Le parole sono quelle, ora e sempre: stampate, sarebbero anche loro in bianco e nero. Qualcuna claudica, rodata dal tempo, dall'emozione, le esse volano strascicate, aprono il sorriso. Esse romagnole. Suonano di campagna, di borgo affastellato, di mani callose, di biciclette, di fazzoletti al collo e cappelli di paglia. Di secolo passato. Qualcuna è più giovane, stentorea, impettita, rodata dai libri ha perso la esse, ma non suona lo stesso significato. Sono le parole del ricordo, della celebrazione: è festa, la Liberazione. PierUgo B. non c'è. Non c'è mai stato. Dice che non è la sua festa. “E' della sinistra”. Non ci verrebbe mai, non ci porterebbe i suoi figli, perché è di parte. Ti sbagli, ho provato a dirgli. Guarda indietro, con più attenzione. La Resistenza non è solo di sinistra, è antifascista. Cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici... Qualcuno ha pagato di più, qualcuno di meno, ma i loro morti li hanno avuti tutti. Niente. Non ne voleva sapere. La sconfitta del nazifascismo, la Liberazione, la semina della libertà e della Costituzione per lui non sono da festeggiare. Il 25 aprile è una pausa nel calendario, da stare in casa o in spiaggia. Magari, si sarebbe divertito, sbirciando qualche perla curiosa in mezzo al tricolore. Un'icona della Rivoluzione finita ai margini della manifestazione, stampata in pieno Ottobre, accanto alla bandiera dei busti di Marx, Lenin, Stalin e Mao. Avrebbe tirato una battuta salace delle sue. Oppure sarebbe tornato indietro, all'aperitivo, guardando torvo lo sparuto gruppetto, al quale mancava solo Majakovskij. Chissà. Magari sarebbe andato avanti, si sarebbe infilato tra le famiglie in bici, i ragazzini, i labari, le divise, le fasce tricolori, le mostrine, reduci berretti calzati da teste incanutite. Magari un po' curioso sarebbe arrivato a una plancetta bianca, rossa e verde, due candelabri a vegliare una mappa di antiche foto tessera ingrandite, sotto ciascuna una targhetta di ottone ossidato. E le avrebbe scorse:
Cappelli Mario
impiccato
Paglierani Adelio
impiccato
Nicolò Luigi
impiccato
Amati Primo
combattimento
Battarra Enrico
combattimento
Benassi Primo
fucilato
Bergamotti Glauco
fucilato
Brighi Alberto
fucilato
Caroli Alessandro
combattimento
Clementi Alfredo
fucilato
Canuti Raoul
fucilato
Ciavatta Aristodemo
fucilato
Cavaretta Fulvio
combattimento
Cenci Angelo
fucilato
Cenci Silvio
fucilato
Ghesi Gino
fucilato
Ermeti Giuseppe
fucilato
Barberini Pietro
fucilato
Fantini Modesto
combattimento
Fabbri Fabio
fucilato
Guerra Luigi
fucilato
Ghelfi Walter
fucilato
Giorgetti Tullio
fucilato
Giorgeti Gualtiero
combattimento
Marcianò Eraldo
combattimento
Marconi Paolo
combattimento
Pietrucci Enrico
combattimento
Siedita Paolo
combattimento
Tognacci Tonino
combattimento
Venturi Annibale
fucilato.
Avrebbe sentito, Pier Ugo B., il vecchio – “sono del '23” - che raccontava, a chi c'era, questa piccola Spoon River riminese. Di Amati Primo, “era un pittore, bravo, i suoi quadri adesso valgono anche qualcosa”. Che hanno preso “Cenci Silvio perché gli è uscita la catena dalla bicicletta. C'era il rastrellamento... Non ce l'ha fatta a scappare, gli è uscita la catena... Era armato... E l'hanno fucilato”. Che “c'era chi aveva più coraggio e chi meno, e io... insomma... Una volta, abbiamo fatto una riunione in mezzo a un campo e mi hanno dato i chiodi - tieni buttali per la strada – i chiodi per bucare le gomme dei mezzi militari. Ma se ti trovavano con i chiodi ti fucilavano, e io, insomma....”. Magari avrebbe visto gli occhi di un vecchio, mentre toccava la foto di Ciavatta Aristodemo – vent'anni, forse meno, “di Cerasolo” - mentre la toccava e le mandava un bacio tra le dita. E abbassarli, gli occhi, luccicanti. Ma non c'era Pier Ugo B, non li ha visti. PierUgo B. non crede che questa sia la sua Festa.
Commenti
suso (non verificato)
18 Giugno, 2007 - 18:41
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http://www.youtube.com/watch?
http://www.youtube.com/watch?v=dj3j1LYidD8
http://www.youtube.com/watch?v=M0PBAvi0yWM
ORA E SEMPRE RESISTENZA!!!!!!!!!!!!
Galatea (non verificato)
26 Aprile, 2007 - 18:02
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Bello. Commovente. Mi piace
Bello. Commovente. Mi piace tanto.
davide (non verificato)
26 Aprile, 2007 - 16:23
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Hai ragione kikko, la festa
Hai ragione kikko, la festa della Liberazione non è solo monopolio della Sinistra, ma di tanti cattolici, liberali, che hanno combatutto il nazi-fascismo e ci hanno dato la Libertà che oggi godiamo.
Vorrei aggiungere che questa "festa" DEVE essere sentita da tutti e da tutte le forze politche del nostro panorama.
Negare questo è indecente!!! Come fa qualcuno.
DAVIDE