Uomini e androidi, secondo Philip K. Dick

Un tempo [il mio tema principale] era la ricerca della realtà, che avevo formulato come: «Cosa è reale? Cosa non lo è?». Ma credo che invece la domanda «cosa è umano? Cosa non lo è?» sia più vitale… Definire cosa è reale equivale a definire cosa è umano, se si è interessati agli umani. Chi non prova interesse per loro è un soggetto schizoide, per come la vedo io, un androide: dunque non umano, e quindi non reale. Se vi riconoscete in questa tipologia, dovrete risolvere il vostro problema da soli, senza il mio aiuto, perché non provo una grande simpatia per voi. Questo perché ciò che manca in voi - androidi - è la simpatia, una forma di simpatia essenziale, intesa come sentimento empatico verso la vita altrui, e se non l'avete per noi, non riusciamo a immaginarci come potremmo averne nei vostri confronti.

Philip K. Dick, tratto dalla postafazione al suo L'androide Abramo Lincoln, Fanucci editore

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Commenti

Non so cosa è reale, ci sono tante cose nella vita che ti senbrano "irreali" invece sono li, che li devi affrontare senza perdirti d'animo mai anche se sono molto difficili da risolvere.
Essere "umano" per me significa cercare di capire gli altri e cercare di risolvere le cose tra amici o una coppia anche quando non vanno bene.
Io ho la fortuna di avere persone "reali e "umane", anche se queste definizioni mi convincono poco

Ciao Davide, ti convincono poco ma alla fine tu e Dick desiderate più o meno le stesse cose: un "sentimento empatico" per lui, "cercare di capire gli altri e cercare di risolvere le cose tra amici o una coppia" per te. Che cos'è, questa tua, se non empatia verso il prossimo? Lo sapevo che non eri un androide... Ci vediamo alla Brezza.