Dopo la manifestazione delle femministe – Passato, presente e chissà, Loriano Macchiavelli
- Si può sapere com'è successo? Sta' calmo che non è grave.
- Come puoi dire che non è grave? Guarda quanto sangue sto perdendo. Morirò dissanguato. E' grave, gravissimo.
- Ma come è successo?
- Che ne so. Me ne stavo a guardare tutti quei culi che salivano le scale quando qualcuno mi ha colpito con l'asta di un cartello. Proprio sulla fronte. Dio, che botta.
- E tu te ne volevi scopare un paio, pensa un po'. La scopata l'hai presa tu questa volta: sulla fronte.
- Se mi capita tra le mani.... Se mi capita tra le mani...
- Allora hai visto chi ti ha colpito?
- Ho visto sì. Che botta.
- La conosciamo? E' una delle solite?
- E' stata una... Se mi capita tra le mani, quella maledetta....
- Sapresti riconoscerla?
- Credo di sì.
- Allora è fatta: quelle matte sono tutte schedate. Andiamo in archivio e la troviamo di sicuro. Sporgiamo una bella denuncia contro di lei per lesioni, resistenza e per...
- Per niente. Meglio di no.
- Meglio di no cosa?
- E' una questione privata. La risolvo io.
Sarti Antonio, sergente, crede di aver capito il senso della situazione. E anche io.
- Maledetto stronzo! Le hai toccato il culo e quella si è rivoltata. Maledetto stronzo! Ti sta come un vestito nuovo. T'immagini la denuncia che dovresti fare? «Mentre toccavo il culo dell'imputata, questa, con scarso spirito di collaborazione, mi colpiva in fronte...» Ci sarà da ridere.
- E chi sporge denuncia?
Felice Cantoni, agente, lascia perdere il discorso e riprende il lamento funebre. Continua pure a tenersi il capo tra le mani: - Che botta. Sto per svenire: sento che sto per svenire. Ma quando si arriva a questo ospedale?