Piccole Sysop crescono

La mia "boetta" rossa ha lanciato tre squilli, poi è ammutolita. Lascio il mio riordino domenicale sperando nella risposta ad un sms lanciato nell'etere poco prima, come una bottiglia in mare. Ma non è così, ed il display mi restituisce un 393, sconosciuto alla rubrica e alla mia memoria. Richiamo: per dovere - anche se è domenica - se ha sbagliato non risponde ed è morta lì. Invece "Ciao, sono Luana, come stai?" mi fa una giovane voce, che non aggiunge nulla all'anonimia del numero. Ha sbagliato, e aggiungo un poco di identità - kikko - per aiutarla nella conferma. Questa invece niente: "Ma no, sono Luana, non ti ricordi? Dai, Luana, ci siamo sentiti qualche giorno fa" mi dice sicura, costringendomi a "ravanare" alla svelta nella mia poca memoria recente, una ram decisamente malandata. Luana, LuanaLuanaLuana, accento partenopeo… i miei aperitivi non sono così devastanti da farmi dimenticare un nome così procace, né la cadenza… Niente, l'unico appiglio è uno scambio di sms dopo uno squillo sbagliato: "sei quella dei messaggini, qualche giorno fa?". "Sissi", risponde decisa. Gaffe, quindi, rimedio come posso: "Scusa sai, ma non li hai firmati". Lei incalza: "Come hai detto che ti chiami? "Kikko" "Maaa, cosa volevo dire… - e prosegue nelle chiacchiere, fino ad arrivare a "Quanti anni hai, Kikko?" Aalé, le sparo il 41 per vedere l'effetto che fa e questa invece prosegue "Aah. E di dove sei?". "Di Rimini". "Anch'io". Con l'accento napoletano. Vabbé, sto al gioco, tanto se arriva la risposta al mio messaggio in bottiglia c'è sempre il beep, poi chiudo. "Come di Rimini?! Studi qua" "Sissi, studio…" "Cosa fai l'università?". "Sissi" "Turismo - dico, molti sono del sud - Farmacia o cosa?". Butto lì, mentre lei risponde decisa: "Turismo". Mmh. "In che zona stai di Rimini?" Risponde con una domanda: "E tu, in che zona stai?". "In centro". "Io pure"… Toh, che coincidenza. Vedi tu il caso, si comincia con una chiamata sbagliata e messaggini annessi e si finisce vicini di casa. "In centro dove, Luana?". "In centro", cantilena napoletanamente. "Si vabbé, il centro è grande…" e non aggiungo altro, avviandomi a concludere la conversazione: "Devo lasciarti.. Fammi uno squillino tra poco…". Che tipa… Beh, almeno non ha tentato l'aggancio con il 4888: "chiamata a carico del destinatario, per accettare premere…". E come mi teneva agganciato al telefono - ho pensato - tecnica.... Come una Sysop, realizzo al volo, SYStem OPerator, una di quelle operatrici che, agli arbori delle chat, quando Internet non era diffuso, tenevano vive le conversazioni nelle stanze del minitel, lo scatolotto con video e tastiera incorporati delle Telecom. In Francia diffusissimi, da noi li trovavi solo nei pub. Compravi la scheda da 30, 60 minuti, un nomignolo e via, ti connettevi in stanze virtuali e chattavi con chi c'era, privatamente o in compagnia, digitando nel baldacchino a caratteri verdi. Per ogni stanza una Sysop, che in teoria moderava i maleducati, in realtà doveva animare la conversazione, il cui accesso alla fine della fiera costava, anche caro. Sysop, ragazzotte pagate un tot all'ora, spigliate di lingua e di tasto, autoaddestrate alla nobile arte dell'intrattenimento - certo, le arti del Kamasutra erano università in confronto - che all'identità ufficiale - sysop, si leggeva nel testo del messaggio - ne affiancavano sempre altre due o tre, per riempire le stanze spennando in chiacchiere, chat appunto, nottambuli, uomini e donne soli che al vuoto del pub preferivano crearsi un'identità virtuale, rinnovando sui tastini una serata, una sembianza, un sesso, una vita, dietro poche frasi smoccicate, pensierini poetici di pronto uso, tutto vago abbastanza alla bisogna e chissà, per questo, quanto rodate. Un giochino retto dalla sysop, lì nel militel, altrove, nella telefonia dilagata a dismisura fino in capo al mondo, se non leggi bene numeri e prefissi, 0 e doppi 0 nella rete globale dei doppini. Dalle chat del minietl del pub dove lavoravo avevo ereditato un contatto, una sysop - Loredana diceva di chiamarsi - una perugina di 23 - 24 anni, forse grassottella a giudicare dalla voce, con la quale, chiuso pub e stanza virtuale, chiacchieravamo off line, al telefono di casa. Mai incontrata: non c'è niente di peggio del regalare o vedere uno sguardo di delusione dopo una conoscenza on line. X. invece faceva la sysop per linee erotiche pubblicizzate in Australia, entrava alle 22 nel palazzone dopo il confine di Dogana di San Marino, clienti etero e gay: con la sua voce androgina andava bene per gli uni e gli altri, ascoltandoli e animandoli. Usciva alle 4 di notte, devastata per campare. A chi gli chiedeva cosa facesse, diceva che ascoltava "gente venire in linea". Era vero, ma pochi capivano la sfumatura, se non entrava nei dettagli della solitudine dell'uomo e dei dialoghi che le arrivavano all'orecchio. Qualcuno poi, raccontava quando l'andavo a prendere, era pure simpatico, altri erano innamorati della sua voce. Li capivo. Sysop, pagate per farti parlare, per catturare al volo te e le tue parole, rigirandole per fartene uscire altre, mentre paghi. Quasi come Luana. Mmmh. Riapro le valve del Nokia e rileggo il numero: +39, è italiano, ok. Però il 393 è un prefisso che mi è sconosciuto… Segno il numero a parte, ripasso il dialogo mentre scorro i messaggini in entrata e in uscita: ho fatto pulizia ieri, dello scambio con la sconosciuta non c'è più traccia. Non è un numero internazionale, quindi ho speso poco, ma sono curioso, tanto curioso. Come una scimmia. Sono uno di quelli che quando arrivano le catene di Sant'antonio via mail, le verifica, così per il gusto di scoprire se è vero che dietro le storie lacrimevoli di bimbe affette da strani morbi - che rendono chi le invia improvvisamente buoni e caritatevoli con tanto di mail e identità rilanciata tra i forward - c'è del dolore o un coglione che si diverte. E' facile, di solito nei testi infilano qualche numero telefonico: rendono credibili le storie lacrimevoli, facendole rilanciare e intasando una segreteria: il povero diavolo che ha cambiato numero dalla disperazione. E la scimmia digita: 119, servizio clienti Tim: tanto è gratis. "Buon giorno, in cosa posso esserle utile?", dice pimpante l'ennesimo Malaussène Telecom Italia Mobile. E io, che non ho inquadrato bene la telefonata, spiego sommariamente il tutto e chiedo una verifica, gli cito il prefisso. "Un Tre - mi dice - hanno una promozione in corso, ogni minuto ricevuto ricaricano 10 centesimi…". Mmh. "Senta, mi controlla se nei miei sms in uscita c'è un 393, nei giorni scorsi? "No, nessun 393, c'è un 392… - E' D. - no, sto guardando anche settembre, nessun 393". Ok. Ricapitolo con Malaussène: la giovane tipa ha chiamato un numero a casaccio, il fesso di turno - per dovere, curiosità o per intorto fate voi - investendo un po' in olio di pollice, in immaginazione, il nome e qualche parola, e ha tenuto su una conversazione. E ha incassato: 10 centesimi, magari 20… Sì, piccole Sysop crescono. E si mettono in proprio.

Argomenti: 

Commenti

E' successo anche a me , anche se me ne sono accorto in pochi secondi. Eppure questa illegalità ancora non è abbastanza nota! Speriamo che i nostri post siano utili a qualcuno. Dubito.

Niente, se non la voce di persona, e' gratis al giorno d'oggi.