Nice party, hu?!

Come è andata, lo racconta Cristian sul suo blog, col suo occhio partecipe e distaccato insieme. E non sgarra di una virgola. Io ci stavo pensando, in questi due giorni di quiete, ma è arrivato prima lui e meglio, e mi toglie un “impegno” di parole che non saprei come onorare. Anche perché un elenco delle cose che succedono ad una festa, piccola, grande, riuscita, non riuscita, ciascuno dei partecipanti ce l'ha in sé. Magari, se vuole aggiungerlo sotto, con un commento, anche il racconto diventa una cosa corale, come il ritrovarsi non si sa bene perché, intorno a un tavolo, a mangiare, bere, chiacchierare e cazzeggiare, al limite pasturare, anche solo nella manciata di minuti che la precedono per sistemare le candele ed esserci, così, anche se non fisicamente (come ha fatto Barbara). O arrivare quando le candele sono ormai esaurite e le parole sono biascicate, e preannunciano solo il letto. Le mie feste sono così, mi piace che lo siano. Non hanno invito formale – un sms, una mail, un post, quanto di più volatile ci possa essere a ben pensarci, giusto una manciata di bit che viaggia nell'immateriale degli impulsi – perché formali non vogliono esserlo: vieni come sei, se puoi, di più non ti si chiede. L'occasione è una scusa - è morto Bukowsky, facciano una festa? A lui piacerebbe... - il tema un pretesto – cena del vicinato, vieni ? Ma io sto a due isolati. He, sei una vicina... - e non sono nemmeno mie, giusto lo spazio, che sta agli altri riempirlo, a briglia sciolta.

E stavolta era anche di Markino, Simona, Enrico, Ilaria, Guido... Da ragazzino avevo orrore delle feste che si organizzavano nella cantinetta, a casa di amici. Uno stava ai dischi, la morosa incollata, e la sua festa era quella, una compagnia si assiepava in un angolo, e parlava fitta fitta, un'altra compagnia all'altro angolo e giù parole impermeabili, che non varcavano la cerchia. Una palla. Mai piaciute. Mi diverte molto di più sentire Pigo che attenta alla coca cola di X per poi scoprire - mai visti prima – che non può bere altro perché... (e giù un'intima confessione). E quella storia Pigo, passati i fumi del vino, se la ricorda e la racconta a chi non c'era e non sarebbe venuto mai: perché “chissà che roba sarà stata”. E invece no, la casa non è demolita: a parte qualche bicchiere, tre pentole sporche e un po' di cenere a terra, nessuna traccia di un passaggio divertito. Sporco molto di più io di una quarantina di persone. Anzi, casa mia non era così a posto da settimane. Non so se si sono divertite tutte, lo spero. Che abbiano partecipato, ne sono sicuro: ciascuno ha portato qualcosa di sé e in casa l'ha lasciato: quell'atmosfera o il cd di Georgia che il giorno dopo, e domenica, mi hanno cullato nella tranquillità, sfogliando Leo Malet e, più intenso, di Calvino il baroncino Cosimo Piovasco di Rondò. Nel quale, di nuovo, mi sono rispecchiato: in mezzo, a chiunque, ma un po' in disparte.

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Commenti

vabbè, io però vi ho intensamente pensato...sono una vicina virtuale. Baciotti.

O sì, la vicina del "Pianerottolo sul web". Ciao

Io mi sono divertito molto e ti ringrazio ancora per l'invito.

Volevo ringraziarti per l'occasione che mi hai dato per passare una bella serata tra amici .
Voglio inoltre farti i complimenti di come hai saputo organizzare il tutto , per il tuo Chili ( correggimi se non si scrive così ) , saporito e piccante al punto giusto , inoltre complimentissimi al Cous Cous ( anche qui correggimi se ho sbagliato a scrivere ) vegetariano ai peperoni della tua amica ( scusa ma non mi ricordo come si chiama ) la prossima volta ha detto che lo farà anche con i ceci ( ingrediente mancante por quest'occasione ) infine allo strudel Tirolese, che non so chi l'abbia portato, ma era REALE .
A dimenticavo ringraziami anche " IO " ( Marchino per chi fosse mancato al Party ) per l'ottimo ragout che ha guarnito le tagliatelle ( un tocco romagnolo in un serata di cibo Etnico non è guastato ) brillante la sua idea di attaccare a ogni invitato il post.it sul petto con il suo nome .
Ciao.

Scattano i titoli di coda: Cous cous a cura di Simona "the Mazzetta", strudel by Shara (non previsto e doppiamente gustoso, come la crostata di Ilaria).

per pigo:
ma grazie a te per la citazione