Tra il libro e il moschetto

Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman ne La marcia su Roma, di Dino Risi

C'è qualcosa di autolesionistico nella politica comunicativa dei Nuovi Balilla. Loro ci provano a mostrare i muscoli come gli “antenati”, fieri e impettiti nel nuovo look fatto di camicie immacolate e bandiere garrenti. E fin qui, gli va bene. Se scatti una foto senza indugiare nei particolari dei volti, magari possono essere pure equiparati ai combattivi nonni (se a loro fa piacere...). Il problema è quando lasciano il libro e, prima di imbracciare il moschetto, si impratichiscono di altre armi. E qui il neobalilla, ahimè, scivola. Stavolta sulla classica buccia di banana.

Ne hanno dato una dimostrazione gli aderenti a CasaPound il 21 giugno, a Solferino, Mantova. Arrivano per manifestare contro la privatizzazione – secondo loro – della Croce Rossa e cosa ti combinano? Con le torce che brandivano hanno dato fuoco alle sterpaglie, costringendosi ad una precipitosa fuga.

Non è andata meglio a Cervia, l'altro giorno, quando un altro neobalilla, di altra formazione, ha tentato di sfruttare l'assist (mediatico) di Calderoli, lanciando alcuni frutti all'indirizzo del ministro Cècile Kyenge. Posto che alle feste dell'Unità folle oceaniche si notano solo alla balera, il neobalilla è arrivato appena alla prima e seconda fila, meritandosi l'ironico sfottò del ministro Cècile Kyenge – che sarà ormai stufa di misurarsi con decerebrati – e persino il disconoscimento dalla locale squadretta di Forza Nuova. Il che, è tutto dire.

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