Il mio appello al voto (ragionato) per Rimini

La campagna elettorale delle comunali è cominciata già da tempo e, per fortuna, tra qualche giorno finirà. E' partita un po' da lontano, con una pretattica strisciante che a Rimini si è fagogitata pure le politiche, al punto che i partiti locali, a parte il massiccio invio di materiale promozionale, erano piuttosto affaccendati nelle manovre di assalto o di difesa di palazzo Garampi, piuttosto che a battere Berlusconi. Mentre da settimane sui giornali si guerreggia a colpi di titoli e programmi, per lo più ad opera degli aspiranti sindaci o dei personaggi di primo piano, in giro c'è un fiorire di santini e di incontri, capannelli per lo più, perché la politica, lo stiamo vedendo da anni, le grandi masse, non le raduna. Ed è adesso che la gente si fa un'idea di chi andrà a votare il 28 e il 29 maggio. Ormai lontani dalle adunate oceaniche, questo o quella si informano, con discrezione, mettendo alla prova l'interlocutore per sondare se la risposta che viene fornita è più o meno attendibile, o più o meno interessata. E visto che mi accade spesso, ho deciso di fare la mia dichiarazione di voto qui, così assolvo i miei pochi amici - lettori dalla domanda di rito: “quest'anno, Kikko, chi dovremmo votare?” Sul come, vi mando al sito del Ministero degli Interni, dove si trovano tutte le informazioni per il voto: orari, modalità, schede ecc.. Per la lista, a scanso di equivoci, supporto l'Ulivo. Non è un segreto, milito da anni nei Ds, sono pure candidato al Quartiere Uno – che, per informazione, comprende come territorio il Centro storico, Marina Centro, San Giuliano Mare e il Borgo San Giuliano – dove sono Consigliere uscente. Per l'assise cittadina, il Consiglio Comunale, invece, ancora non ho deciso quale nome metterò sulla scheda. Di solito voto un giovane, un'apertura di credito che per questa tornata non seguirò, a giudicare da come si sono mossi in questi ultimi anni i rampolli. L'unico che potrebbe rientrare in questa categoria – giovane, intendo – è Fabio Pazzaglia, consigliere comunale uscente, poco più che trentenne, che credo possa incarnare, insieme agli altri che citerò, un punto di vista un po' diverso dall'autoreferenzialità di cui soffre, da anni, il mio partito a Rimini. Fabio, da anni segue la politica con spirito genuino e pian piano ha maturato anche una propria visione delle cose, che l'ha portato anche a votare contro a certe scelte urbanistiche, emancipandosi dal coro. E un altro po' di credito se lo merita. Nella rosa dei votabili metto anche Giorgio Giovagnoli, lui decisamente adulto. Ha un forte senso delle istituzioni, cosa non del tutto comune tra eleggibili ed eletti, soprattutto nell'era Berlusconi, che ha maturato per anni lavorando come responsabile delle relazioni esterne dell'Amministrazione Comunale. Dopo la pensione si è buttato a capofitto nell'attivismo. Io l'ho conosciuto lavorandoci accanto e il suo nome lo scriverei volentieri, per l'autonomia di pensiero e per cultura. Un altro nome che mi piacerebbe scrivere è Werther Mussoni, una lunga e proficua storia nel volontariato, soprattutto come fondatore e animatore della Coop. Centofiori, per il recupero dei tossicodipendenti, e della galassia di onlus che da lei è nata. Come impegno civile, mi sembra un curricula di tutto rispetto anche per chi non lo conosce. Io, invece, ho questa fortuna, lo apprezzo e mi sentirei rappresentato se sedesse in Consiglio Comunale. Tra l'altro, qualche mese fa firmò un documento insieme ai “Sognatori” per una Rimini diversa, con meno cemento. In questa rosa metto anche Marco Bellocchi, un mio coetaneo. Anche lui, come tutti quelli che cito, portatore di un punto di vista “altro” rispetto all'ortodossia imperante nei Ds riminesi. Marco proviene dalla cultura laico - socialista e dall'esperienza sindacale della Uil, ha già lavorato come assessore nella giunta Chicchi, delega alle Attività economiche, e nella scorsa legislatura ha fatto il capogruppo dopo la violenta defenestrazione di Lugaresi. Ultimo petalo di questa rosa è Elvira Ariano, una ragazza mi dicono molto attiva e, aggiungo io, simpatica. L'ho conosciuta alle primarie, anche lei a compilare le schede per il popolo dell'Ulivo, ma attiva come sindacalista Cgil e, da quel che so, molto rispettata. Certo, ci sono molti più nomi spendibili per l'elezione tra i quaranta dell'Ulivo (la lista completa la trovi qui ), ciascuno da rispettare per esperienza e per impegno, ma di questi parecchi non hanno bisogno della mia piccola campagna elettorale, altri non ho il piacere di conoscere direttamente, per cui spero di non aver offeso nessuno. E certamente ce ne sono moltissimi altri nelle altre liste cittadine, che trovate qui. Ma io ho scelto dove militare e dovrò scegliere, se voglio che il mio voto abbia un senso, un solo nome da mettere accanto al simbolo, anche per non delegare tutto alle segreterie dei partiti o a chi i voti li sa convogliare per mestiere. Un'autocritica, però, sento di doverla fare: per quanto eterogenei come formazione, i candidati tra i quali sceglierò sono tutti riconducibili alla sinistra. Segno forse che, anche per me, l'Ulivo, se non come orizzonte, deve ancora concretizzarsi pienamente come cultura.

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